A che punto sono le grandi infrastrutture finanziate dal Pnrr #OpenPNRR

Una recente relazione curata dal servizio studi della camera ha fatto il punto sulle grandi opere finanziate dal piano e non solo. Con la sua revisione, il perimetro dei progetti che ricevono fondi si è sensibilmente ristretto.

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Quello delle grandi opere infrastrutturali è un tema che ciclicamente torna al centro del dibattito pubblico. La realizzazione di questi interventi infatti è stata spesso vista come un volano per l’economia, oltre che un modo per rendere più efficiente e moderno il paese. Tuttavia, il completamento di queste infrastrutture si rivela spesso complesso, sia per difficoltà legate all’iter di progetto che per la mancanza di risorse. Proprio per questo motivo, una parte importante dei fondi provenienti dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è stata destinata a tale scopo.

Una recente relazione curata dal servizio studi della camera ci aiuta a fare il punto della situazione su questo fronte. Un primo elemento che emerge dal documento è la significativa riduzione del valore totale dei progetti finanziati dal Pnrr a seguito della sua revisione

83 mld € il costo complessivo dei progetti infrastrutturali strategici che ricevono risorse dal Pnrr, dal piano complementare o dal fondo per lo sviluppo e la coesione.

Tra i motivi che hanno portato alla scelta di togliere alcune opere strategiche dal perimetro del Pnrr vi è certamente l’impossibilità di concluderle entro il 2026, termine ultimo del piano. Il governo ha assicurato che tutti i progetti definanziati saranno realizzati ugualmente con fondi alternativi. Questa riformulazione però pone alcuni dubbi: sia con riferimento alle tempistiche di realizzazione – non più certe – che alle effettive capacità di finanziamento.

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Gli investimenti in infrastrutture strategiche

Tra le grandi opere monitorate dal servizio studi della camera non ci sono solo quelle la cui realizzazione è stata finanziata del tutto o in parte con i fondi del Pnrr. A questi interventi infatti si aggiungono anche quelli che ricevono una parte delle risorse stanziate nell’ambito del piano nazionale complementare (Pnc). Inoltre ci sono i cosiddetti progetti bandiera, finanziati con risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 (Fsc).

Il report attinge a diverse fonti. Relativamente ai progetti che ricevono i fondi del Pnrr il riferimento principale è Regis, vale a dire la piattaforma digitale creata appositamente per la rendicontazione a Bruxelles. Per quanto riguarda i finanziamenti del Pnc invece, le informazioni sono tratte dal portale Italia domani. Ulteriori informazioni poi sono fornite dall’autorità nazionale anticorruzione (Anac)

Un primo elemento particolarmente rilevante che emerge dall’analisi è che il perimetro delle opere finanziate con il Pnrr si è sensibilmente ridotto a seguito delle varie revisioni del piano. Si passa infatti da interventi per un costo totale di 132,7 miliardi di euro a un importo di 82,8 miliardi (non tutti necessariamente finanziati dal Pnrr). Inoltre, dal momento che il report è aggiornato al 30 giugno 2024, non sono da escludere ulteriori variazioni in seguito all’ultima modifica del Pnrr approvata.

49,9 mld € la riduzione del costo delle infrastrutture strategiche in seguito alla rimodulazione del Pnrr.

Questa diminuzione del valore è data da una riduzione dei progetti finanziati del tutto o in parte dal piano. Una riorganizzazione che comporta tuttavia diverse criticità e incognite. Innanzitutto sui tempi di realizzazione. Come noto infatti il Pnrr deve concludersi necessariamente entro il 2026. Il fatto che molti interventi siano stati spostati su altre fonti di finanziamento è stato spesso motivato con l’impossibilità di rispettare questa scadenza. Di conseguenza non si avranno più tempi certi circa il completamento delle opere fuoriuscite dal piano.

Fatta questa premessa, possiamo osservare che i fondi Pnrr stanziati al 30 giugno ammontavano a circa 27,8 miliardi. Quelli provenienti dal Pnc erano 16,2 miliardi mentre quelli messi a disposizione dal fondo per lo sviluppo e la coesione erano 4,6 miliardi. Per quanto riguarda le aree di intervento, l’importo complessivo più alto (considerando il valore totale dei progetti che rientrano nelle programmazioni di interesse) è destinato alle ferrovie (circa 54,2 miliardi). Seguono strade e autostrade (9,9 miliardi), sistemi urbani (9,6 miliardi) e porti e interporti (6,5 miliardi). 

FONTE: Elaborazione Openpolis su dati servizio studi camera.
(ultimo aggiornamento: domenica 30 Giugno 2024)

Da notare che non sempre le risorse Pnrr-Pnc-Fsc coprono i costi interamente. Anzi, molto spesso è necessario attingere ad altre fonti di finanziamento. Parliamo di un importo complessivo pari a circa 27,2 miliardi di euro. Altro elemento interessante è che le risorse disponibili alla data del rilevamento non erano sufficienti a coprire l’intero costo dei progetti che si intende realizzare. Al 30 giugno infatti mancavano ancora all’appello oltre 7 miliardi di euro.

Molte grandi opere non sono state pensate appositamente per il Pnrr ma hanno una storia molto più lunga.

I motivi di questa discrepanza possono essere svariati ma tra i principali vi è certamente il fatto che molti dei progetti non sono stati pensati appositamente per le programmazioni Pnrr-Pnc-Fsc ma sono antecedenti. Si tratta dei cosiddetti “progetti in essere”. Nel corso del tempo quindi sono stati rivisti, modificati e anche i costi sono cambiati di conseguenza, oltre che per l’inflazione. Per questo motivo in alcuni casi le risorse stanziate non sono più sufficienti a coprire tutti gli oneri necessari. Legato a questo aspetto c’è anche il fatto che la realizzazione di grandi opere è spesso suddivisa in diversi lotti. Le risorse stanziate hanno il fine quindi di finanziare una parte dei lavori, rimandando a un secondo momento il reperimento dei fondi mancanti.

Quali sono le infrastrutture finanziate con i fondi europei

Le infrastrutture strategiche monitorate sono in totale 56. L’elenco completo è consultabile sul portale Silos – Sistema informativo legge opere strategiche. Come già detto, molti di questi interventi non saranno realizzati attraverso un’unica opera ma in più lotti. Per questo a un’infrastruttura strategica possono corrispondere anche più Cup (codice unico di progetto) e quindi molteplici progetti.

In base alle informazioni disponibili, le 3 opere più rilevanti dal punto di vista dell’importo riguardano infrastrutture ferroviarie. Si tratta nello specifico della realizzazione dell’alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria (oltre 14 miliardi), del nodo di Genova e del terzo valico dei Giovi (8,7 miliardi) e dell’alta velocità tra Verona e Padova (6,7 miliardi). Queste 3 opere sono anche quelle che assorbono la maggior quota di fondi Pnrr-Pnc-Fsc assegnati.

La informazioni circa lo stato di avanzamento delle varie opere sono tratte dal portale Silos della camera dei deputati. Non sempre è stato possibile reperire un dato di sintesi, inoltre la data di aggiornamento varia da progetto a progetto. Si rimanda al portale per ulteriori approfondimenti.

In alcuni casi i dati relativi agli importi totali dei vari progetti e il contributo proveniente dai fondi europei presenti su Silos non coincidono con quelli presenti su OpenPNRR e Opencoesione. Le motivazioni possono essere molteplici tra cui un errore da parte dei soggetti incaricati del conferimento dei dati o un loro mancato aggiornamento.

FONTE: Elaborazione Openpolis su dati Silos (camera dei deputati), OpenPNRR e Opencoesione.
(consultati: lunedì 25 Novembre 2024)

Purtroppo, come denunciamo da tempo e come del resto ha evidenziato anche l’Ufficio parlamentare di bilancio recentemente, i dati a disposizione con particolare riferimento ai fondi del Pnrr presentano alcune criticità. In particolare per quanto riguarda le informazioni caricate su Regis direttamente dai soggetti attuatori, accessibili alla cittadinanza e alle organizzazioni non governative tramite Italia domani.

La fonte informativa primaria per valutare lo stato di avanzamento del PNRR è rappresentata dalla piattaforma ReGiS che, tuttavia, continua a presentare criticità per la presenza di informazioni tra loro non sempre coerenti e per i ritardi che ancora sussistono nella registrazione delle singole operazioni.

Ad esempio ci sono alcune opere ancora presenti su Regis che però non hanno più accesso ai fondi del piano. È il caso di alcuni interventi riguardanti l’alta velocità Napoli-Bari, in particolare sulle tratte Caserta-Foggia e Cancello-Napoli. Stessa sorte anche per alcuni progetti rientranti nell’ambito della realizzazione dell’alta velocità tra Palermo, Messina e Catania. In particolare non dovrebbero più ricevere i fondi del Pnrr un intervento riguardante la stazione di Catania e uno per la realizzazione di un collegamento con l’aeroporto cittadino.

I dati presenti in Regis e pubblicati su Italia domani contengono ancora molti errori.

In relazione alla linea ferroviaria jonica, sono ancora presenti su Regis anche se in realtà espunti, sia interventi di natura tecnologica che per la realizzazione di sottopassi. Per quanto l’importo Pnrr indicato in questi casi sia pari a 0, il fatto che questi interventi si trovino ancora nei dataset dedicati ai progetti finanziati con il piano genera ambiguità e complica l’analisi.

Un caso diverso invece è quello riguardante il potenziamento della linea Roma-Pescara. È noto da tempo infatti che quest’opera non riceverà più i fondi del Pnrr ed infatti non si trova né su Regis né su Italia domani. Tuttavia nella banca dati Silos si parla ancora di un finanziamento Pnrr-Pnc-Fsc di ben 720 milioni di euro.

Lo stato di avanzamento delle infrastrutture strategiche

La relazione del servizio studi mette a disposizione anche informazioni aggregate circa lo stato di avanzamento delle infrastrutture. Anche in questo caso l’analisi si basa sull’importo totale dei diversi progetti.

Soffermandoci sulle opere finanziate del tutto o in parte con i fondi del Pnrr possiamo osservare che nell’81,3% dei casi i cantieri sono già partiti. Si tratta di un dato che non deve sorprendere considerando che il piano si concluderà nel 2026. C’è poi un 12,3% di opere che si trova nella fase della stipula del contratto, ovvero quella immediatamente precedente l’avvio dei lavori. Il 2,8% del valore degli interventi invece si trova allo step dell’aggiudicazione.

I dati sono calcolati non sulla numerosità dei singoli progetti ma sul loro importo. Di conseguenza i progetti economicamente più rilevanti pesano di più nella definizione delle percentuale di interventi arrivati a un certo punto dell’iter. Con “Altro” si intendono quei progetti che risultano con uno stato di avanzamento misto. È il caso ad esempio di quelle opere aggiudicate tramite appalto integrato, per cui una parte della progettazione e la realizzazione sono affidate allo stesso operatore economico.

FONTE: Elaborazione Openpolis su dati servizio studi camera.
(ultimo aggiornamento: domenica 30 Giugno 2024)

Le percentuali cambiano in maniera anche significativa se oltre ai progetti finanziati con il Pnrr consideriamo anche le altre fonti. In questo caso la percentuale di opere che si trova già nella fase della realizzazione scende notevolmente.

54,9% il valore totale delle infrastrutture strategiche che ricevono fondi dal Pnrr, dal Pnc o dall’Fsc già entrate in fase di realizzazione.

Da questo punto di vista è interessante osservare che circa un quarto delle infrastrutture risulta ancora nella fase di progettazione, vale a dire il primo step dell’iter di realizzazione.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Unsplash Onur K – Licenza

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