Dall’inizio dell’anno sciolti 15 nuovi comuni, uno commissariato per mafia Enti locali
Salgono a 39 gli enti locali attualmente commissariati per infiltrazioni mafiose. Il primo commissariamento per questo motivo nel 2021 riguarda il comune pugliese di Squinzano. Un focus sui comuni sciolti in Puglia negli ultimi anni, per mafia e non solo.
venerdì 12 Febbraio 2021 | Italie a confronto, Potere politico
Prosegue il monitoraggio dell’osservatorio sui comuni commissariati. Un focus sugli scioglimenti degli enti locali e le loro cause, dai conflitti politici nella maggioranza, all’incapacità di approvare il bilancio, fino al caso più patologico: l’infiltrazione della criminalità organizzata. In collaborazione con Giulio Marotta.
Cos’è successo nell’ultimo mese
Il consiglio dei ministri del 29 gennaio 2021 ha deciso il commissariamento del comune di Squinzano (Lecce): si tratta del primo scioglimento per infiltrazioni mafiose del 2021. Il comune era già stato sciolto a dicembre dello scorso anno a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri.
Nella stessa riunione (e in quella del 13 gennaio 2021) è stata deliberata la proroga di sei mesi del periodo di commissariamento del comune di Misterbianco (Catania) e dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Ancora più recente (8 febbraio 2021) la proroga del commissariamento di Manfredonia.
Gli altri scioglimenti deliberati dall’inizio del 2021 allo scorso 8 febbraio (sia ai sensi del testo unico sugli enti locali che della normativa delle regioni a statuto speciale) hanno riguardato 15 comuni.
Come e perché si arriva allo scioglimento di un comune in Italia
Leggi.
L’instabilità politica è la prima causa degli scioglimenti.
Tali scioglimenti sono causati prevalentemente da ragioni politiche. Le dimissioni contestuali dei consiglieri si sono verificate a Montegranaro (Fermo), Casaluce (Caserta), Casacalenda (Campobasso), Sant’Agata di Puglia (Foggia), Poggiardo (Lecce), Premosello di Chiovenda (Verbano Cusio Ossola; le dimissioni dell’intero consiglio fanno seguito all’inchiesta della magistratura che ha coinvolto il sindaco del comune, che era stato sospeso dall’incarico e poi si era dimesso) e Carovigno (Brindisi; per tale comune è stata avviata nei mesi scorsi la procedura di accesso per la verifica di eventuali infiltrazioni mafiose). I sindaci di Galbiate (Lecco) e Montallegro (Agrigento) sono stati sfiduciati. L’aumento dei commissariamenti per motivi politici appare in linea con la tendenza rilevata nell’anno appena chiuso.
+34% gli scioglimenti per motivi politici nel 2020 rispetto al 2019.
Comuni commissariati, cosa è successo nel 2020
Vai all'approfondimento.
Il comune di Formia (Latina) è stato sciolto per la mancata adozione delle misure di riequilibrio del bilancio. A Montebelluna (Treviso) è stata dichiarata la decadenza del sindaco, a seguito della sua elezione a consigliere regionale. Si è infine verificato il decesso dei sindaci di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), Brognaturo (Vibo Valentia), Dolo (Venezia) e San Nicandro Garganico (Foggia), dove consiglio e giunta rimangono in carica fino al prossimo turno elettorale.
Si segnala infine che la regione Sicilia, a seguito dell’ulteriore rinvio delle elezioni degli organi degli enti di vasta scala, ha provveduto alla nomina dei commissari straordinari delle città metropolitane di Messina, Palermo e Catania e dei liberi consorzi municipali di Trapani, Siracusa, Ragusa, Enna, Caltanissetta, Agrigento (per questi ultimi le elezioni sono state ora fissate il 28 marzo 2021).
Gli enti locali attualmente sciolti
Salgono così a 139 i comuni attualmente sciolti. A questi si aggiungono l’unione dei comuni Valle del Giovenzano, le aziende sanitarie calabresi commissariate per infiltrazioni mafiose oppure ai sensi della legge n. 60 del 2019 e della legge n. 181 del 2020, nonché le altre aziende sanitarie commissariate a vario titolo in diverse regioni italiane.
La mappa include i comuni sciolti dal governo nazionale e quelli deliberati dalle regioni a statuto speciale sulla base dei rispettivi ordinamenti (in giallo quelli commissariati a seguito dell’esito negativo delle ultime elezioni amministrative).
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Febbraio 2021)
Complessivamente gli enti sciolti nel nostro paese sono 142. Di questi, 39 (ovvero circa il 27% del totale) sono stati commissariati per infiltrazioni criminali. Con un impatto che varia molto all'interno del paese: in Calabria oltre il 60% degli enti sciolti, cioè 16 su 26, è stato commissariato per mafia. In Sicilia sono 12 su 29 (41%), in Puglia 5 su 12 (42%), in Campania 4 su 17 (24%). Seguono due regioni più piccole. La Valle d'Aosta (con solo 2 scioglimenti in corso, di cui uno - Saint-Pierre - sciolto per infiltrazioni un anno fa, il 10 febbraio 2020) e la Basilicata (3 scioglimenti, di cui uno per mafia).
Vuoi seguire il numero di commissariamenti in tempo reale?
Vai alla pagina dedicata.
In media il 27% degli scioglimenti in corso è per infiltrazioni criminali
Numero e tipo di scioglimenti in corso per regione
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Febbraio 2021)
Gli ultimi commissariamenti per infiltrazioni mafiose
Con lo scioglimento di Squinzano salgono a 352 gli enti locali commissariati per infiltrazioni mafiose dal 1991 ad oggi. La Calabria è la regione che nei 30 anni ha avuto più commissariamenti di questo tipo: 123, ovvero quasi il 35% del totale.
Tutti gli enti commissariati per infiltrazioni
Vai all'elenco completo.
Segue la Campania, con 111 commissariamenti, la Sicilia (85) e la Puglia (20). Tutte con meno di 5 scioglimenti nell'arco del trentennio le altre regioni: Piemonte (3), Liguria (3), Lazio (2), Basilicata (2), Valle d'Aosta, Lombardia e Emilia-Romagna (1 commissariamento ciascuna).
Salgono a 352 i commissariamenti per mafia dal ’91 al febbraio 2021
Numero di commissariamenti per infiltrazioni criminali dal 1991 a oggi
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Febbraio 2021)
39 gli enti locali attualmente gestiti da una commissione straordinaria
Con quello di Squinzano, salgono a 20 i commissariamenti per infiltrazioni criminali in Puglia dal 1991 (nessuno dei quali annullato dai giudici amministrativi). Otto si trovano nella provincia di Lecce; seguono Bari (5), Foggia (4) e 1 ciascuno nelle province di Brindisi, Taranto e Barletta-Andria-Trani. In 5 casi la procedura di accesso si è conclusa con l’archiviazione.
A gennaio 2021 commissariato Squinzano (Lecce)
I comuni pugliesi sciolti per infiltrazioni criminali dal 1991 a oggi
Ogni punto sulla mappa rappresenta un comune. Il colore identifica il numero di scioglimenti per infiltrazioni criminali dal 1991. Si può cliccare sul punto per conoscere alcuni dati identificativi di quel comune.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Febbraio 2021)
In Puglia, il fenomeno delle infiltrazioni mafiose si somma a quello di una forte instabilità delle amministrazioni locali. Se si prende in esame l’ultimo quadriennio (febbraio 2017-gennaio 2021) si registra lo scioglimento anticipato in 81 comuni (7 dei quali interessati da due scioglimenti a breve distanza di tempo), pari al 29% circa dei 257 comuni dell’intera regione. In termini di popolazione parliamo di circa 1,5 milioni di persone che hanno avuto il proprio comune sciolto nel corso dei 4 anni, su 4 milioni di residenti totali.
37,5% dei pugliesi ha visto il proprio comune sciolto almeno una volta dal 2017.
Gran parte degli scioglimenti sono stati causati da motivi politici: dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri (33 casi) o del sindaco (21). Seguono le infiltrazioni: dal 2017, 11 comuni sono stati sciolti per questo motivo. In 7 comuni la causa scatenante è stata la mancata approvazione dei documenti di bilancio.
Dal 2017 in Puglia ci sono stati 81 scioglimenti anticipati di comuni
Motivi degli scioglimenti di comuni in Puglia (2017-oggi)
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Febbraio 2021)
Cosa ha portato ai recenti commissariamenti per mafia
Nei precedenti approfondimenti abbiamo dato notizia del commissariamento per infiltrazioni mafiose del comune di Tortorici (Messina) e della proroga della gestione straordinaria dei comuni di Sinopoli (Reggio Calabria) e Torretta (Palermo). Le relazioni allegate ai decreti presidenziali illustrano i motivi alla base delle decisioni del governo (su parere conforme del comitato provinciale per l’ordine pubblico). Questi documenti inoltre riportano il lavoro avviato dai commissari per il ripristino della legalità, le iniziative assunte e i fattori che hanno portato alla proroga del commissariamento.
La relazione su Tortorici basa i presupposti dello scioglimento su quanto emerso nell’inchiesta “Nebrodi" rispetto ai collegamenti tra criminalità organizzata e l’amministrazione comunale. In particolare, elenca una serie di provvedimenti (ad esempio la concessione dei terreni comunali adibiti a pascolo, l’autorizzazione allo svolgimento di attività commerciale e la mancata repressione dei diffusi fenomeni di abusivismo edilizio) come volti a favorire esponenti delle famiglie mafiose.
La relazione del prefetto su Sinopoli dà conto degli interventi adottati dalla commissione straordinaria per il rilancio dell’azione dello stato sul territorio, utilizzando per questo scopo le risorse finanziarie recentemente messe a disposizione dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, attraverso procedure di spesa che non consentano ingerenze dei clan locali nell'attività del comune.
La relazione su Torretta si sofferma in particolare sulle misure di riorganizzazione dell’apparato comunale (rotazione generale del personale, approvazione del nuovo regolamento per il recupero dei beni confiscati etc.) e sul programma di lavori pubblici per la riqualificazione del territorio (manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, nuovi alloggi popolari etc.), tuttora in fase di realizzazione.
I decreti relativi ai commissariamenti per mafia dal 1991 a oggi
Cerca quali enti sono stati coinvolti nelle procedure di verifica per infiltrazioni mafiose
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Luglio 2021)
Le procedure d’accesso in corso
Il ministero dell’interno ha dato notizia dell’istituzione di una commissione di accesso presso il comune di Rosarno (Reggio Calabria) a seguito dell’inchiesta ‘Faust’, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia, che ha coinvolto anche il sindaco della città. Il comune di Rosarno è stato già commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata nel 1992 e nel 2008.
Da fonti ufficiali le procedure di accesso in corso (alcune delle quali avviate nel 2019 o nei primi mesi del 2020), riguardano anche i comuni di Melfi (Potenza), Paterno Calabro (Cosenza), Barrafranca (Enna, sciolto nell’agosto 2020 a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri), San Giuseppe Jato (Palermo, anche questo comune sciolto per dimissioni del sindaco, della giunta e della maggioranza dei consiglieri), Marano di Napoli (già sciolto tre volte in passato per infiltrazioni della camorra), Villaricca (Napoli; questo comune è stato già sciolto nel 1994 per infiltrazioni della camorra) e Calatabiano (Catania). Altri 3 casi sono stati segnalati dai mezzi di informazione.
L’esito degli ultimi ricorsi sui commissariamenti
Il Tar Lazio ha respinto il ricorso contro il decreto di commissariamento del maggio 2019 del comune di Africo (Reggio Calabria), in quanto presentato oltre i termini di legge.
Il Tar Veneto si è pronunciato su una richiesta di accesso di un amministratore locale alle relazioni di accompagnamento e agli altri atti istruttori del decreto di archiviazione dell’aprile 2019 riguardante il comune di Eraclea (Venezia), accesso inizialmente negato dal Ministero dell’Interno. Il giudice amministrativo ha consentito l’accesso con esclusione delle parti della documentazione per le quali il Ministero ha ribadito espressamente il carattere riservato delle informazioni ivi contenute, ai sensi del d.m. 10 maggio 1994, n. 415, che appunto prevede il divieto di divulgazione di determinate informazioni per motivi di ordine e sicurezza pubblica ovvero ai fini della prevenzione e repressione della criminalità”. Ribadendo l’orientamento già espresso in passato dal Consiglio di stato, il Tar ha sottolineato che l’accesso integrale ad atti a carattere riservato può essere consentito solo nel caso in cui il richiedente giustifichi l’indispensabilità di tali informazioni per la propria difesa in giudizio.
Il Tar Lazio ha respinto il ricorso avverso il trasferimento ad altro comune di un funzionario di Furnari (Messina), sottoposto a procedimento disciplinare dopo lo scioglimento nel 2009 per infiltrazioni mafiose dell’ente locale. Il giudice amministrativo ha giudicato validi gli elementi raccolti dalla commissione di accesso in ordine alle responsabilità del dipendente del comune.
Il Tar Sicilia ha respinto il ricorso avverso lo scioglimento del comune di Sciacca, decretato a novembre 2020 per mancata approvazione del rendiconto di gestione.
Si segnala infine che il Consiglio di stato ha respinto un nuovo ricorso per risarcimento danni presentato da alcuni ex amministratori del comune di Strongoli (Crotone), in seguito all’annullamento del relativo decreto di scioglimento da parte dei giudici amministrativi: non è stata infatti riscontrata una colpa grave dell’Amministrazione dell’Interno nella proposta di commissariamento.
Attraverso ricorsi e sentenze, nel corso degli anni la giurisprudenza, in particolare quella amministrativa, ha chiarito molti ambiti di incertezza nella normativa sui commissariamenti per mafia e stabilito anche modalità di applicazione concreta. Per tenere traccia di questo lavoro, abbiamo raccolto un'analisi delle sentenze e delle decisioni di Tar e consiglio di stato che hanno permesso di capire concretamente cosa significa infiltrazione criminale negli enti locali.
Le interrogazioni ed interpellanze parlamentari sui comuni sciolti
Dall'analisi degli atti di sindacato ispettivo rivolti dai parlamentari al governo possono emergere ulteriori informazioni su commissariamenti e scioglimenti.
Per restare aggiornato sulle interrogazioni sul tema
Vai alla pagina dedicata.
Nell’ultimo mese il governo ha risposto ad alcuni atti di sindacato ispettivo. In particolare, è stata negata l’esistenza dei presupposti di legge per il commissariamento per infiltrazioni mafiose, nel 2018, del comune di Anzio (Roma) nonché per lo scioglimento, nei mesi scorsi, ai sensi dell’art. 141 del Tuel, dei comuni di Avellino e Latina. Sono invece in corso le valutazioni da parte della prefettura in ordine al possibile avvio della procedura di accesso per il comune di Balestrate (Palermo). Il governo ha fornito chiarimenti sulla vicenda relativa alla sospensione dalla carica del sindaco di Villa Literno (Caserta).
5 le risposte date dal governo nell'ultimo mese alle interrogazioni sugli enti commissariati.
Sempre nello stesso periodo sono stati presentati 3 nuovi atti di sindacato ispettivo. Con un’interrogazione vengono chiesti chiarimenti in ordine al mancato commissariamento dell’azienda sanitaria 1 di Napoli, il cui procedimento di accesso si è concluso recentemente con un decreto di archiviazione (come è noto, non viene pubblicata la relazione conclusiva del prefetto; riferimenti alle irregolarità riscontrate dalla commissione di accesso sono contenute nel comunicato del ministero dell'interno). Altre interrogazioni riguardano l’istituzione di una commissione di accesso presso il comune di Napoli e la situazione dell’ordine pubblico nel comune di Arzano (Napoli, sciolto per tre volte per infiltrazioni della camorra, l’ultima delle quali nel 2019).
Le interrogazioni sui comuni e gli enti locali sciolti dal 2008 ad oggi
Scopri su quali enti locali è stata presentata un'interrogazione
I dati mostrano le interrogazioni e interpellanze svolte nelle ultime 3 legislature (XVI, XVII e XVIII) sul tema dei commissariamenti.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Luglio 2021)
Questo articolo è parte dell’osservatorio sui comuni e gli altri enti sciolti e commissariati, curato da openpolis in collaborazione con Giulio Marotta.
Foto: comune di Squinzano