Massimiliano Fedriga

Negli scorsi giorni si è riacceso il dibattito sul limite dei due mandati per i presidenti di regione. Nei territori interessati le elezioni non dovrebbero tenersi prima del 2025, ma sarebbe opportuno che la questione venisse risolta prima di arrivare all'appuntamento elettorale.

Con la nomina di Fedriga a presidente e di Emiliano a vicepresidente sono stati rinnovati i vertici della conferenza delle regioni. Un esponente della Lega dunque va a ricoprire un ulteriore incarico istituzionale in un organo che in questi mesi ha assunto un'inedita centralità.

A Bonaccini e Santelli chiediamo di non creare nuove incompatibilità, evitando di nominare in giunta membri del parlamento. Sollecitiamo poi rapide dimissioni dalla camera dei deputati da parte della neo governatrice della Calabria.

Sono sempre più centrali nello stabilire l'agenda della politica nazionale: dal dibattito sull'autonomia differenziata, al loro peso nella futura scelta per il nuovo presidente della repubblica. Perché molti politici nazionali lasciano il parlamento per farsi eleggere in regione.

Eletto alla presidenza della Sardegna a fine febbraio, Solinas non ha ancora lasciato ufficialmente il suo ruolo a Palazzo Madama. Risulta sempre "in missione", non subisce quindi decurtazioni, e ogni tanto vota pure.

Fedriga ha rispettato l'impegno preso con openpolis. Cadono gli alibi invece per Lara Magoni e Claudia Maria Terzi: hanno deciso di rimanere in regione Lombardia, ma ancora non lasciano il parlamento.

Il neo governatore del Friuli-Venezia Giulia è stato eletto deputato a inizio marzo: i 2 incarichi per costituzione non sono compatibili.

Oltre 150 parlamentari svolgono incarichi politici sul territorio. Tra iter per risolvere le incompatibilità troppo lenti, e incarichi compatibili che fanno discutere.