A chi sono andati i fondi del Pnrr per lo sport #OpenPNRR

Una serie di decreti del dipartimento per lo sport di palazzo Chigi ha assegnato ai comuni oltre 700 milioni di fondi Pnrr. Anche in questo caso tuttavia abbiamo riscontrato alcuni aspetti critici.

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La promozione e la diffusione della pratica sportiva, a tutti i livelli, può generare potenzialmente effetti benefici per tutti. Per i più giovani non contribuisce solo allo sviluppo fisico e psico-motorio ma ha anche un impatto positivo in termini di inclusione sociale. Negli anziani d’altra parte lo svolgimento regolare di attività fisica tende a migliorare il tenore di vita riducendo in maniera significativa anche la necessità di ricorrere alle cure mediche (con alleggerimento per il sistema sanitario).

È per tutti questi motivi che nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono previsti diversi interventi che, in varia misura, puntano a incentivare lo sport in Italia. Uno specifico investimento in particolare è stato affidato alla responsabilità del dipartimento dello sport della presidenza del consiglio dei ministri.

700 milioni € le risorse del Pnrr di competenza del dipartimento per lo sport.

Il cronoprogramma del piano prevedeva che queste risorse fossero assegnate entro il primo trimestre del 2023. Operazione che è stata portata a compimento con un decreto ministeriale pubblicato il 22 marzo e un altro il 27 dello stesso mese. Anche in questo caso però, abbiamo rilevato alcuni elementi critici. In prima battuta proprio relativamente all’ultimo avviso pubblicato, rimasto aperto solamente 4 giorni (dal 13 al 17 marzo) per la necessità di rispettare la scadenza trimestrale.

Un altro elemento che colpisce riguarda il fatto che, salvo il caso di impianti sportivi di particolare interesse per le federazioni nazionali, la maggior parte di questi investimenti è stata assegnata ai comuni capoluogo di provincia. Una scelta che sebbene sia comprensibile va a penalizzare tutti quei cittadini che risiedono nei centri minori. Una criticità a cui si è cercato di rimediare in extremis proprio con l’avviso appena citato, destinato ai comuni con meno di 10mila abitanti.

Un ultimo elemento da rilevare riguarda il fatto che senza quest’ultimo avviso, riservato esclusivamente ai comuni del mezzogiorno, la riserva del 40% prevista per tutti gli investimenti del Pnrr non sarebbe stata raggiunta.

Cosa prevede il Pnrr per lo sport

Gli interventi del Pnrr che puntano espressamente a favorire la pratica sportiva, anche con finalità di inclusione sociale, sono essenzialmente due. Il primo investimento è di competenza del ministero dell’istruzione e riguarda la costruzione di nuove palestre scolastiche o il potenziamento di quelle esistenti.

Il secondo invece è di competenza del dipartimento per lo sport. Questa misura punta a incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano anche il recupero di aree urbane. In particolare i progetti, per poter rientrare negli investimenti finanziati dal piano, dovevano sostenere:

  • la costruzione e la rigenerazione di impianti sportivi situati in zone svantaggiate, comprese le periferie metropolitane;
  • la distribuzione di attrezzature sportive nelle zone svantaggiate;
  • il completamento e l’adeguamento degli impianti sportivi esistenti (recupero funzionale, manutenzione straordinaria, rimozione delle barriere architettoniche, efficienza energetica).

Detto questo, occorre osservare che alcuni interventi per lo sport possono essere finanziati anche nell’ambito di altre misure del Pnrr. Un caso di questo tipo che abbiamo approfondito riguarda la riqualificazione dello stadio Adriatico di Pescara. Tale intervento, ma non è l’unico, rientra nell’ambito degli investimenti per la rigenerazione urbana. Recentemente infatti la commissione europea ha avanzato dei dubbi sugli interventi riguardanti lo stadio Artemio Franchi di Firenze e il bosco dello sport di Venezia, anch’essi finanziati con fondi dedicati alla rigenerazione urbana, nell’ambito dei piani urbani integrati. I dubbi qui sono sull’opportunità di finanziare interventi su grandi impianti sportivi con fondi che dovrebbero servire per recuperare aree urbane degradate, anche a fini di integrazione sociale. Un altro aspetto che evidenzia la scarsa trasparenza che sta caratterizzando la gestione del Pnrr e che abbiamo già sottolineato molte volte. 

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I fondi del dipartimento per lo sport: alcuni aspetti critici

Come già detto, i fondi di competenza del dipartimento dello sport dovevano essere assegnati entro il mese di marzo. La struttura di palazzo Chigi ha emanato una serie di decreti a questo scopo. In questo articolo vedremo quali sono le proposte ammesse a finanziamento e come si distribuiscono sul territorio.

I fondi per lo sport vanno in larga misura ai comuni capoluogo.

Escludendo l’ultimo avviso, le tipologie di interventi ammissibili al finanziamento erano suddivise in 3 “cluster”. Il cluster 1, dal valore di 350 milioni, riguarda la realizzazione di nuovi impianti anche con l’obiettivo di favorire il recupero di aree urbane. In particolare, questi finanziamenti servono per la realizzazione di cittadelle dello sport, impianti polivalenti al chiuso e piscine nei capoluoghi di provincia e di regione con popolazione superiore rispettivamente a 20mila e 50mila abitanti. Il cluster 2 invece prevede l’utilizzo di 188 milioni di euro per la rigenerazione di impianti esistenti. Anche in questo caso i fondi sono destinati ai capoluoghi di regione e di provincia. Infine, il cluster 3 stanzia 162 milioni di euro direttamente alle federazioni sportive nazionali per la rigenerazione o la realizzazione di nuovi impianti di loro interesse.

Già prima di entrare nel dettaglio, possiamo notare un primo elemento critico nel riparto delle risorse. Nella scelta dei progetti da finanziare infatti è stata data priorità ai centri più popolosi del paese. Ciò è dovuto al fatto che tra gli obiettivi da perseguire vi era quello di incentivare l’inclusione sociale, anche in termini di rigenerazione urbana, in zone particolarmente difficili. Da questo punto di vista le periferie delle città maggiori rappresentano certamente il target principale.

Al fine di conseguire il miglior risultato per il Paese e valorizzare quanto più possibile l’utilità degli interventi realizzabili nell’ambito del PNRR […] Sono stati quindi definiti i criteri per la selezione dei soggetti ammissibili sulla base della popolazione residente, definendo così i requisiti e gli importi massimi degli interventi finanziabili in relazione alla dimensione demografica di appartenenza degli enti.

D’altra parte però appare quantomeno singolare l’aver escluso dall’accesso alla maggior parte di questi fondi i piccoli comuni. Enti che sorgono magari nelle aree interne o comunque in zone deprivate. Come se in questi territori non ci fosse la necessità di intervenire.

La “terza linea”

Con l’ultimo avviso pubblicato si è cercato di porre rimedio a questa criticità. Fino alla prima metà di marzo infatti risultavano ancora da assegnare circa 30 milioni di euro. Il governo ha quindi disposto il finanziamento di una nuova linea di intervento inizialmente non prevista. L’avviso era finalizzato alla creazione di parchi e percorsi attrezzati (playground). In questo caso i potenziali beneficiari sono individuati in una platea di oltre 2mila comuni con popolazione non superiore ai 10mila abitanti.

Inoltre le risorse di quest’ultimo bando sono rivolte esclusivamente al mezzogiorno. Come noto infatti il Pnrr dispone che per ogni investimento almeno il 40% dei fondi vada al sud. Prima dell’assegnazione di queste ultime risorse, tale obiettivo non era raggiunto.

32,9% le risorse del Pnrr per lo sport andate al sud a fronte del totale di quelle assegnate prima della pubblicazione dell’ultimo avviso.  

Come abbiamo raccontato, generalmente gli enti meridionali sono quelli che avrebbero maggiormente bisogno dei fondi del Pnrr ma sono anche quelli che fanno più fatica a presentare proposte in grado di attrarre le risorse. Per questo spesso si sono resi necessari dei bandi ad hoc come in questo caso. Per cercare di compensare questa lacuna peraltro era già stato pubblicato un primo decreto lo scorso gennaio per il finanziamento di 5 interventi nel mezzogiorno.

Ulteriori perplessità sono destate poi dal fatto che quest’ultimo bando metteva a disposizione circa 43,6 milioni di euro. Dai dati disponibili però i fondi del Pnrr che rimanevano da assegnare ammontavano a circa 30 milioni. I fondi aggiuntivi derivano evidentemente da risorse nazionali già nella disponibilità del dipartimento. Anche se questo non è specificato nei vari atti pubblicati.

Occorre sottolineare infine che il bando è rimasto aperto solamente 4 giorni, per la necessità di rispettare la scadenza del 31 marzo. Ciò desta più di un dubbio sul fatto che queste risorse siano andate dove ce n’era effettivamente bisogno e non – più semplicemente – dove le amministrazioni sono state in grado di presentare progetti già pronti per essere “messi a terra”.

Come si distribuiscono i fondi

Fatte queste osservazioni, vediamo come gli interventi si distribuiscono sul territorio. A livello di risorse, la regione che riceve più fondi Pnrr è l’Emilia Romagna (80,5 milioni), seguono la Puglia (67 milioni) e la Sicilia (66,7 milioni). Occorre tenere presente che in molti casi le risorse del Pnrr non coprono interamente l’onere dell’intervento. In questi casi è previsto un co-finanziamento da parte dei soggetti beneficiari.

Considerando anche queste risorse ulteriori vediamo che è la Lombardia la regione in cui si investe di più (102 milioni, di cui 42 di co-finanziamento). Al secondo posto c’è l’Emilia Romagna (18,5 milioni di co-finanziamento) e al terzo la Toscana (77 milioni, di cui 25 in co-finanziamento). I progetti finanziati in totale invece sono 1.873 su tutto il territorio nazionale. Quelli rientranti nel “cluster 1” sono 156, altri 101 invece sono nel “cluster 2” e 47 nel “cluster 3”. La maggior parte (1.569) riguarda la “terza linea di finanziamento” dedicata ai comuni del mezzogiorno con meno di 10mila abitanti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati dipartimento per lo sport
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Marzo 2023)

6% le risorse del Pnrr per la “terza linea” dello sport rivolta ai comuni del sud con meno di 10mila abitanti.

Se approfondiamo l’analisi a livello comunale, possiamo osservare che i centri che ricevono più fondi del Pnrr sono Roma (22,5 milioni), Cagliari e Genova (15,5) e Milano (14,4). Se però si considerano anche le quote in co-finanziamento, vediamo che Milano sale al primo posto come incidenza degli investimenti effettuati (29,4 milioni). Roma scende al secondo posto mentre al terzo troviamo Rimini (17,7 milioni di investimenti di cui 10,2 in co-finanziamento).

FONTE: elaborazione openpolis su dati dipartimento per lo sport
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Marzo 2023)

A livello di singoli interventi, il progetto più oneroso sarà realizzato a Milano. Qui infatti si prevede un investimento (co-finanziato) da circa 26 milioni per la creazione di un nuovo centro natatorio. Altri investimenti particolarmente rilevanti riguardano la creazione di una nuova piscina olimpionica a Prato (16 milioni complessivi) e la realizzazione di un impianto polivalente indoor a Roma.

Quest’ultimo intervento in particolare è anche quello che riceve la quota più consistente di fondi Pnrr (14,6 milioni). Gli altri progetti più rilevanti da questo punto di vista sono il già citato centro natatorio di Milano e la realizzazione di un primo lotto di lavori per il nuovo palazzetto dello sport di Cagliari.

Come già detto, gli investimenti rientranti nel cluster 3 permettono la possibilità che questi fondi arrivino anche a comuni diversi dai capoluoghi. Da questo punto di vista l’intervento più significativo sarà nel comune veneto di San Vendemmiano (provincia di Treviso) dove sarà realizzato un nuovo stadio del ghiaccio. Inoltre è prevista la riqualificazione degli impianti del Sestriere (Torino), la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport a Castelnuovo ne’ Monti (Reggio Emilia) e di un nuovo polo per il pugilato ad Assisi (Perugia). 

Per quanto riguarda la “terza linea” infine sarà finanziato un singolo progetto per comune. I vari territori sono stati divisi in diverse fasce in base al numero di abitanti. Ai comuni con popolazione compresa tra 0 e 1.000 abitanti (411) andranno 8,6 milioni in totale. A quelli tra 1.001 e 3000 residenti (664) invece 18,9 milioni. A quelli con una popolazione tra 3.001 e 5.000 (248) andranno 7,4 milioni. Infine ai comuni con popolazione tra 5.001 e 10mila abitanti (246) sono assegnati 8,6 milioni.

Scopri i progetti che saranno realizzati nel tuo comune.

FONTE: elaborazione openpolis su dati dipartimento per lo sport
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Marzo 2023)

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Unsplash Joppe SpaaLicenza

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