Nel 2022 sbarcate meno della metà delle persone del 2017
Numero di richiedenti asilo sbarcati sulle coste italiane dal 1 gennaio al 31 luglio di ogni annualità considerata (2016-2022)
Al 31 luglio erano sbarcate 41.506 persone sulle coste italiane. Un dato in crescita (del 43,8%) rispetto al 2021, ma comunque molto più basso rispetto agli anni precedenti. Dopo i primi 7 mesi del 2016 e del 2017 (gli anni in cui si è infiammato il dibattito pubblico sulla questione migratoria), sul territorio italiano via mare, erano infatti arrivate quasi 100mila persone all’anno.
Il grafico mostra l’andamento negli anni degli arrivi via mare di persone straniere in Italia, dal 1 gennaio al 31 luglio di ogni annualità considerata. Una volta approdato sul suolo italiano, chiunque ha diritto di presentare domanda di asilo indipendentemente dal modo in cui ha raggiunto il paese. Sono stati considerati esclusivamente gli sbarchi via mare, quindi non l’approdo sul territorio italiano via terra (per esempio attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”), perché il ministero non diffonde un monitoraggio costante sugli ingressi via terra.
FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Agosto 2022)
Al 31 luglio erano sbarcate 41.506 persone sulle coste italiane. Un dato in crescita (del 43,8%) rispetto al 2021, ma comunque molto più basso rispetto agli anni precedenti. Dopo i primi 7 mesi del 2016 e del 2017 (gli anni in cui si è infiammato il dibattito pubblico sulla questione migratoria), sul territorio italiano via mare, erano infatti arrivate quasi 100mila persone all’anno.
Il grafico mostra l’andamento negli anni degli arrivi via mare di persone straniere in Italia, dal 1 gennaio al 31 luglio di ogni annualità considerata. Una volta approdato sul suolo italiano, chiunque ha diritto di presentare domanda di asilo indipendentemente dal modo in cui ha raggiunto il paese. Sono stati considerati esclusivamente gli sbarchi via mare, quindi non l’approdo sul territorio italiano via terra (per esempio attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”), perché il ministero non diffonde un monitoraggio costante sugli ingressi via terra.