A che punto è l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati #conibambini

Sono circa 20mila i minori stranieri non accompagnati nel nostro paese. Bambini e giovani in condizione di estrema vulnerabilità, per cui l’accoglienza e l’integrazione a livello comunale ha un ruolo di primo piano.

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A maggio l’Oms ha dichiarato terminata l’emergenza Covid: una crisi che ha riguardato molti aspetti della vita dei minori in questi anni, compresa l’accoglienza di ragazze e ragazzi stranieri arrivati in Italia senza una figura genitoriale di riferimento.

Per i minori stranieri non accompagnati (Msna) le difficoltà dovute alla pandemia si sono sommate a una condizione di estrema vulnerabilità, che li vede affrontare da soli il percorso di inclusione.

Il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria (…) i Msna hanno saputo adattarsi alla nuova situazione, pur creando spesso difficoltà nella gestione del quotidiano – al pari dei loro coetanei – per la mancanza di varietà di spazi, nonché per la sensazione di non utilizzare efficacemente il tempo a disposizione durante il periodo di accoglienza.

Una situazione che in questi mesi ha coinvolto migliaia di bambini e ragazzi. Con numeri che – come abbiamo avuto modo di raccontare – sono andati progressivamente aumentando in ragione delle diverse crisi internazionali in corso. Prima tra tutte la guerra in Ucraina.

Sono circa 20mila i Msna presenti nel nostro paese, secondo quanto rilevato alla fine dello scorso aprile. Una quota raggiunta a novembre del 2022 e da allora sostanzialmente mantenuta nei mesi successivi, salvo il fisiologico calo tra dicembre e gennaio. Per molti minori in attesa di identificazione formale, viene infatti registrata come data di nascita il primo giorno dell’anno.

20.681 i minori stranieri non accompagnati nel nostro paese al 30 aprile 2023.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero del lavoro e delle politiche sociali
(ultimo aggiornamento: domenica 30 Aprile 2023)

L’ultima rilevazione ha visto, per la prima volta dopo mesi, i bambini e ragazzi egiziani tornare la prima nazionalità tra i Msna. Attualmente sono circa cinquemila quelli originari del paese nord africano (24,6% del totale).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero del lavoro e delle politiche sociali
(ultimo aggiornamento: domenica 30 Aprile 2023)

Si tratta di una tendenza nuova, dopo mesi in cui – dall’inizio della guerra e nei mesi successivi – i giovani del paese dell’Europa orientale erano stati la nazionalità più frequente tra bambini e ragazzi Msna. I minori ucraini continuano comunque a rappresentare oltre un quinto dei minorenni stranieri che si trovano in Italia senza accompagnamento (4.706 persone, il 22,8%).

Come funziona il sistema di accoglienza per i Msna

Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato, la situazione di bambini e ragazzi è di enorme vulnerabilità, dal momento che tutte le difficoltà connesse con l’arrivo in un paese straniero si sommano all’assenza di una figura genitoriale o comunque di riferimento.

Per questo anche il sistema di accoglienza garantisce una serie di prerogative, dal divieto di respingimento all’accesso ai diversi servizi territoriali, anche allo scopo di assicurarne il diritto alla salute e all’istruzione. Elemento fondamentale è la parità di trattamento con i coetanei italiani e dell’Ue.

I minori stranieri non accompagnati sono titolari dei diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori di cittadinanza italiana o dell’Unione europea.

Appena arrivati, i minori stranieri non accompagnati devono trovare accoglienza in strutture dedicate, per le esigenze di soccorso e di protezione immediata.

La permanenza in questi centri – come ribadito nell’ultimo rapporto di Anci e ministero dell’interno sul sistema di accoglienza – è finalizzata all’identificazione, all’accertamento dell’età quando necessario e agli interventi di prima necessità. Nonché ad informare “il minore dei diritti di cui è titolare e delle modalità di esercizio degli stessi, compreso quello di chiedere protezione internazionale.”

30 giorni il tempo massimo di permanenza nelle strutture di prima accoglienza per i Msna.

Successivamente, bambini e ragazzi stranieri non accompagnati devono essere ospitati nelle strutture di seconda accoglienza. Ovvero quelle inserite nel sistema di accoglienza e integrazione (Sai), finanziate dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, oltre ai centri finanziati con risorse del Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami).

Vi sono infine le strutture accreditate o autorizzate a livello regionale e comunale che hanno in carico minori. Queste, finanziate dalle stesse amministrazioni locali, possono accedere al Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Risorse gestite dal ministero dell’interno, che riconosce un contributo per l’accoglienza dei Msna al di fuori del Sai.

Le due fasi previste per i minori non accompagnati

Emerge come il sistema rivolto ai Msna nel tempo si sia strutturato in due passaggi consecutivi. Lo stato dovrebbe occuparsi solo della primissima accoglienza, con funzioni di protezione, identificazione, accertamento dell’età, assistenza e screening psico-socio-sanitario, nonché per il rintracciamento dei familiari.

In base ai dati pubblicati nel rapporto Sai, alla fine del 2021 oltre 3.800 minori stranieri risultavano accolti in strutture di prima accoglienza. Quasi un terzo dei 12mila Msna censiti in Italia a quella data.

31,3% i minori stranieri non accompagnati accolti in strutture di prima accoglienza al 31 dicembre 2021.

I restanti 2/3 invece erano accolti in strutture di seconda accoglienza (64,7% al 31 dicembre 2021). Sono i comuni e le istituzioni locali ad organizzare questa seconda fase, in particolare con il già citato Sai. Si tratta della rete di enti locali che – nell’ambito dei progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

Attraverso i dati dell’osservatorio Centri d’Italia, possiamo ricostruire la diffusione a livello locale di questa rete territoriale, nello specifico con progetti rivolti ai minori stranieri non accompagnati.

Le strutture per richiedenti asilo e rifugiati.

Esplora il sistema di accoglienza.
Scarica i dati.

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La rete di accoglienza sul territorio nazionale

Alla fine del 2021 erano 239 i progetti Sai attivati dagli enti locali, rivolti ai minori stranieri non accompagnati, per un totale di 6.683 posti attivi. Numeri che indicano un incremento rilevante rispetto agli anni precedenti.

Erano circa duemila solo 5 anni prima, segnando una crescita di oltre quattromila posti da allora.

+228% i posti Sai disponibili tra 2016 e 2021.

Negli anni, l’evoluzione del sistema è andata nella direzione di aumentare gradualmente la capillarità nell’accoglienza dei Msna. Se fino alla fine degli anni 2000 la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati era rimessa in modo quasi esclusivo ai comuni, tra 2008 e 2014 è emersa una progressiva assunzione di responsabilità condivisa tra stato e autonomie (cfr. Anci-ministero interno, 2023).

Dal 2014 si è aperta una terza fase. Pur nelle numerose rimodulazioni del modello (Sprar, Siproimi, oggi Sai) si è progressivamente consolidata una rete di enti locali sul territorio.

Questa rete ha attivato, stando ai dati relativi al 31 dicembre 2021, 239 progetti di inclusione con 6.683 posti offerti ai Msna. In gran parte concentrati nelle maggiori regioni del sud: 1.727 in Sicilia (25,8% del totale), 821 in Campania (12,3%), 699 in Puglia (10,5%). A poca distanza Lombardia (10,1%) e Emilia-Romagna (8,8%).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Centri d’Italia
(pubblicati: giovedì 16 Febbraio 2023)

Dalla mappa è evidente come vi sia una maggiore concentrazione dei progetti e dei posti disponibili nel mezzogiorno. Un elemento che è lo stesso rapporto di Anci e ministero dell’interno, nell’edizione di quest’anno, a indicare come criticità.

La presenza dei minori sul territorio italiano è tutt’altro che uniforme e l’incidenza dei minori sul totale degli sbarcati, come sopra evidenziato, ci fornisce una chiave di lettura relativamente alla distribuzione disomogenea dei minori divenuto un fattore sempre più presente negli ultimi anni.

L’accoglienza e l’integrazione di bambini e ragazzi che vivono situazioni così difficili richiede risposte multilivello: dalla prima accoglienza all’inclusione scolastica, dall’accesso ai servizi alla tutela delle fragilità. Il consolidamento della rete Sai è in questo senso strategico, nella costruzione di una governance condivisa del sistema.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati su progetti e posti disponibili nella rete Sai rivolta ai Msna sono di fonte Centri d’Italia.

Foto: Pavol Svantner (Unsplash) – Licenza

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