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La generazione più preoccupata dai cambiamenti climatici

Da prima che iniziasse la pandemia, le manifestazioni per il clima hanno dimostrato la sensibilità e l’impegno delle nuove generazioni verso la salvaguardia dell’ambiente. In particolare la tutela dai rischi connessi al cambiamento climatico, con la richiesta – rivolta a governi e istituzioni – di mettere in atto politiche adeguate per ridurne l’impatto. Una tendenza internazionale, in cui l’Italia si distingue in positivo.

Giovani italiani più preoccupati della media Ue per gli effetti del cambiamento climatico.

Una delle più recenti indagini promosse dal parlamento europeo attraverso Eurobarometro ha indicato come, anche dopo l’emergenza Covid, la questione ambientale resti una delle priorità principali per le nuove generazioni. Il 51% dei giovani europei tra 15 e 24 anni si dichiara molto preoccupato per il cambiamento climatico, contro il 45% nelle altre fasce d’età. Per l’Italia il divario generazionale è addirittura più ampio: quasi 2 ragazzi su 3 sono molto preoccupati per il clima, a fronte di una media del 53% nella popolazione complessiva.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Eurobarometro
(pubblicati: martedì 17 Gennaio 2023)

Anche tra ragazze e ragazzi coinvolti nel progetto Ripartire è emersa una chiara sensibilità verso i temi ambientali. Un interesse che gli studenti hanno declinato principalmente su due aspetti. Quello della gestione dei rifiuti, spesso collegato dai ragazzi alla fruibilità e alla manutenzione degli spazi pubblici condivisi come aree verdi, piazze, strade e marciapiedi. E quello della sostenibilità dei trasporti, da promuovere attraverso investimenti sul trasporto pubblico e sulla mobilità dolce, ad esempio con le piste ciclabili.

Ogni classe, in ciascun territorio, ha approcciato in modo diverso i vari temi. Tuttavia la questione dei trasporti è l’unica a essere emersa ovunque, in tutte le scuole coinvolte dal progetto. Ciò non deve stupire, data la rilevanza del tema per migliaia di studentesse e studenti che devono spostarsi ogni giorno per raggiungere la scuola o per vedersi nel tempo libero. Parlando con loro, il concetto di mobility as a service, per cui il diritto alla mobilità racchiude in sé il diritto alla fruizione di tutti gli altri servizi, è emerso in tutta la sua concretezza quotidiana. Con l’attenzione, purtroppo meno frequente tra gli adulti, all’impatto dei propri spostamenti sull’ecosistema.

Partiamo da una considerazione: i mezzi di trasporti pubblici hanno tanti aspetti positivi, come la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Un autobus infatti può trasportare una certa quantità di persone che altrimenti dovrebbe ricorrere a mezzi privati con conseguenze negative sul traffico stradale e sull’aumento di emissioni di sostanze inquinanti nell’aria.

Gli spostamenti quotidiani degli studenti nelle aree di progetto

In Italia quotidianamente sono quasi 9,7 milioni le persone che devono spostarsi per motivi di studio. Oltre il 70% raggiunge il luogo di istruzione, la scuola o l’università, spostandosi all’interno del proprio comune. Il restante 29,3% invece deve spostarsi fuori dal comune di residenza.

Tale quota risulta molto variabile nelle aree di progetto. Gli spostamenti fuori dal comune di residenza sono quasi il 40% in provincia di Pordenone, e rappresentano circa il 30% del totale in quelle di Cosenza (31,2%), L’Aquila (29,2%) e Ancona (27,6%). Nella città metropolitana di Roma invece solo il 13,6% di chi si sposta per studio esce dal proprio comune di residenza.

Un dato su cui evidentemente incide l’estensione territoriale della Capitale, che con 1.287 chilometri quadrati è il comune italiano con la superficie più ampia (quasi il doppio di Ravenna, seconda con circa 650 kmq).

Non a caso, confrontando i singoli comuni coinvolti dal progetto, Roma è quello con meno spostamenti per studio esterni al comune: il 98,6% avviene all’interno degli estesi confini cittadini. Tuttavia, la media comunale spiega poco della realtà vissuta quotidianamente dagli studenti del VI municipio – il più periferico della Capitale – e della corona di comuni limitrofi da cui provengono tanti ragazzi. Solo per citarne alcuni, Guidonia Montecelio (36,1% di spostamenti per studio fuori dal comune), Tivoli (23,9%), Gallicano nel Lazio (41,9%), Monte Compatri (56,1%).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat e Agenzia per la coesione territoriale
(ultimo aggiornamento: giovedì 13 Maggio 2021)

In scala minore, questo vale anche per gli altri territori del progetto. Nei comuni vicini alle città in cui ha sede la scuola coinvolta, la quota di ragazze e ragazzi che per studio si spostano giornalmente si innalza in modo considerevole. Tra i residenti del comune di Pordenone che ogni giorno si spostano per motivi di istruzione, il 13% deve uscire dal comune; la quota però supera il 40% in gran parte dei comuni confinanti: ad esempio Cordenons (49,2%), Zoppola (45%), Azzano Decimo (42%), Fiume Veneto (44,5%).

Così a Trebisacce, dove il 10,9% dei residenti che si muovono per studio si spostano fuori dal comune, ma la quota raggiunge il 39,9% nella confinante Villapiana, il 49,3% ad Albidona, supera il 42% nella vicina Amendolara e arriva addirittura al 50,7% a Plataci.

Vale lo stesso per Ancona e L’Aquila. Nelle due città gli spostamenti per studio fuori dal comune si attestano rispettivamente al 9,2% e al 3,1%. Mentre nei comuni vicini, specie se interni e montani, la quota risulta molto più elevata.

La raggiungibilità della scuola con mezzi alternativi all’auto privata

È probabilmente da questo vissuto quotidiano di tanti studenti che nasce l’interesse – davvero trasversale a tutti i territori, da nord a sud – per gli spostamenti interni alla città e tra i comuni confinanti.

La questione dei trasporti è l’unica ad essere emersa senza eccezioni in tutte le località del progetto, praticamente in tutte le classi, anche se con accenti molto diversi. Del resto, che il servizio sia molto variabile lungo il paese sono i dati a mostrarcelo.

Nei comuni dell’Aquila, di Ancona e di Pordenone oltre il 95% degli edifici scolastici presenti risulta raggiungibile con mezzi di trasporto collettivo alternativi all’auto privata nell’anno scolastico 2020/21. Ben oltre la media nazionale, in quell’anno pari all’87,9%. Un dato che va attribuito anche alla presenza di bambini e ragazzi residenti nelle aree interne limitrofe che convergono nelle 3 città per i servizi scolastici e non solo. La quota scende invece molto a Trebisacce, dove l’81,8% degli edifici scolastici statali presenti risulta raggiungibile da almeno un mezzo alternativo all’auto, e a Roma (75%).

Ai fini di questa analisi, sono considerati mezzi collettivi tutti i trasporti di tipo urbano, interurbano, ferroviario o di altro tipo (ad esempio quelli dedicati alle persone con disabilità).

Cosa emerge dal racconto e dalle analisi dei ragazzi

Differenze territoriali così ampie nell’offerta dei servizi contribuiscono a spiegare le diverse priorità che ragazze e ragazzi hanno assegnato al tema della sostenibilità ambientale. Dalla mappatura delle associazioni ecologiste a Pordenone, alla denuncia della dispersione illegale dei rifiuti a Trebisacce.

Gli studenti e le studentesse della 3Tur hanno intervistato per la loro ricerca l’azienda Ecoross, che si occupa della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti a Trebisacce e in altri 12 comuni limitrofi. In base alle risposte ricevute hanno scoperto che dei 13 enti in questione, 10 hanno adottato delle misure contro l’abbandono dei rifiuti. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Ecoross ai ragazzi, i siti di stoccaggio non sono sufficienti per l’area che l’azienda ha in gestione e questo ostacola un processo adeguato di smaltimento.

Un fenomeno molto diffuso nel nostro territorio che compromette la sua salubrità è quello della dispersione illegale dei rifiuti. Le cosiddette discariche abusive. Una parte dei cittadini infatti non pratica la raccolta differenziata, preferendo buttare i propri rifiuti domestici nelle aree urbane ed extra-urbane.

Anche gli alunni e le alunne di Pordenone hanno trattato il tema dei rifiuti. Da un lato hanno mappato la presenza di associazioni ambientaliste e società che gestiscono il servizio. Auspicandosi più iniziative di sensibilizzazione per la comunità, soprattutto rivolte agli adulti. Dall’altro lato hanno analizzato i dati sulla raccolta differenziata e indifferenziata di Gea, l’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti a Pordenone e in territori vicini. Dai risultati hanno potuto notare un aumento positivo della raccolta differenziata nel comune, che hanno ricondotto a una maggiore attenzione da parte dei cittadini e a un miglioramento del servizio nel corso degli anni. Una situazione evidentemente molto diversa rispetto a quella descritta da ragazze e ragazzi di Trebisacce.

Raccolta differenziata e indifferenziata a Pordenone, 3N, Zanussi

Anche ad Ancona è stato affrontato il tema dei rifiuti, da una prospettiva per certi versi più vicina a quella di Pordenone. In linea con una tendenza che ritroveremo anche nei prossimi capitoli: laddove gli studenti hanno espresso la percezione che servizi e strutture funzionino a un livello sufficiente, hanno rivolto le loro ricerche verso aspetti più specifici e servizi aggiuntivi. È il caso della 3A mod, che nell’approfondimento sui rifiuti si è occupata anche di mappare la presenza di ecosportelli. Cioè strutture che forniscono un supporto informativo ai cittadini sul servizio di gestione dei rifiuti.

Gli ecosportelli sono maggiormente concentrati nelle città più popolose della provincia. Su un totale di 11 sportelli, 8 sono situati ad Ancona e Senigallia; gli altri comuni sono costretti ad accontentarsi di 1 sportello ciascuno. Possiamo notare quindi come la grandezza delle città incida sulla quantità corrispondente di ecosportelli.

Sempre la 3A mod ha dedicato inoltre una ricerca al tema della mobilità sostenibile, in particolare alla presenza di piste ciclabili. Infrastrutture che sono state considerate solo dagli studenti di questo comune, costituendo un passaggio ulteriore rispetto all’analisi più generica dell’offerta di trasporto pubblico.

Dataset piste ciclabili in provincia di Ancona – 3A mod, Benincasa

Anche all’Aquila e a Borghesiana è stata affrontata la questione della mobilità sostenibile. Non solo, il tema del trasporto pubblico si è intrecciato con quello delle esigenze di socialità e di indipendenza negli spostamenti.

Sul primo punto, le ragazze e i ragazzi dell’Aquila hanno intervistato la direttrice dell’Azienda mobilità aquilana, che ha condiviso con loro dati molto interessanti in merito alla sostenibilità ambientale dei mezzi di trasporto pubblico.

Grafico sulla sostenibilità dei mezzi di trasporto pubblico dell’Aquila – 4B, Cotugno e licei annessi

Come emerge dal grafico, su 87 mezzi a disposizione dell’ente la maggior parte appartiene alla categoria euro 2 (22 in valore assoluto) ed euro 3 (36). Cioè quelle maggiormente inquinanti.

Oltre all’aspetto legato alle emissioni, fin dai primi incontri con studentesse e studenti dell’Aquila è emersa la loro necessità di un potenziamento del servizio in orari serali. Perché nella situazione attuale faticano a spostarsi autonomamente la sera, senza ricorrere a un mezzo privato. Un disservizio che vivono come ostacolo alle loro normali esigenze di vita sociale, di incontro con i coetanei, ancora più forti dopo questi anni di chiusure e di distanziamenti.

il servizio nella città dell’Aquila dopo le 20:00 non è molto efficiente poiché, su 10 linee prese in esame che dalle zone periferiche […] si spostano verso il centro, compresa la navetta elettrica che attraversa il centro, soltanto la metà dei mezzi è attiva. In nessun caso, l’ultima corsa parte dopo le 21:15.

Anche a Borghesiana il tema dei trasporti è stato approcciato dalla stessa prospettiva. Da un lato, l’auspicio di una maggiore diffusione di mezzi sostenibili per gli effetti positivi a livello ambientale. Dall’altro, l’esigenza che il trasporto pubblico sia più accessibile per i giovani. Sia in termini di frequenza e orari delle corse, sia per quanto riguarda il costo del biglietto e le tratte disponibili.

Per noi giovani è molto importante avere dei mezzi di trasporto accessibili ed efficienti e soprattutto con un costo moderato così che tutti possano usufruirne.

Per enfatizzare ulteriormente la necessità di migliorare il servizio, alunne e alunni di Borghesiana hanno inoltre analizzato nella loro ricerca la distanza (in chilometri) tra la scuola che frequentano e alcuni punti di interesse. I luoghi considerati sono stati scelti in base sia alla loro rilevanza culturale e storica che all’attrattività per i giovani.

Distanza in km tra la scuola e luoghi di interesse – 5AT, Borghesiana

Per ragazze e ragazzi che vivono in aree periferiche, la possibilità di raggiungere punti di interesse spesso distanti anche diversi chilometri, come evidenziato dal grafico, è ancora più cruciale. Per permettere a tutti di visitare poli culturali e artistici, così come di incontrarsi con gli amici al centro commerciale.

Foto: Progetto Ripartire

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