È impossibile analizzare il nuovo Pnrr Monitoraggio e trasparenza

Nonostante gli annunci trionfalistici del governo, le informazioni disponibili sul Pnrr sono sempre meno. A oggi infatti è impossibile capire in maniera puntuale come sia cambiato dopo la revisione e a che punto siano i lavori.

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Nelle ultime settimane la comunicazione del governo sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha assunto toni trionfalistici. Una modalità giustificata anche da alcuni importanti risultati raggiunti nell’arco di poco tempo. Dapprima l’approvazione da parte delle istituzioni europee della proposta di revisione del piano, inclusa la nuova missione dedicata all’energia: il Repower Eu. Successivamente l’erogazione della quarta tranche di fondi legata agli obiettivi che il nostro paese doveva raggiungere entro il giugno scorso. Seguita dall’invio della richiesta della quinta rata relativa alle scadenze fissate per la seconda parte del 2023. Infine, la ricezione di un anticipo di 551 milioni di euro per il Repower, annunciata giovedì scorso da Meloni.

Consideriamo quello di oggi un ulteriore ed importante passo avanti sull’attuazione del PNRR che il Governo sta portando avanti con efficacia e determinazione.

Recentemente anche la presidente uscente della commissione europea Ursula Von Der Leyen ha dato il suo endorsement al lavoro fatto dall’esecutivo italiano su questo fronte. Eppure le criticità sono tutt’altro che risolte. Anche e soprattutto per quanto riguarda la trasparenza e la disponibilità di informazioni. Anzi, da questo punto di vista sono stati fatti dei passi indietro.

Il nuovo Pnrr è stato approvato da quasi 2 mesi ma ancora non ci sono informazioni dettagliate di com’è cambiato.

Nonostante siano passati quasi due mesi dall’approvazione del piano rivisto infatti a oggi mancano all’appello ancora moltissime informazioni. A partire dall’elenco aggiornato di tutte le riforme e degli investimenti previsti e del relativo quadro finanziario. Il rilascio di molte di queste informazioni è legato all’entrata in vigore di un decreto legge che dovrebbe dare attuazione alla revisione del piano. Tale misura era stata anche annunciata dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno ma ancora non è stata emanata.

Il perdurare di questa situazione di stallo ha peraltro determinato, da mesi, il mancato aggiornamento di tutte le fonti ufficiali che pubblicavano informazioni sull’avanzamento del piano. Per questo motivo a oggi è impossibile capire esattamente come sia cambiato il Pnrr e a che punto sia. Chiediamo dunque che siano pubblicati al più presto dati aggiornati.

Il nuovo Pnrr e i dati disponibili

Il via libera definitivo al nuovo piano italiano è arrivato nel corso del consiglio dell’Unione europea dell’8 dicembre scorso, ma un primo semaforo verde era già arrivato dalla commissione europea il 24 novembre. Come abbiamo spiegato in questo articolo, per diverse settimane l’unico documento disponibile che fornisse informazioni sul nuovo piano era stato rilasciato proprio dalla commissione. Si trattava però di una relazione in cui venivano indicate in maniera molto sintetica le principali modifiche apportate.

123 le misure modificate o aggiunte nella nuova versione del Pnrr approvata dalla commissione europea.

Per diverse settimane quindi, non sono state disponibili informazioni dettagliate e sistematiche, misura per misura, su:

  • importo assegnato (aumentato a 194,4 miliardi di euro complessivi); 
  • obiettivi da raggiungere (i nuovi milestone e target); 
  • progetti da realizzare.

A oggi, solo una di queste tre lacune è stata colmata. Lo scorso 19 gennaio infatti Italia domani ha pubblicato un dataset relativo alle scadenze. Certamente si tratta di un primo elemento importante. Grazie a questo file infatti è possibile capire molte cose. Ad esempio com’è cambiata la distribuzione degli impegni assunti dal nostro paese da oggi fino al 2026. Un primo dato che balza all’occhio è che gli impegni previsti per la fine del 2023 sono diminuiti, passando da 69 a 52. Di conseguenza è diminuito anche l’importo richiesto dall’Italia all’Ue, passando da 18 a 10,6 miliardi.

+90 le scadenze di rilevanza europea a seguito dell’approvazione del nuovo Pnrr italiano.

Possiamo concludere quindi che non solo si aggiungono delle nuove scadenze a cui il nostro paese dovrà adempiere – a partire da quelle riguardanti la missione aggiuntiva del Repower Eu – ma anche che alcune di quelle già previste sono state posticipate. Questo comporterà inevitabilmente uno sforzo importante nei prossimi 3 anni, anche per cercare di recuperare il ritardo accumulato.

I dati che mancano

Dal database pubblicato sarebbe possibile dedurre anche un quadro aggiornato relativamente alle nuove misure del piano e alle componenti e missioni cui queste appartengono. Tuttavia, anche volendo effettuare autonomamente questa operazione, manca ancora un dettaglio fondamentale. E cioè il quadro aggiornato delle risorse assegnate a ogni misura del piano. Oltre a una descrizione dettagliata degli interventi che si intende realizzare che non si esaurisca con il mero titolo. Questo vale anche per il piano energetico Repower Eu, cioè un’intera missione che si va ad aggiungere al Pnrr, con interventi di cui a oggi di certo sappiamo poco o nulla.

Anche dal lato delle scadenze comunque, il dataset pubblicato rivela una mancanza che non viene in alcun modo spiegata. Sono infatti scomparse le scadenze italiane. Cioè quei target e milestone intermedi, che il governo nazionale aveva programmato per facilitare il raggiungimento degli adempimenti di rilevanza europea.

Mancano ancora informazioni aggiornate su quadro finanziario e progetti da realizzare.

Ma l’aspetto più critico è forse quello riguardante i dati sui progetti. Nell’ultimo anno infatti la ragioneria generale dello stato aveva iniziato ad aggiornare queste informazioni con cadenza trimestrale. L’ultima pubblicazione risale allo scorso 4 dicembre. Come abbiamo visto però a quel giorno il nuovo Pnrr non era ancora entrato definitivamente in vigore. I dati più recenti sui progetti (attualmente circa 229mila) non sono quindi allineati al piano modificato. E questo comporta diversi problemi. Non ultimo quello di capire una volta per tutte che fine faranno gli interventi – tuttora presenti nell’ultimo dataset pubblicato – rientranti nelle 9 misure che il governo ha deciso di definanziare.

Il rischio quindi è che questo disallineamento tra progetti e nuovo Pnrr si protragga ancora almeno fino a marzo. Sempre ammesso che questo processo non richieda più tempo vista la necessità di aggiornare le misure del piano. Per tutti questi motivi a oggi è impossibile capire con chiarezza come sia cambiato il Pnrr e a che punto ci troviamo per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori. Ma queste non sono le uniche lacune in termini di trasparenza.

Un passo indietro sulla trasparenza

Da un lato, le criticità che abbiamo appena descritto rappresentano una svolta negativa rispetto ai lievi miglioramenti degli scorsi mesi sul fronte dei progetti. È dallo scorso aprile infatti, che il governo pubblica trimestralmente su Italia domani, dataset relativi ai progetti finanziati dal Pnrr. Informazioni quali la natura degli interventi, le risorse assegnate e i territori interessati.

È un risultato che deriva almeno in parte dalla nostra continua domanda di trasparenza, dati e informazioni, che negli anni si è tradotta anche in due richieste di accesso agli atti (Foia), presentate da noi e altri soggetti della società civile.

Non conosciamo lo stato di avanzamento dei lavori e della spesa.

Dall’altro lato tuttavia, i problemi rilevati si inseriscono perfettamente in un quadro che fin dall’avvio del Pnrr presenta lacune in termini di trasparenza. Per quanto riguarda i progetti, mancano ancora dati relativi allo stato di avanzamento dei lavori e della spesa. Sono informazioni fondamentali per capire concretamente come stanno procedendo opere e interventi che avranno un impatto sulla vita dei cittadini italiani. E che inoltre dovranno necessariamente concludersi entro il 2026.

Sappiamo che sulla piattaforma Regis queste informazioni esistono, tant’è che abbiamo recentemente analizzato una relazione allarmante dell’ufficio parlamentare di bilancio sull’andamento della spesa per il Pnrr. Tuttavia questi dati non sono accessibili pubblicamente e questo tipo di relazioni e rilasci sono sporadici, insufficienti a un monitoraggio.

Ci sono sempre meno dati sulle scadenze.

Anche sulle scadenze continuiamo a evidenziare mancanze. Innanzitutto l’ultima relazione del governo al parlamento sullo stato di attuazione del piano risale al 31 maggio 2023. Mentre per legge dovrebbe essere trasmessa con cadenza semestrale. Al di là della relazione poi, sono pochi i dati accessibili sull’andamento di milestone e target anche da altre fonti. Questa condizione, che va avanti fin dall’inizio, si è aggravata negli ultimi mesi, a fronte dello stallo dovuto al processo di revisione del piano nazionale. I ministeri non hanno più aggiornato i propri siti a riguardo e anche la documentazione parlamentare sul tema ha subito un calo di qualità e aggiornamenti.

Il piano procede nonostante tutto

Parallelamente però il Pnrr è andato avanti: il governo ha richiesto a Bruxelles la quinta rata di finanziamento e Italia domani ha condiviso il conseguimento di tutte le scadenze che erano previste per il quarto trimestre del 2023. Questa attività è praticamente inutile ai fini di un monitoraggio dell’andamento del piano. Sulla piattaforma infatti vengono condivisi aggiornamenti solo a posteriori, quando il governo considera già completati tutti gli interventi. Tra l’altro in molti casi non viene neanche pubblicata una documentazione che provi l’effettivo conseguimento, che è solo dichiarato.

D’altra parte il passo indietro in termini di trasparenza, che abbiamo appena descritto, non è in alcun modo osteggiato dalla commissione europea. Anzi, l’organo esecutivo Ue ha un approccio assolutamente favorevole al lavoro del governo sul piano nazionale.

L’Italia è assolutamente in linea con la tabella di marcia del Pnrr: metà dei fondi è stata già erogata e questa è una bellissima notizia.

Per le istituzioni europee l’importante sembra dunque essere l’erogazione dei fondi al nostro paese. Intanto la quinta rata ammonta a 7 miliardi in meno del previsto, nel 2023 abbiamo speso solo il 7,4% dei fondi preventivati e a oggi non sono disponibili informazioni complete sul nuovo Pnrr. Ma in vista delle elezioni europee di giugno, quando la presidente della commissione Von der Leyen si giocherà la rielezione, e con altri temi di negoziazione sul tavolo, in primis il patto di stabilità, le priorità dei rapporti tra la commissione Von der Leyen e il governo Meloni evidentemente sono altre.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: GovernoLicenza

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