Il metano è, dopo la co2, il principale responsabile del riscaldamento globale. Nonostante sia relativamente facile ridurne le emissioni, il miglioramento è lento e di entità ridotta.
La sostituzione dei veicoli inquinanti con quelli a basse emissioni è considerata fondamentale per la transizione ecologica, ma presenta alcuni ostacoli. Ad esempio le infrastrutture per ricaricare i veicoli, a oggi ancora diffuse in modo disomogeneo tra nord e sud.
L'accordo di Parigi ha fissato come obiettivo una riduzione delle emissioni di gas serra pari al 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. A oggi in Italia il calo ha superato il 26%, ma sono aumentate le emissioni causate dalla gestione dei rifiuti.
Il nostro paese è ancora fortemente dipendente dalle importazioni di energia, soprattutto di gas. Per questo motivo, il ministero della transizione ecologica ha introdotto una strategia per contenerne i consumi.
Lo spreco di cibo è un fenomeno di rilevanza globale, con forti conseguenze ambientali. In Italia si producono molti rifiuti di origine alimentare soprattutto a livello domestico, con un aumento significativo nell'ultimo decennio.
Istat misura l'aspetto qualitativo dell'impatto dei cambiamenti climatici sulla quotidianità. Dal 2019 al 2021, è diminuita lievemente la preoccupazione a riguardo, ma è aumentata la soddisfazione per la situazione ambientale della propria zona di residenza.
Gli imballaggi in plastica sono nocivi per l’ambiente e ridurli è uno degli obiettivi ambientali dell’Ue. Di conseguenza molte aziende negli ultimi anni hanno avanzato promesse in questo senso, tuttavia non sempre mantenute.
L'aumento delle aree urbane è una delle cause principali dell'aumento dell'occupazione artificiale del suolo. Questa tendenza è evidente nei paesi europei, compresa l'Italia.