Cosa pensano i cittadini dell’Unione europea Europa
Analizzando i dati raccolti nell’ultimo sondaggio Eurobarometro, abbiamo fatto un punto sulla percezione dell’Ue a 72 anni dalla dichiarazione Schuman. Per capire se i cittadini si sentono parte dell’Unione e hanno fiducia nelle sue istituzioni.
mercoledì 4 Maggio 2022 | Europa
Il 9 maggio ricorrerà l’anniversario della dichiarazione Schuman del 1950, considerata l’atto di nascita dell’Unione europea. In quella data, il ministro degli esteri francese proponeva la creazione di una comunità europea del carbone e dell’acciaio comune agli stati membri – che allora erano Francia, Italia, Germania occidentale, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo.
A distanza di 72 anni l’Unione ha visto una notevole espansione a livello geografico ed è oggi composta da 27 stati membri. Le istituzioni si sono nel frattempo moltiplicate ed è sempre più forte la volontà di formare un’identità comune. Ma cosa pensano, nel 2022, i cittadini degli stati membri dell’Unione europea?
La percezione del funzionamento dell’Ue
Dai dati raccolti nell’inverno 2022 nel sondaggio Eurobarometro, che monitora l’opinione pubblica all’interno dell’Ue, emerge innanzitutto che molti cittadini dell’Unione non sono realmente consapevoli del funzionamento delle varie istituzioni. Appena il 13% dei partecipanti ha infatti dichiarato di avere a riguardo una conoscenza solida, il 45% moderata.
39% dei circa 27mila partecipanti al sondaggio Eurobarometro sostiene di non sapere come funzioni l’Ue (2022).
C’è da questo punto di vista una certa eterogeneità. Ad esempio in Lussemburgo la quota di persone che dichiara di avere una conoscenza ottima o buona del funzionamento dell’Ue si attesta al 76%. Seguono sotto questo aspetto la Polonia e la Svezia (entrambe con il 74%) e l’Irlanda (70%). Mentre le quote più basse si registrano in Bulgaria (49%), Spagna (54%) e Malta (56%).
Per quanto riguarda invece la fiducia riposta nelle istituzioni, questa è espressa da meno della metà dei partecipanti (47%). Anche in questo caso con differenze significative tra i vari stati. Si va da una fiducia molto elevata in Portogallo (69%) a una molto bassa in Francia (32%).
La metà dei cittadini Ue ha fiducia nel parlamento europeo
La quota di cittadini Ue che hanno o non hanno fiducia (o non sanno) nelle varie istituzioni europee (2022)
Il sondaggio Eurobarometro è stato coordinato dalla commissione europea e svolto nel periodo tra il 18 gennaio e il 7 febbraio del 2022. In totale hanno partecipato al sondaggio 26.696 persone provenienti dai 27 paesi dell’Ue.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurobarometro
(ultimo aggiornamento: venerdì 29 Aprile 2022)
Tra le singole istituzioni, la fiducia maggiore è riposta nel parlamento europeo (50%), mentre nella banca centrale europea il 43% dei partecipanti dichiara di non riporre fiducia (si tratta della quota più elevata). È comunque importante sottolineare che il parlamento è l'unica istituzione dell'Ue a essere eletta direttamente dai cittadini dei paesi membri.
In tutti questi casi si può osservare una forte sfiducia da parte dei partecipanti di nazionalità greca. Il 54% infatti sostiene di non fidarsi del parlamento europeo (contro una media del 39%). Una quota che sale al 55% nel caso del consiglio europeo e al 62% per la commissione Ue. Per quanto riguarda la banca centrale, tale sfiducia emerge nelle risposte di oltre 2 intervistati su 3.
70% dei partecipanti greci non ha fiducia nella banca centrale europea (contro una media del 43%).
È importante evidenziare che i greci sono stati vittima di durissime misure di austerity in seguito alla crisi del debito del 2009 e che questo probabilmente ha contribuito a generare una forte sfiducia nei confronti delle istituzioni europee, soprattutto quelle finanziarie.
Il futuro dell'Ue
In generale, analizzando i risultati del sondaggio, sembrerebbe esserci un relativo ottimismo rispetto al futuro prossimo dell'Unione. Il 62% dei partecipanti si dichiara molto o moderatamente ottimista, mentre il 35% è pessimista. Il pessimismo maggiore si rileva in Grecia (53%) e in Francia (46%). Mentre risulta particolarmente contenuto in Irlanda (10%) e Portogallo (20%).
Per quanto riguarda invece le principali priorità percepite dai partecipanti, al primo posto troviamo la questione climatica, considerata una sfida centrale dal 26% dei partecipanti.
Clima e inflazione le priorità principali per i cittadini Ue
Le priorità Ue indicate dai partecipanti al sondaggio Eurobarometro (2022)
Ogni partecipante poteva scegliere due risposte, per cui il totale è superiore al 100% (sono stati escluse le risposte alternative e i “non lo so”). Il sondaggio Eurobarometro è stato coordinato dalla commissione europea e svolto nel periodo tra il 18 gennaio e il 7 febbraio del 2022. In totale hanno partecipato al sondaggio 26.696 persone provenienti dai 27 paesi dell’Ue.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurobarometro
(ultimo aggiornamento: venerdì 29 Aprile 2022)
Segue da questo punto di vista l'aumento dei prezzi e del costo della vita e l'inflazione (24%). Al terzo posto invece troviamo invece l'immigrazione (22%). Rispetto a quest'ultimo tema, la situazione è molto diversificata. Si va dal 61% nel caso dei partecipanti ciprioti all'11% nel caso dei rumeni.
Le questioni economiche sono maggiormente sentite al sud e a est del continente.
In generale nei paesi dell'Europa orientale e meridionale sembrano essere più sentiti i problemi economici come la disoccupazione (che tocca il 21% tra i partecipanti italiani e il 17% tra gli spagnoli) e l'inflazione (considerata preoccupante dal 35% dei cechi e dal 33% dei croati). Mentre nei paesi del nord Europa risalta soprattutto la preoccupazione per il cambiamento climatico (indicata da più del 50% dei partecipanti danesi, olandesi e svedesi). Dei risultati che si dimostrano in linea con le condizioni economiche dei paesi in questione.
Quanto si sentono europei i cittadini degli stati membri?
Il 58% dei partecipanti dichiara di sentire un legame con l'Ue (mentre il 40% si esprime negativamente). Anche in questo caso, sono i partecipanti greci a mostrare il maggiore scetticismo (il 60% esprime un parere negativo).
Il 71% dichiara di sentirsi cittadino europeo. Un dato quest'ultimo che scende al 52% in Bulgaria e invece supera l'80% in Portogallo, Malta, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Lussemburgo e Ungheria.
Perlopiù la percezione è che l'Ue tuteli gli interessi degli stati membri - anche se si tratta di un dato molto variabile, che supera il 70% in Portogallo, Irlanda e Lussemburgo e si attesta invece intorno al 30% nel caso di Cipro e Grecia. Non sono pochi però anche i cittadini che ritengono che la propria nazione avrebbe un futuro migliore fuori dall'Unione.
I rumeni primi in Ue per percezione di un futuro migliore fuori dall’Unione
La quota di partecipanti al sondaggio Eurobarometro che pensano che il loro paese avrebbe un futuro migliore fuori dall'Ue (2022)
Il sondaggio Eurobarometro è stato coordinato dalla commissione europea e svolto nel periodo tra il 18 gennaio e il 7 febbraio del 2022. In totale hanno partecipato al sondaggio 26.696 persone provenienti dai 27 paesi dell’Ue.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurobarometro
(ultimo aggiornamento: venerdì 29 Aprile 2022)
Sono soprattutto alcuni stati dell'Europa settentrionale - in particolare Danimarca, Estonia e Paesi Bassi - a registrare le quote più elevate di persone che ritengono che il loro paese non avrebbe possibilità migliori fuori dall'Ue (considerando cumulativamente quelli che si dichiarano completamente e moderatamente d'accordo).
Mentre in alcuni paesi dell'Europa orientale e centrale risulta particolarmente elevata la percentuale di partecipanti che si esprimono, su questo, in modo negativo. In particolare la Romania, dove il 41% considera migliore un futuro fuori dall'Ue. Ma anche la Slovenia, dove la cifra si attesta al 39%, e la Polonia (37%).
Gli italiani e la percezione dell'Ue
Come si posiziona il nostro paese rispetto alle questioni analizzate nel sondaggio e rispetto agli altri stati membri?
I partecipanti italiani considerano la salute una sfida fondamentale per il futuro dell'Ue.
Generalmente i partecipanti italiani (un totale di 1.020 persone) hanno espresso maggiori preoccupazioni per le condizioni economiche proprie, del proprio paese e dell'Unione europea nel suo complesso, rispetto alla media dei vari paesi. Emerge chiaramente una preoccupazione rispetto al problema della disoccupazione (21% tra gli italiani rispetto a una media dell'8%) e dell'economia in generale (30% contro il 21%). Ma spicca anche la salute, considerata una sfida dal 33% dei partecipanti di nazionalità italiana, contro il 21% della media europea.
In linea di massima la fiducia nelle istituzioni europee sembrerebbe leggermente superiore rispetto alla media (tranne nel caso della banca centrale, per cui risulta uguale), mentre si dimostra inferiore (44% rispetto al 58% di media) la conoscenza del funzionamento dell'Ue.
È invece lievemente al di sotto della media l'attaccamento all'Ue (52% contro il 58%) e in generale al concetto di Europa (55% contro il 67%). Come anche il sentirsi cittadini Ue (60% contro il 71%).
Foto: Antoine Schibler - licenza