Come avevamo osservato in un precedente approfondimento, le elezioni europee sembravano aver avuto un impatto sui cambi di gruppo già nei mesi precedenti al voto. Trascorsa l’estate le loro conseguenze politiche tonano a farsi sentire con 7 nuovi cambi di gruppo.

Regole e cambi di casacca

Come è noto, il passaggio dalla formazione con cui si è stati eletti a un diverso gruppo politico è del tutto legittimo per un parlamentare, in Italia come nella maggior parte delle democrazie. Se questo fenomeno assume dimensioni eccessive però può essere il sintomo di un alto tasso di trasformismo all’interno del sistema politico.

La costituzione italiana permette a ciascun parlamentare di agire senza vincolo di mandato. Questi quindi possono comportarsi difformemente dal proprio gruppo, o anche cambiarlo. Vai a “Che cos’è il vincolo di mandato”

Ma se da un lato non si può vietare a un parlamentare di cambiare gruppo è comunque possibile introdurre accorgimenti che disincentivino questa pratica, in particolare attraverso i regolamenti parlamentari. Una considerazione che sembra confermata dal fatto che dei 52 cambi di gruppo avvenuti da inizio legislatura ben 43 sono avvenuti alla camera e solo 9 al senato.

52 i cambi di gruppo avvenuti nei primi 24 mesi di legislatura. Di questi 43 sono avvenuti alla camera e 9 al senato.

E in effetti è proprio al senato che, in seguito alla riduzione del numero dei parlamentari, il regolamento è stato modificato in modo più compiuto intervenendo anche su questa materia attraverso disincentivi sia di natura economica sia relativi agli incarichi ricoperti.

L’andamento dei cambi di gruppo

Osservando l’andamento dall’insediamento delle camere si osserva come già nel primo mese si siano registrati 21 cambi di gruppo, divenuti 22 il mese successivo. Questo fenomeno, che si è registrato anche nelle precedenti legislature, rappresenta una forma sui generis di cambio di gruppo. Il passaggio infatti avviene dal gruppo misto a formazioni che in precedenza non erano ancora state costituite. Da una parte questo dunque non riflette un comportamento trasformistico. Al contempo però questi gruppi sono nati in ritardo perché costituiti in deroga al regolamento che prevede in via ordinaria un numero minimo di iscritti proprio per limitare la frammentazione politica.

Questi movimenti, possono dunque essere considerati come un assestamento di inizio legislatura che, in questa occasione ha coinvolto in particolare Alleanza verdi e sinistra e Noi moderati, oltre al senatore a vita Carlo Rubbia, il quale non si era iscritto ad alcun gruppo fino a novembre 2022.

FONTE: openparlamento
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Ottobre 2024)

Poi nel corso del primo anno i cambi di gruppo sono stati pochi (2 alla camera e 2 al senato), almeno fino alla separazione tra Azione e Italia Viva dell’ottobre 2023.

Successivamente con l’approssimarsi delle elezioni europee i cambi di casacca sono tornati a crescere. Un fenomeno che, almeno in parte, può essere interpretato come un posizionamento in vista del momento elettorale.

Gli ultimi cambiamenti e il bilancio dei cambi di casacca

Lo stesso in effetti sembra essere successo anche dopo queste elezioni. Da quel momento infatti, la maggior parte dei cambi di gruppo ha riguardato il Movimento 5 stelle (M5s), che alle europee ha ottenuto risultati molto inferiori alle parlamentari, e il cosiddetto terzo polo che, essendosi presentato diviso alle urne, non è riuscito a eleggere nessun esponente all’europarlamento.

Per quanto riguarda il M5s si tratta nello specifico del senatore Trevisi e dell’on. Lovecchio, entrambi passati a Forza Italia (FI). Sempre a FI si sono uniti anche i deputati Enrico Costa e Isabella De Monte, il primo uscendo da Azione (Az) e la seconda da Italia Viva (Iv). Da queste formazioni hanno deciso di separarsi anche Luigi Marattin (Iv) e Mara Carfagna (Az) preferendo però unirsi al gruppo misto. Come l’on. Carfagna anche la senatrice Gelmini ha lasciato Azione, tuttavia nel suo caso non si è trattato propriamente di un cambio di gruppo. Infatti al senato Azione non dispone di un gruppo autonomo rappresentando solo una componente del misto. Gelmini dunque ha lasciato la componente rimanendo nel misto come autonoma.

Di questi parlamentari dunque 4 hanno lasciato gruppi di opposizione per aderire a formazioni che sostengono la maggioranza, mentre altri 2 si sono iscritti al gruppo misto. Caso diverso è invece quello di Andrea De Bertoldi, il primo parlamentare di Fratelli d’Italia lasciare il gruppo della presidente del consiglio. Un cambiamento che comunque lo ha portato ad aderire al misto continuando a votare con la maggioranza.

Alla luce di questi cambiamenti si può osservare come 6 parlamentari (4 deputati e 2 senatori) siano passati da gruppi di opposizione a gruppi di maggioranza dall’inizio della legislatura, di cui 4 dopo le elezioni europee. Al momento non si registrano invece passaggi in senso inverso. Infatti coloro che hanno lasciato gruppi di maggioranza si sono fin ora uniti a ad altri gruppi che sostengono il governo, oppure al gruppo misto continuando però a votare con la maggioranza.

FONTE: openparlamento
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Ottobre 2024)

Quanto ai gruppi quello che risulta aver perso più parlamentari è Azione alla camera, prima a causa della separazione con Italia viva, e poi con gli ultime divisioni politiche legate all’avvicinamento di questa formazione al cosiddetto campo largo in vista delle elezioni regionali. Al secondo posto la stessa Italia viva al senato, anche in questo caso in seguito alla separazione con Azione.

Di converso a guadagnare più parlamentari è stato il gruppo di Italia viva alla camera, mentre lo stesso non è avvenuto con Azione al senato, visto che i suoi componenti sono confluiti nel misto non avendo i numeri per costituire un gruppo autonomo. Anche nel caso di Italia viva non si è trattato però di un effettiva crescita, visto che il gruppo si è costituito proprio in occasione di questa separazione.

Se si esclude la nascita di nuovi gruppi e non si considera il gruppo misto dunque a guadagnare più esponenti è stata Forza Italia, ovvero una delle formazioni che ha ottenuto maggiori soddisfazioni dalle elezioni europee. Al partito guidato dal ministro Tajani infatti hanno aderito da inizio legislatura 2 senatori e 4 deputati, mentre non ne è uscito nessuno.

Foto: senato della repubblica (X)

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