Aumentano gli arrivi ma siamo distanti dall’emergenza annunciata Migranti
A inizio anno i servizi segreti parlavano di ingressi “fino a 685mila migranti” nel 2023. A metà anno ne sono arrivati circa un decimo. Se non ci fosse un approccio emergenziale, il sistema di accoglienza potrebbe gestire facilmente i flussi migratori in Italia.
venerdì 7 Luglio 2023 | Migranti
- Nei primi 6 mesi dell'anno sono sbarcate sulle coste italiane circa 65mila persone.
- A marzo i servizi segreti allertavano su possibili ondate migratorie che a oggi non si sono verificate.
- I migranti sbarcati nei primi mesi di quest'anno sono in maggioranza provenienti da Costa d'Avorio, Guinea, Egitto e Pakistan.
I numeri sono in crescita, ma la tanto temuta (e annunciata) “invasione” di migranti dal nord Africa a oggi non è avvenuta. È un dato di fatto, a leggere i numeri degli ingressi via mare nei primi mesi dell’anno.
Se analizziamo l’andamento negli ultimi mesi è evidente un aumento degli arrivi, rispetto a quelli registrati negli anni scorsi. A oggi, però, gli ingressi rimangono inferiori a quelli della cosiddetta “crisi dei rifugiati”, che interessò l’Italia e l’Europa tra il 2015 e il 2017.
Attualmente, insomma, la dimensione del fenomeno migratorio in Italia continua ad essere del tutto gestibile, considerando anche che molte delle persone che arrivano sul suolo italiano vorrebbero in realtà recarsi in molti altri paesi europei.
Se il sistema di accoglienza fosse considerato come la risultante di un fenomeno ordinario, infatti, potrebbe cambiare finalmente la prospettiva innanzitutto per le persone migranti, che fuggono dai propri paesi in cerca di fortuna, ma anche per la popolazione, che avrebbe una percezione più realistica e meno soggetta alle strumentalizzazioni politiche e alla propaganda.
I migranti sbarcati nel primo semestre dell’anno
Nei primi sei mesi dell’anno attraverso le rotte del mar Mediterraneo sono arrivate in Italia poco meno di 65mila persone, più del primo semestre del 2022 (27mila) e del 2021 (circa 20mila).
64.930 persone sbarcate sulle coste italiane, dal 1 gennaio al 30 giugno 2023.
Si tratta di una cifra inferiore anche ai primi 6 mesi del 2018 e del 2019. Se andiamo ancora indietro nel tempo, tuttavia, notiamo come gli ingressi del primo semestre 2023 abbiano portato nel nostro paese meno persone rispetto agli stessi periodi del 2016 (circa 70mila) e al 2017 (poco meno di 84mila).
Gli arrivi via mare in Italia dal 2016 al giugno 2023
Il numero di persone migranti entrate via mare in Italia, dal 1 gennaio 2016 al 30 giugno 2023, divise per semestri
FONTE: ministero dell’interno
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Giugno 2023)
Inoltre, i dati registrano cifre molto più modeste rispetto a quanto pronosticato dai servizi di sicurezza italiani in una informativa al governo dello scorso marzo, riferita in esclusiva dal Corriere della Sera e rilanciata nei giorni seguenti dalla maggior parte dei media. Secondo il quotidiano di via Solferino, infatti, i servizi segreti parlavano di una previsione che poteva arrivare anche fino a 685mila arrivi nel 2023. Numeri cui difficilmente si arriverà a fine anno.
D’altro canto non è la prima volta che i servizi di sicurezza riferiscono di previsioni rispetto a un numero di ingressi di gran lunga superiore a quello che successivamente si verifica. Anche nel 2022, per esempio, si disse che sarebbero arrivate 400mila persone, a fronte delle 105mila realmente entrate nel paese.
I servizi segreti parlavano di 685mila arrivi nel 2023. A metà anno sono circa un decimo.
Una discrepanza tra l’annunciato e quanto effettivamente accaduto, sfruttata anche da molti esponenti politici, e che ha quindi inquinato il dibattito pubblico sulle reali dimensioni del fenomeno migratorio.
Pur non volendo minimizzare il sensibile aumento di sbarchi rispetto agli anni scorsi, è doveroso evidenziare che parliamo di cifre assolutamente gestibili, se si considera anche che le coste italiane sono spesso porte d’ingresso a molti altri paesi dell’Unione europea per migranti che, una volta entrati, non rimangono in Italia.
Come accennavamo in apertura, si sarebbe potuto approfittare degli anni che hanno visto meno arrivi per strutturare finalmente il sistema di accoglienza, accantonando l’approccio emergenziale che guida le politiche pubbliche sul tema da molti anni. Lo sosteniamo da tempo, dati alla mano, anche attraverso il progetto Centri d’Italia.
Da dove arrivano i migranti
Nei primi mesi dell’anno hanno fatto ingresso via mare più persone provenienti dai paesi dell’Africa sub-sahariana occidentale rispetto a quanto avvenuto nel 2022, quando la maggioranza degli arrivi riguardava migranti originari di paesi nordafricani o asiatici.
L’anno scorso, infatti, l’Egitto era il paese più rappresentato tra le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco (poco più di 20mila persone), seguito da Tunisia (18mila migranti), Bangladesh (15mila) e Siria (8,6 mila).
Da gennaio a giugno di quest’anno, invece, sono le persone provenienti dalla Costa d’Avorio, paese che affaccia sul golfo di Guinea, a rappresentare la nazionalità più nutrita.
7.921 persone provenienti dalla Costa d’Avorio, sbarcate in Italia nei primi 6 mesi del 2023.
Dopo di loro troviamo migranti provenienti dalla confinante Guinea (7.155), che precede l’Egitto (7.128), il Pakistan (5.943) e il Bangladesh (5.910).
Complessivamente, inoltre, sono stati 6.833 i minori stranieri non accompagnati entrati in Italia da gennaio a giugno. Di questa particolare e delicata categoria abbiamo parlato di recente.
Sarà interessante osservare i numeri a fine anno, in un 2023 complesso per la questione migratoria nel nostro paese.
L’arrivo del governo guidato da Giorgia Meloni, insediatosi lo scorso ottobre, la strage a largo delle coste calabresi di febbraio, la dichiarazione dello stato di emergenza e la parziale (ennesima) riforma del sistema dell’accoglienza hanno contribuito a mantenere i riflettori accesi su questo tema, alimentando un dibattito da un lato poco informato sui fatti e dall’altro troppo spesso strumentalizzato per fini propagandistici. Sulla pelle di chi rischia la vita per migliorare le proprie condizioni.
Foto: Óglaigh na hÉireann (licenza)