Diminuisce il numero di comuni interessati da centri di accoglienza Migranti

In parte per via del calo degli arrivi e quindi delle presenze nei centri, si è significativamente ridotta la quota di comuni interessati dal sistema di accoglienza. Ma l’accoglienza diffusa ha numerosi vantaggi per l’inclusione.

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Nel periodo compreso tra il 2018 e il 2020 si è registrato un calo delle presenze di migranti nei centri di accoglienza dovuto anche a una riduzione del numero di arrivi, e una loro concentrazione all’interno dei comuni più urbanizzati. Parallelamente, e in parte conseguentemente, è anche diminuita la quota di comuni interessati dal sistema di accoglienza. Un fenomeno che però può avere effetti negativi sull’inclusione.

Le strutture per richiedenti asilo e rifugiati.

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Meno comuni interessati dall’accoglienza

Nel 2018 il 38,5% dei comuni italiani era interessato da centri di accoglienza per migranti. Nei due anni analizzati nel rapporto “Centri d’Italia, l’emergenza che non c’è” questa quota si è significativamente ridotta, di oltre 13 punti percentuali, arrivando nel 2020 al 25%.

1 su 4  comuni interessati da centri di accoglienza (2020).

In questi due anni, gli sbarchi e conseguentemente anche le presenze registrate nei centri di accoglienza si sono dimezzati. La riduzione dei comuni coinvolti è quindi in parte una conseguenza diretta di questo calo.

Il calo delle presenze sarebbe stato un’occasione per riformare il sistema di accoglienza.

Eppure proprio per via di queste condizioni si sarebbe potuto approfittare per accrescere la quota di comuni interessati e in generale per riformare e migliorare il sistema dell’accoglienza. Infatti come abbiamo raccontato in vari approfondimenti, l’accoglienza su scala ridotta, diffusa nei territori anche più periferici, ha molti vantaggi in termini di sostenibilità e, se i progetti sono ben articolati, può offrire maggiori possibilità di inclusione sociale.

-1.088 comuni interessati da centri di accoglienza nel 2020 rispetto al 2018.

I dati sono riferiti a tutti i tipi di centri: centri di accoglienza straordinaria (Cas), centri di prima accoglienza (Cpa) e centri di accoglienza ordinaria (Sai) e specificamente ai centri attivi al 31 dicembre del 2020, con l’eccezione dei Sai (3 luglio).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Centri d'Italia
(ultimo aggiornamento: mercoledì 20 Aprile 2022)

Reggio Emilia è la prima provincia in Italia per quota di comuni interessati da centri di accoglienza (circa il 93%). La seguono la provincia di Monza e della Brianza (74,5%) e Pistoia (70%).

Mentre in 11 province meno del 10% dei comuni risulta coinvolto. Ultima in questo senso è la provincia di Oristano (3,4%), seguita da Novara (4,6%) e da Valle d'Aosta e Macerata, entrambe con il 5,4% dei comuni coinvolti.

Foto: Andrea Mancini

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