Anche le amministrazioni locali possono arginare l’evasione fiscale Bilanci dei comuni

Le entrate tributarie sono una parte consistente degli incassi dei comuni. Per poter garantire i servizi, è necessario gestire le attività di riscossione.

|

Alcuni tributi sono attribuiti direttamente ai comuni. Esattamente come altri enti della pubblica amministrazione, anche loro devono predisporre dei meccanismi di riscossione e controllo, con uscite specifiche che vengono poi contabilizzate.

Le entrate tributarie sono una delle principali forme di finanziamento dei comuni e per questo motivo l’evasione fiscale può avere degli effetti importanti sulla qualità e la capillarità dei servizi, oltre a sottrarre delle risorse importanti per lo sviluppo e la riduzione della pressione tributaria.

Per avere un’idea concreta di quanto certe entrate possano incidere sul bilancio, si calcola la propensione al tax gap, che rappresenta quanto viene evaso sul totale di ciò che dovrebbe entrare all’interno delle casse comunali.

Per propensione al tax gap si intende il rapporto tra tax gap e il gettito teorico. Il tax gap è calcolato facendo la differenza tra le entrate teoriche e le entrate effettive.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat.
(ultimo aggiornamento: giovedì 21 Luglio 2022)

Tra le entrate che risultano più evase rispetto al gettito teorico, figurano la Tasi (25,2%) e l'Imu (25,1%), due delle tre tradizionali entrate comunali che concorrono al finanziamento delle amministrazioni. Delle adeguate attività di controllo e un sistema di riscossione efficiente sono un elemento strategico per i comuni.

Le spese dei comuni per la gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali

All'interno della prima voce di spesa c'è una voce relativa a questo tipo di operazioni. Si includono tutte le attività di amministrazione e gestione dei servizi fiscali, dalla riscossione all'accertamento, comprese le spese per enti concessionari della riscossione dei tributi.

Sono comprese anche tutte le uscite legate ai contenziosi tributari, a tutto ciò che riguarda la ricerca per la fiscalità del comune, le procedure informatiche per operazioni in contesto fiscale e l'ambito catastale.

I dati mostrano la spesa per cassa per la gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: martedì 11 Ottobre 2022)

Se si considerano i comuni con più di 200mila abitanti, quello che riporta la spesa maggiore è Venezia con 244,66 euro pro capite. Seguono con importi minori Genova (74,81) e Trieste (68,77). Spendono di meno invece Firenze (13,76), Palermo (8,03) e Napoli (7,06).

I dati mostrano la spesa per cassa per la gestione delle entrate tributarie e dei servizi fiscali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2016-2020
(ultimo aggiornamento: martedì 11 Ottobre 2022)

Ad anni alterni, le spese dei comuni di Venezia e di Trieste sono risultate le maggiori tra le grandi città considerate. Le uscite della seconda sono meno stabili rispetto a quelle della prima. Se andiamo a vedere però gli incrementi rispetto al 2016, è Genova quella che registra il divario maggiore con un 573,05% in più. Fanno seguito Roma (235,45%) e Bologna (55,11%). Venezia (-23,53%) e Trieste (-68,73%) segnano invece delle riduzioni.

Se andiamo invece ad analizzare la situazione italiana nel suo complesso, notiamo che le uscite medie dei comuni per questa voce di spesa ammontano a 24,21 euro pro capite. Le amministrazioni che mediamente spendono di più sono quelle della Valle d'Aosta (275,19), della provincia autonoma di Trento (72,06) e del Friuli-Venezia Giulia (67,02). Al contrario, le uscite minori si registrano nei comuni veneti (14,8 euro pro capite), in controtendenza con l’andamento del capoluogo Venezia. I comuni registrano entrate di minore entità anche in Basilicata (14,49) e Campania (14,01).

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: martedì 11 Ottobre 2022)

Tra tutte le quasi 8mila amministrazioni italiane, quella che è caratterizzata dagli importi maggiori è Moggio, in provincia di Lecco, con 2.633,18 euro pro capite. Seguono Portofino (Genova, 2.381,15), Ayas (Aosta,1.661,44) e Alassio (Savona, 1.397,57). Sono nove i comuni in cui la spesa supera i mille euro pro capite.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: RODNAEProductions - licenza

PROSSIMO POST