Partner

In questo capitolo approfondiremo gli investimenti del Pnrr di interesse per il mondo del Terzo settore che riguardano il tema della digitalizzazione. Tra gli interventi oggetto di analisi ci saranno le misure volte all’accrescimento delle competenze digitali dei cittadini, al potenziamento dei servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione ma anche all’ampliamento delle possibilità offerte in ambito culturale.

Il primo investimento che passeremo in rassegna è quello riguardante le competenze digitali di base. Questo intervento, del valore complessivo di 195 milioni di euro, si articola in due sottomisure: Servizio civile digitale e Rete di servizi di facilitazione digitale.

M1C1-I1.7 Competenze digitali di base

Questo sub-investimento, che assorbe 60 milioni di euro, mira a dispiegare una rete di giovani volontari per fornire supporto e formazione agli individui a rischio di esclusione digitale.

Sul fronte dell’attuazione, tale sub-misura si svolge su un arco triennale. Il primo bando è stato pubblicato il 2 agosto 2022 e si è chiuso il 30 settembre. Il secondo si è aperto il 31 gennaio 2023 e si è chiuso il 31 marzo. Un terzo bando infine è stato pubblicato a luglio 2023 e si è concluso il 28 settembre. I volontari selezionati con questo avviso hanno iniziato la loro attività tra novembre e dicembre 2023.

Tale misura rientra tra quelle che sono state modificate nell’ambito della revisione del Pnrr. In particolare sono stati rivisti al ribasso i target contenuti nella scadenza M1C1-24. Con la revisione i cittadini beneficiari di queste iniziative di formazione sono passati da 1 milione a 700mila. Ciò per tenere conto dell’aumento del costo unitario dell’operatore volontario a partire da maggio 2023. Inoltre la scadenza è stata posticipata da metà a fine 2025.

-300mila i cittadini beneficiari delle iniziative del Servizio civile digitale.

I progetti a cui è stato assegnato un Cup (per cui possono essere considerati come in corso) sono 167 per un importo complessivo di circa 47,2 milioni. In questo caso risulta impossibile una distribuzione territoriale dei diversi interventi poiché molti coprono più regioni.

A livello di singoli progetti, quello dall’importo più rilevante è un intervento di ambito nazionale del valore di 2,9 milioni di euro. Il progetto riguarda attività di formazione e supporto tecnico-specialistico strumentale all’attuazione del sub-investimento. Il secondo intervento più significativo è intitolato “Mezzogiorno digitale” e ha un valore complessivo di 1,9 milioni di euro circa. Tale progetto riguarda vari comuni campani, lucani, laziali e pugliesi. Un altro intervento dello stesso importo si intitola “Futura digitale 4.0” e riguarda vari territori lucani, calabresi, campani, laziali, pugliesi e siciliani.

M1C1-I1.7.2 Rete di servizi di facilitazione digitale

Il secondo sub-investimento contenuto in questa misura ha un valore di 135 milioni di euro. Anche questo ha l’obiettivo di aiutare i cittadini a incrementare il livello di competenze digitali. In questo caso ciò avverrà coinvolgendo, entro giugno 2026, almeno 2 milioni di persone a rischio di esclusione digitale in iniziative di formazione. Tali attività saranno erogate dai centri di facilitazione digitale presenti sul territorio generalmente presso biblioteche, scuole e centri sociali. Altro obiettivo è incrementare il numero di tali strutture, arrivando a quota 3mila di cui almeno 200 situate nel mezzogiorno.

Alcune regioni sono in ritardo ed è stato necessario disporre dei piani di rientro.

Sul fronte dell’attuazione della sottomisura, secondo quanto riportato nella relazione del governo sul Pnrr, sono stati sottoscritti accordi con tutte le regioni e le province autonome. Risultano avviati i punti di facilitazione di Basilicata, Marche, Lazio, Toscana e delle province autonome di Trento e Bolzano. Per quanto riguarda le altre regioni invece, sono stati definiti o si stanno definendo dei piani di rientro per recuperare i ritardi e raggiungere gli obiettivi previsti dai singoli accordi.

I progetti che attivi al 18 aprile 2024 attualmente sono 298 per un importo totale di circa 96 milioni di euro.

39 mln € i fondi Pnrr ancora da assegnare per la rete dei servizi di facilitazione digitale.

In questo caso è possibile fare una ripartizione regionale delle risorse assegnate. Il territorio che riceve più risorse è la Lombardia (18,7 milioni di euro). Ciò al netto di un progetto di ambito nazionale del valore di 2,4 milioni di euro circa. Seguono Campania (15,3) e Puglia (9,7). Non risultano progetti avviati in Molise e Sicilia.

FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati Italia domani.
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Aprile 2024)

36,1% le risorse Pnrr per le reti di facilitazione digitale assegnate al mezzogiorno.

Nel caso di questa sottomisura non ha molto senso approfondire quali sono i singoli interventi con gli importi più significativi perché ogni regione si è organizzata in modo diverso. La Lombardia ad esempio fa registrare un solo progetto che assorbe l’intero importo assegnato. In Piemonte al contrario si contano 36 diversi interventi, in Puglia 46, in Lazio 40, in Toscana 79.

M1C3-I1.1 Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale

L’investimento, del valore complessivo di 500 milioni di euro, mira a creare un’infrastruttura digitale nazionale in grado di raccogliere, integrare e conservare le risorse culturali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate.

Questa misura si suddivide in ben 12 sub-investimenti:

  • M1C3-I1.1.1 Piano nazionale di digitalizzazione dei beni culturali (2 milioni) con cui si punta a realizzare uno strumento di pianificazione strategica per sviluppare modelli processi, metodi e regole per implementare il processo di trasformazione digitale;
  • M1C3-I1.1.2 Sistema di certificazione dell’identità digitale per i beni culturali (16 milioni) con cui si punta a dotare tutti i beni culturali di un’identità digitale che ricalchi il modello dello Spid;
  • M1C3-I1.1.3 Servizi di infrastruttura cloud (25 milioni) con cui si mira alla progettazione e all’acquisto di servizi cloud da mettere a disposizione del ministero della cultura;
  • M1C3-I1.1.4 Infrastruttura digitale per il patrimonio culturale (73 milioni) con cui si vuole creare un’infrastruttura software, nativamente cloud, per la raccolta, conservazione ed esposizione delle risorse digitali della cultura;
  • M1C3-I1.1.5 digitalizzazione (200 milioni) di musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura;
  • M1C3-I1.1.6 Formazione e miglioramento delle competenze digitali (20 milioni) che aspira alla progettazione e realizzazione di un piano di formazione e aggiornamento rivolto al personale del ministero e a tutti gli operatori attivi nel campo del patrimonio culturale;
  • M1C3-I1.1.7 Supporto operativo (5 milioni) per la corretta implementazione delle azioni del progetto;
  • M1C3-I1.1.8 Polo di conservazione digitale (58 milioni) per rispondere all’esigenza di adottare strategie e strumenti uniformi per la conservazione degli archivi in modo affidabile e sostenibile;
  • M1C3-I1.1.9 Portale dei procedimenti e dei servizi ai cittadini (10 milioni) con cui si vuole mettere a disposizione una piattaforma per le procedure e i servizi del ministero della cultura;
  • M1C3-I1.1.10 Piattaforma di accesso integrata alla Digital Library (36 milioni) per permettere a cittadini, esperti e operatori del settore culturale di accedere a banche dati integrate e personalizzate;
  • M1C3-I1.1.11 Piattaforma di co-creazione e crowdsourcing (10 milioni). Tale progetto è articolato lungo 3 dimensioni: sociale (gli utenti possono caricare e condividere i loro contenuti originali), partecipativa (gli utenti possono contribuire a progetti di crowdsourcing per arricchire le descrizioni del patrimonio culturale), tecnico-scientifica (gli utenti possono contribuire alla raccolta di conoscenze e aggiungere metadati alle risorse digitali);
  • M1C3-I1.1.12 Piattaforma di servizi digitali per sviluppatori e imprese culturali (45 milioni) con cui si punta a diffondere iniziative ed eventi oltre a dare accesso a un mercato di servizi ad alto valore aggiunto, da sostenere attraverso bandi di finanziamento dedicati a start-up e imprese culturali e creative.

Sul versante dell’attuazione di questa misura, secondo la quarta relazione del governo sul Pnrr, risultano in essere le attività esecutive per tutti e 12 i sub-investimenti. Al 31 dicembre 2023, risultavano impegnati complessivamente 287 milioni di euro, pari a circa il 57% dell’importo destinato alla misura nel suo complesso.

Non risultano progetti avviati per le sottomisure M1C3I1.1.10, M1C3I1.1.11 e M1C3I1.1.12.

Sul fronte dei prossimi adempimenti, sono previste due scadenze entrambe fissate a fine 2025. Il primo obiettivo prevede la formazione di almeno 30mila utenti attraverso la piattaforma di e-learning sui beni culturali. Il secondo invece è quello di incrementare fino a 65 milioni il volume di beni culturali digitalizzati.

Per quanto riguarda le informazioni sui progetti attualmente disponibili, possiamo osservare che solo per la quinta sottomisura è possibile valutare l’impatto territoriale degli interventi presenti. In tutti gli altri casi infatti i progetti in corso risultano essere di ambito nazionale.

Approfondendo i dati riguardanti la sottomisura “Digitalizzazione” i progetti attualmente presenti sono 22. L’importo complessivo ammonta a 200 milioni di euro, cifra che esaurisce tutte le risorse disponibili per questo sub-investimento.

A livello regionale, l’area che riceve la quota più significativa di risorse è la Sicilia (7,6 milioni). Seguono Campania (7,2 milioni), Lombardia (6,7 milioni) e Lazio (6,6 milioni).

Nel grafico, per motivi di visualizzazione, non è presente un progetto di ambito nazionale del valore totale di 130 milioni di euro.

FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati Italia domani.
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Aprile 2024)

Il singolo intervento più significativo è di ambito nazionale e ha un valore di 130 milioni di euro. Si tratta di un progetto che vede come soggetto attuatore l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale.

M1C1-I1.4 Servizi digitali e cittadinanza digitale

La misura ha un valore complessivo di 2,02 miliardi di euro. Essa punta a sviluppare un’offerta integrata e armonizzata di servizi pubblici digitali orientati al cittadino, garantire la loro adozione diffusa tra le amministrazioni centrali e locali e migliorare l’esperienza degli utenti. Questa misura si suddivide in più sub-investimenti. Soltanto 2 di questi sono di interesse per il Terzo settore.

M1C1-I1.4.1 Citizen experience, miglioramento della qualità e dell’usabilità dei servizi pubblici digitali

Questa sottomisura, del valore complessivo di 813 milioni di euro, punta a migliorare l’esperienza dei cittadini nell’utilizzo di servizi pubblici digitali. Nell’ambito della revisione del Pnrr è stato inserito il riferimento al numero medio di 3,5 servizi implementati dai comuni.

Secondo la quarta relazione sul Pnrr, la misura ha preso avvio attraverso una serie di avvisi del dipartimento per la transizione digitale destinati a comuni e istituti scolastici per l’adesione alla progettazione/modello comune di siti web/servizi. Al 31 dicembre 2023 risultavano già erogati circa 11 milioni di euro.

Per quanto riguarda le prossime scadenze, entro la fine dell’anno ci si attende che almeno il 40% dei comuni e degli istituti scolastici aderiscano a modelli comuni di siti web e componenti dei servizi.

Riguardo i progetti attualmente in corso, parliamo di 13.308 interventi per un importo complessivo di circa 793 milioni di euro. Rispetto all’aggiornamento dati di dicembre 2023 risultano eliminati 60 progetti per un valore di 655mila euro. Mentre se ne trovano 12 aggiuntivi per un importo di 877mila euro.

La regione che riceve più fondi in questo caso è la Lombardia (139,7 milioni per 2.127 progetti). Seguono Piemonte (83 milioni per 1.260 progetti) e Veneto (71,9 milioni per 1013 progetti).

FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati Italia domani.
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Aprile 2024)

34,3% la quota di risorse assegnate alle regioni del mezzogiorno per il miglioramento della qualità e dell’usabilità dei servizi pubblici digitali.

A livello di singoli interventi più significativi dal punto di vista economico ne troviamo 7 del valore di circa 1,3 milioni di euro ciascuno. Tali progetti riguardano i portali dei comuni di Bologna, Catania, Genova, Palermo, Torino, Venezia e Verona.

M1C1-I1.4.2 Citizen inclusion – Miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali

Questo sub-investimento, del valore complessivo di 80 milioni di euro, intende migliorare l’esperienza lato utente dei servizi digitali erogati al pubblico, con particolare riguardo agli aspetti inclusivi relativi all’accessibilità.

Si punta a raggiungere questo obiettivo attraverso 3 linee di intervento:

  • monitoraggio della qualità e accessibilità dei siti web e delle app di soggetti pubblici e privati;
  • iniziative nazionali di sensibilizzazione e formazione sulla cultura dell’accessibilità;
  • supporto specialistico e finanziamenti a 55 pubbliche amministrazioni locali, per migliorare l’accessibilità dei servizi digitali.

Sul fronte dell’attuazione, la misura ha preso avvio nel 2021 con la firma dell’accordo tra il dipartimento per la trasformazione digitale e l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), individuata come soggetto attuatore. Secondo la quarta relazione del governo sull’attuazione del Pnrr, risultano sottoscritti 22 accordi (rispetto ai 55 previsti) tra AgID e le pubbliche amministrazioni al fine di fornire loro supporto specialistico e finanziamenti.

Ad aprile del 2022 inoltre AgID ha sottoscritto una convenzione con il Centro nazionale delle ricerche (Cnr) per l’avvio dell’attività di monitoraggio dei siti e delle App delle Pa e dei privati. Inoltre sono stati attivati lotti Consip per lo sviluppo della dashboard di dati aggregati, per l’evoluzione delle soluzioni applicative per le pubbliche amministrazioni in materia di accessibilità e per le iniziative di formazione, diffusione e supporto.

La prossima scadenza per quanto riguarda questo sub-investimento è fissata per il giugno del 2025. Entro questa data AgID dovrà aver erogato il supporto a tutte le 55 pubbliche amministrazioni individuate. Dovrà poi essere dimezzato il numero di errori su almeno 2 servizi digitali di ciascuna amministrazione. Inoltre, dovranno essere diffusi almeno 3 strumenti volti a riprogettare e sviluppare i servizi digitali più utilizzati. Infine dovrà essere assicurato che almeno il 50% delle soluzioni accessibili tramite Ict sia a disposizione di tutti i lavoratori con disabilità.

Riguardo i progetti se ne possono contare 30 per un importo totale di circa 45 milioni. Di questi interventi, 23 risultano essere di ambito nazionale.

40,7 mln € gli investimenti di ambito nazionale per il miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali.

Gli altri progetti riguardano invece enti pubblici in 6 diverse regioni (Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e provincia autonoma di Trento). Tra questi progetti i due economicamente più rilevanti (995mila euro) riguardano il miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali delle regioni Puglia e Calabria.

Foto: Unsplash Glenn Carstens-PetersLicenza

PROSSIMA PARTE