I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Centri d’Italia: il sistema a un bivio”. -55,3% il calo di presenze […]
A 2 anni dall'entrata in vigore del decreto sicurezza le criticità del sistema di accoglienza si sono accentuate. Con l'emergenza sanitaria, inoltre, i problemi diventano ancora più lampanti.
L'atto approvato nell'ultimo Cdm conferma la tendenza dei governi a legiferare attraverso la decretazione d'urgenza. Una pratica non nuova ma scorretta. Per questo chiediamo un impegno affinché sia garantito lo spazio per discutere approfonditamente di un tema così importante.
Con lo stato d'emergenza sono stati sospesi i termini per l'accesso agli atti. Alcune sentenze di tar e consiglio di stato hanno invece dato un importante contributo sulla corretta applicazione del Foia.
Di fronte alle ripetute richieste di accesso agli atti sui centri di accoglienza per migranti in Italia il ministero dell'interno ha sempre opposto un rifiuto. Una sentenza del Tar conferma però le nostre ragioni chiedendo al Viminale di fornirci dati che hanno un chiaro interesse pubblico.
Per valutare e progettare politiche efficaci è necessario garantire a tutti l'accesso ai dati amministrativi. Una pratica che sul tema dell'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in Italia è stata in questi anni completamente ignorata.
Le criticità del decreto sicurezza e perché è necessario riportare il sistema di accoglienza al suo scopo originale, quello di facilitare l'integrazione di richiedenti asilo e rifugiati in un quadro di legalità e vera sicurezza.
Il decreto sicurezza ha modificato per l’ennesima volta il sistema di accoglienza con l’obiettivo dichiarato di ridurre i costi. I primi effetti sono però l’aumento degli irregolari e il complicato avvio di un modello di accoglienza che non prevede percorsi d’integrazione.
L'inchiesta denominata Fake Onlus ha riaperto la questione del cosiddetto business dell'accoglienza. Analizzando gli atti però sembra che le nuove regole volute da Salvini non siano servite a evitare che la criminalità organizzata si infiltrasse nella gestione dell'accoglienza.