Cooperazione Italia, ritorno al passato
4. Impegno per lo sviluppo, la differenza tra il dire e il fare
Dall’analisi dei dati definitivi Ocse per il 2017, emerge che le attività finanziate attraverso il canale bilaterale non rispondono in modo adeguato e coerente alle priorità stabilite nel documento triennale di programmazione e indirizzo 2017-2019 approvato dal Coordinamento Interministeriale Cooperazione allo Sviluppo (Cics). Se ad esempio agricoltura, diritto al cibo e servizi essenziali sono considerati settori prioritari per sconfiggere fame e povertà sulla carta, questo nella pratica trova riscontri pratici inadeguati. Inoltre l’impegno preso nei confronti dei paesi agli ultimi posti nei livelli di sviluppo (ldcs) non risulta confermato dalla percentuale di aiuti ad essi destinati.
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documento triennale di programmazione e indirizzo 2017-2019.
Italia tra gli stati che donano meno ai paesi meno sviluppati
L'Italia nel 2017 è il 20° tra i 29 donatori Ocse per percentuale di aps investita nei paesi meno avanzati.
La promessa dell’Italia è raggiungere l’obiettivo dello 0,15% dell’rnl ai paesi lcds.
FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: lunedì 7 Gennaio 2019)
I settori di intervento
Le priorità di agricoltura, istruzione e salute rappresentano poco più del 12% di tutto l'aiuto bilaterale italiano per il 2017.
Agricoltura, cibo, sicurezza alimentare, accesso all’acqua pulita, assieme ai servizi essenziali: sanità e istruzione di base, vengono da sempre indicati come prioritari e strategici per la fuoriuscita dalla povertà. Nonostante nel documento di programmazione 2017-2019 della cooperazione allo sviluppo si affermi la volontà di rafforzare l’ impegno operativo in questo ambito, stando ai dati Ocse nel 2017, all'agricoltura è stato destinato solo il 1,7% dell'aps bilaterale. E non godono di finanziamenti significativi neanche istruzione e sanità di base che ricevono complessivamente poco più del 10%.
Oltre la metà dell’aps bilaterale nel 2017 è andato all’accoglienza dei rifugiati
Nonostante l'agricoltura sia considerata priorità, l'Italia ha destinato a questa voce solo l'1,7% dell'aps bilaterale
Secondo le regole dell’Ocse i paesi donatori possono conteggiare come cooperazione allo sviluppo le spese per il primo anno di accoglienza dei migranti.
FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: domenica 6 Gennaio 2019)
La compressione delle quote di aps bilaterale destinate a questi settori è da imputarsi in buona parte alla voce "rifugiati nel paese donatore". Come abbiamo visto infatti questa voce è letteralmente esplosa negli ultimi anni arrivando a occupare oltre la metà dell'aiuto bilaterale.
In ogni caso anche escludendo dai calcoli le spese per i "rifugiati nel paese donatore" la distribuzione delle risorse mostra evidenti contraddizioni con le priorità settoriali dichiarate e quanto effettivamente destinato. I dati della Relazione annuale sulla politica di cooperazione allo sviluppo infatti confermano come prendendo in esame anche soltanto l'ambito ristretto dei flussi bilaterali effettivamente allocati i settori prioritari non risultano sostenuti da investimenti adeguati.
Aiuto pubblico bilaterale allocabile per settore
La composizione dell'aps bilaterale nella sua componente allocabile.
L’aps bilaterale allocabile, per definizione, non include parti della spesa in aps che non sono allocabili, come ad esempio le “spese per i rifugiati nel paese donatore”.
L’articolo 12 della l.125/2014 stabilisce che il ministero degli esteri predisponga annualmente una relazione sulle attivita’ di cooperazione allo sviluppo realizzate nell’anno precedente.
FONTE: Relazione annuale sulla politica di cooperazione allo sviluppo
(ultimo aggiornamento: venerdì 11 Gennaio 2019)
Le aree geografiche
L'area geografica che l'Italia considera prioritaria è l'Africa. Questa priorità appare in effetti confermata dai dati sulla distribuzione geografica dell'aps (sia bilaterale che multilaterale). Se si considerano le risorse di aps che varcano i nostri confini nazionali (e quindi non la voce "rifugiati nel paese donatore") risulta che l'Italia ha destinato all'Africa subsahariana, negli anni 2016-2017, il 36,5% degli aiuti. Al secondo posto invece si trova l'Europa con il 20,5%.
Nonostante questo bisogna anche rilevare che la quota di risorse destinate al continente africano si è ridotta di circa l'8% rispetto agli anni 2006-2007, a fronte di una crescita di oltre 10 punti degli aiuti destinati ad altri paesi europei.
La distribuzione geografica dell’aps italiano
L'Africa subsahariana è l'area geografica a cui sono destinati più fondi
La distribuzione geografica dell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia negli anni 2016-2017 corrisponde sostanzialmente alle priorità enunciate nei documenti programmatici. L’Africa, considerata dal nostro paese la prima priorità, è effettivamente l’area a cui sono destinate la maggior parte delle risorse.
È qui considerato sia l’aps bilaterale che quello multilaterale, destinato alle organizzazioni internazionali. Sono escluse le componenti di aps non allocabili geograficamente (come ad esempio le spese per i rifugiati nel paese donatore).
FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Gennaio 2019)
Foto credit: Oxfam