È ancora elevata la concentrazione di No2 nell’aria Ambiente
Il biossido di azoto (No2) è pericoloso sia per l’ambiente che per la salute umana. Rispetto a 30 anni fa, le emissioni si sono ridotte ed è quindi diminuita la quota di popolazione esposta, ma sono ancora molti i comuni italiani che superano i limiti stabiliti dall’Oms.
venerdì 25 Marzo 2022 | Ecologia e innovazione
Uno dei fenomeni più dannosi generati dalla presenza antropica sulla Terra è l’inquinamento atmosferico. Oltre ad avere un impatto negativo sull’ambiente, è fortemente nocivo anche per la salute umana. In approfondimenti recenti, abbiamo ad esempio parlato dell’ozono e del particolato fine (Pm2.5).
Un altro agente particolarmente inquinante è il biossido di azoto. Nonostante un progressivo calo della concentrazione nell’aria di questa sostanza negli ultimi anni, l’Italia ne risulta ancora fortemente colpita. Sono infatti più di 50 i comuni che nel 2019 hanno superato il limite previsto dall’Oms sulla presenza media giornaliera di No2.
Cos’è il biossido di azoto e perché è pericoloso
Questo inquinante atmosferico viene generato in primis dal traffico veicolare, ma anche dall’utilizzo di gas nelle abitazioni, per il riscaldamento e nelle cucine. Altre fonti di emissioni di No2 sono da ricercare in processi industriali e di produzione di energia, oltre che nei radiatori a cherosene, in quelli a gas privi di scarico e nel fumo di tabacco.
Il biossido di azoto costituisce un pericolo sia ecologico che sanitario.
Si tratta di una sostanza particolarmente nociva sia per l’ambiente che per la nostra salute. A lungo andare, contribuisce all’eutrofizzazione, ovvero un processo degenerativo degli ecosistemi acquatici, dovuto a un eccesso di sostanze nutritive, e all’acidificazione delle piogge – due importanti e nocivi effetti del cambiamento climatico. Da un punto di vista sanitario invece un’esposizione prolungata contribuisce all’emergere di gravi patologie quali il diabete, l’ipertensione e i problemi cardiovascolari. Oltre a ostacolare il normale sviluppo della capacità polmonare. Studi recenti hanno inoltre rilevato un più elevato tasso di mortalità negli individui che abitano in zone maggiormente esposte a questa sostanza.
Per arginare questo problema, già nel 2010 il decreto legge 155 aveva attuato in Italia la normativa europea 2004/107/Ce, per favorire la riduzione delle sostanze inquinanti nell’aria.
Ad oggi, rispetto al decennio scorso, l’entità delle emissioni di ossidi di azoto (Nox) e quindi anche di No2 è infatti significativamente diminuita, in Italia come nel resto d’Europa.
-58,5% le emissioni di ossidi di azoto nei paesi Ue-27 tra il 1990 e il 2019.
Negli ultimi 30 le emissioni di ossidi di azoto si sono più che dimezzate
Le emissioni annuali dei paesi Ue (1990-2019)
Sono indicate le emissioni totali di Nox (il nome collettivo per tutti gli ossidi di azoto e le loro miscele, tra cui anche No2) nei paesi dell’Ue-27. I dati sono aggiornati al 4 ottobre 2021.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 17 Marzo 2022)
In circa 30 anni l'entità delle emissioni si è più che dimezzata, passando da quasi 16 milioni di tonnellate nel 1990 a poco più di 6 milioni nel 2019.
Analizzando i dati relativi agli altri inquinanti atmosferici quali Pm2.5, ammoniaca e ossidi di zolfo, vediamo inoltre che si tratta di uno degli agenti che hanno registrato il calo maggiore in questo lasso di tempo. Solo gli ossidi di zolfo e i composti organici volatili non metanici hanno registrato cifre più alte, rispettivamente pari al -92,2% e al -59,6%. Mentre le emissioni di Pm2.5 si sono ridotte del 35,6% e quelle di ammoniaca del 28,1%.
La concentrazione di No2 nelle arie italiane
L'organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha stabilito dei limiti sia a livello di concentrazione di biossido di azoto nell'aria che a livello temporale, ovvero quanto tempo una persona possa esporsi a un certo livello di concentrazione per non subire effetti avversi sulla propria salute. Si tratta di 10 μg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria) come media annuale e 25 μg/m3 come media giornaliera.
Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2019, nel nostro paese sono ancora molti i centri abitati in cui si superano queste raccomandazioni.
54 i comuni italiani dove mediamente in un anno si supera la media che l'Oms considera limite per una sola giornata.
Due comuni milanesi primi in Italia per inquinamento da biossido di azoto
La concentrazione media annuale di No2 nei comuni italiani (2019)
Sono indicati i comuni che superano, rispettivamente, il limite di 10 μg/m3 di concentrazione di No2 nell’aria (riconosciuto dall’Oms come massimo a livello annuale) e quello di 25 μg/m3, che secondo le linee guida Oms non andrebbe superato nemmeno in una giornata. I valori sono riferiti alla media annuale.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Marzo 2022)
Due comuni in particolare, entrambi nella provincia di Milano (Cormano e Rho) superano addirittura i 40 μg/m3 di media annuale. Si tratta di comuni che hanno rispettivamente 50mila e 20mila abitanti. Tra i grandi centri urbani invece è Milano a registrare il dato più alto (con una concentrazione di No2 pari a 37 μg/m3, seguita da Torino (36 μg/m3) e Roma, (34 μg/m3).
Il 24% di tutti i comuni analizzati riporta una concentrazione superiore al limite giornaliero, mentre meno del 10% rientra nei limiti annuali.
Se però analizziamo i dati relativi alla quota di popolazione esposta a quantitativi elevati di questo agente inquinante, vediamo che tra il 2017 e il 2019 c'è stato un significativo miglioramento.
In due anni, diminuisce la quota di persone esposte a biossido di azoto
La quota di persone esposte a No2 a seconda della concentrazione nell'aria, nel 2017 e nel 2019
È indicata la distribuzione della popolazione urbana esposta a fasce di concentrazione media annua di No2 (negli anni 2017 e 2019).
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Marzo 2022)
Nel 2017 infatti quasi 8 milioni di persone in Italia erano esposte a una concentrazione media annua di No2 compresa tra i 40 e i 50 μg/m3 (il 39% di tutta la popolazione esposta). Mentre 4,8 milioni erano esposti a una concentrazione tra i 30 e i 40 μg/m3 (24%) e 5,1 milioni a una tra i 20 e i 30 μg/m3 (28%). Solo il 9% respirava un'aria in cui il biossido di azoto era presente in quantità inferiori ai 20 μg/m3.
Appena 2 anni dopo, nel 2019, la situazione era decisamente migliorata. Poco più di 70mila persone risultavano esposte a quantitativi molto elevati di No2 (oltre i 40 μg/m3), mentre circa 7,3 milioni respiravano un'aria in cui il biossido di azoto non superava i 20 μg/m3 (il 37%, la quota più elevata).
Tuttavia sono ancora molte le persone esposte a livelli comunque elevati di questa sostanza (12,2 milioni di persone respirano ogni giorno un'aria con biossido di azoto tra i 20 e i 40 μg/m3) e c'è ancora molta strada da fare da questo punto di vista. Ma si sono fatti dei passi avanti significativi.
Foto: Mario La Pergola - licenza