Indice di produttività parlamentare 2017
3. Cosa ci raccontano le classifiche della XVII legislatura
Le graduatorie finali dell’indice di produttività parlamentare riassumono al meglio le dinamiche analizzate nel corso degli ultimi anni: dalla disomogenea distribuzione della produttività, allo sbilanciamento del rapporto governo-parlamento, passando per la centralità delle key position.
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Come sempre, quando vengono stilate delle classifiche, l’intento non è quello di individuare vincitori o vinti, ma quello di fornire uno strumento per meglio intercettare i funzionamenti politici di camera e senato.
La classifica dei gruppi
Come anticipato nel corso della legislatura l’abituale dinamica maggioranza-opposizione è mutata in uno scontro fra il governo e l’opposizione. Una trasformazione che ha avuto delle ripercussioni nette sulle classifiche della produttività. I gruppi di opposizione, quando capaci di svolgere efficientemente il proprio mandato, sono riusciti a ottenere un punteggio elevato.
In cima alla classifica di Montecitorio troviamo tutti gruppi di opposizione
A Montecitorio i 4 gruppi più produttivi sono tutti di opposizione: Lega nord (477,88 punti di media), Si-Sel-Pos (270,15), Movimento 5 stelle (267,52) e Fratelli d’Italia (265,81). Un risultato dovuto, oltre al lavoro svolto dai gruppi in questione, a una caratteristica dell’indice di produttività: ai gruppi di opposizione, a parità di risultato ottenuto, viene dato un punteggio maggiore (il doppio) rispetto ai membri della maggioranza. Se un deputato del Pd riesce a far approvare una sua proposta di legge riceve 40 punti, se lo stesso riesce a fare un membro di Forza Italia (opposizione) il punteggio è di 80. Per una semplice questione numerica è molto più facile far passare un atto per l’esponente di un gruppo che sostiene il governo, e per questo motivo il lavoro dei membri dell’opposizione assume un’altro peso. Se da un lato quindi i gruppi di opposizione tendono a produrre di più, quelli di maggioranza invece hanno risultati relativamente scarsi. Con un governo tuttofare, il raggio di azione dei parlamentari che fanno parte dei gruppi che sostengono la maggioranza è ridotto. Se non si viene nominati relatori di provvedimenti governativi, è molto difficile per deputati e senatori di maggioranza far sentire la propria voce.
FONTE: elaborazione openpolis su dati ufficiali di camera e senato
Altro elemento da considerare è la consistenza dei gruppi: più sono piccoli, più sarà alta la concentrazione di membri con ruoli chiave di stampo politico (capigruppo in commissione per fare un esempio), più è probabile che il punteggio medio del gruppo sia alto. Escludendo il Movimento 5 stelle, gli altri tre gruppi in cima alla classifica di Montecitorio hanno un numero limitato di membri, e due di essi sono persino sotto la soglia minima di componenti necessari.
I gruppi piccoli hanno un punteggio più alto grazie alla maggiore incidenza dei ruoli chiave
Nonostante sia più forte nei gruppi parlamentari piccoli, il peso dei membri con ruoli chiave è un fattore per tutti. Alla camera il punteggio medio dei gruppi si abbassa del 27,73% se si considerano solo i membri senza key position. È chiaro che la presenza di membri con ruoli chiave è una determinante centrale nella distribuzione della produttività nei vari gruppi. A questo proposito è interessante il caso del Movimento 5 stelle. Per statuto infatti gli incarichi politici del Movimento all'interno del parlamento ruotano ogni 3 mesi, una regola che sfuma di molto il peso delle key position nel rendimento medio del gruppo: senza i parlamentari che al momento hanno uno dei ruoli chiave analizzati (presidente di commissione, vice presidente di commissione, capogruppo di aula e commissione), la media del gruppo si abbassa solo del 6,37%. La produttività all'interno del Movimento 5 stelle, rispetto agli altri gruppi, sembra essere diffusa in maniera più uniforme.
FONTE: elaborazione openpolis su dati ufficiali di camera e senato
Anche al senato la capacità dei gruppi medio piccoli di ottenere un punteggio più alto è tangibile. Escludendo il Partito democratico, i primi 7 gruppi in classifica hanno una media di 14 membri. Elemento che certifica ancora una volta l'incidenza dei ruoli chiavi nel punteggio che un gruppo riesce a ottenere. Non a caso il Partito democratico, unico gruppo numeroso in cima alla classifica, vede il suo punteggio diminuire del 16,43% quando si escludono i membri con ruoli chiave. Al senato questa percentuale risulta essere elevata, visto che la contrazione media è solo del 5,34%, a differenza di quanto avviene alla camera dove, come visto, è del 27%. Anche in questo ramo, la distribuzione della produttività all'interno del Movimento 5 stelle è particolarmente uniforme, con il punteggio medio dei parlamentari semplici che si discosta solo di 0,51 punti percentuali rispetto a quello del gruppo.
Le classifiche individuali
Il 68% dei primi 25 classificati a Montecitorio ha un ruolo chiave. Dalla capolista Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione giustizia, al presidente della commissione affari costituzionali Mazziotti (20° in classifica, Misto), passando per i vice presidenti Palese (6° in classifica, Fi - commissione bilancio) e Tancredi (14° - Ap, commissione politiche Ue). In totale a Montecitorio sono 8 i parlamentari che hanno superato i 1.000 punti. Tra questi, due non hanno una key position: Marco Causi (3° - Pd) che è stato relatore del decreto Imu e del decreto lavoro, e David Ermini (7° - Pd) relatore sia del decreto carceri che del decreto risarcimento detenuti. In questa speciale classifica troviamo 5 membri della maggioranza, tutti del Partito democratico, e 3 membri dell'opposizione: Gianluca Pini (2° - Lega nord, capogruppo commissione esteri), Massimiliano Fedriga (4° - Lega nord, capogruppo di aula) e il già menzionato Rocco Palese (6° - Forza Italia, vice presidente commissione bilancio).
I più produttivi alla camera - 8 deputati sopra i 1.000 punti
Deputato e punteggio | Incarichi o attività principali |
---|---|
1° - Ferrante (Pd) - 1.752,49 | Pres. Comm. Giustizia |
2° - Pini (Ln) - 1.213,38 | Capogruppo Comm Esteri |
3° - Causi (Pd) - 1.157,61 | Rel. decreto Imu e decreto lavoro |
4° - Fedriga (Ln) - 1.082,24 | Capogruppo Aula |
5° - Realacci (Pd) - 1.058,88 | Pres. Comm. Ambiente |
6° - Palese (Fi) - 1.054,24 | VicePres. Comm. Bilancio |
7° - Ermini (Pd) - 1.049,23 | Rel. decreto carceri e decreto risarcimento detenuti |
8° - Fiano (Pd) - 1.007,54 | Capogruppo Comm. Affari costituzionali |
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Più che a Montecitorio, a Palazzo Madama il peso delle key position nella classifica individuale della produttività sembra essere un fattore determinante. Il 76% dei primi 25 sono o presidenti-vice presidenti di commissione o capigruppo di aula-commissione. Abbiamo tra questi i presidenti di commissione Marino (8° in classifica, Pd - commissione finanza), Sacconi (16°, Ap - commissione lavoro) e Tonini (21°, Pd - commissione bilancio). Anche qui sono 8 i parlamentari che hanno superato 1.000 punti in 5 anni di legislatura. Tre i senatori "senza incarico": Cucca (4° - Pd) che è stato relatore del processo civile, del ddl codice penale e del decreto migranti, Lai (6° - Pd) relatore dei tre decreti sui terremoti del 2016 e 2017 e Zanoni (7° - Pd) relatrice della stabilità 2016 e 2018.
I più produttivi al senato - 8 senatori sopra i 1.000 punti
Senatore e punteggio | Incarichi o attività principali |
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1° - Pagliari (Pd) - 1.858,44 | Capogruppo Comm. Affari costituzionali |
2° - Santini (Pd) - 1.362,58 | Capogruppo Comm bilancio |
3° - Casson (Art.1-Mdp) - 1.160,17 | Vice Pres. Comm. giustizia |
4° - Cucca (Pd) - 1.134,66 | Rel. decreto processo civile, ddl codice penale e decreto migranti |
5° - Compagna (Fl) - 1.118 | Capogruppo Comm. Esteri |
6° - Lai (Pd) - 1.086,13 | Rel. 3 decreti terremoti 2016-2017 |
7° - Zanoni (Pd) - 1.023,77 | Rel. decreto salva Roma, stabilità 2016 e 2018 |
8° - Marino (Pd) - 1.017,42 | Pres. Comm. Finanza |
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