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In questo capitolo approfondiremo le misure del Pnrr di interesse per il Terzo settore che intervengono nell’ambito della scuola. In particolare analizzeremo gli investimenti per la creazione di nuovi posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. Ampio spazio poi per gli interventi per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico.

M4C1-I1.1 Piano asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia

Con questa linea di investimento, del valore complessivo di circa 3,2 miliardi di euro, si punta ad aumentare l’offerta educativa nella fascia 0-6 attraverso la costruzione su tutto il territorio nazionale di nuovi asili nido e nuove scuole dell’infanzia o la messa in sicurezza di quelli esistenti. L’obiettivo della misura è la creazione di strutture in grado di consentire il raggiungimento dell’obiettivo di copertura europeo relativo ai servizi per la prima infanzia.

L’implementazione di tale investimento ha incontrato diverse difficoltà lungo il percorso. Per questo la misura rientra in quelle modificate in sede di revisione del Pnrr. In primo luogo c’è stata una riduzione dell’importo previsto per la misura.

-1,4 mln € le risorse in meno per asili e scuole dell’infanzia a seguito della revisione del Pnrr.

Tra le motivazioni che hanno portato a questa decisione, c’è anche il fatto che la commissione europea non ha considerato ammissibili le spese correnti e di gestione che erano state rendicontate, pari a 900 milioni di euro. In secondo luogo si sono riscontrate delle difficoltà nella presentazione delle domande, arrivate in numero non sufficiente per esaurire tutte le risorse disponibili. In virtù di questo è stato rivisto al ribasso il target finale della misura (M4C1-18) che prevedeva la creazione di 264.480 nuovi posti nei servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Il nuovo obiettivo, posticipato di 6 mesi (da fine 2025 al giugno 2026), prevede adesso la creazione di 150.480 nuovi posti.

Sul fronte dell’attuazione, come già anticipato, nel marzo e nel dicembre del 2021 sono usciti i primi bandi. Tuttavia le domande pervenute non sono bastate per esaurire le risorse stanziate. Per questo si è reso necessario pubblicare ulteriori avvisi. Inoltre sono state anche attivate delle azioni di stimolo verso i comuni coinvolgendo l’Anci, gli uffici prefettizi territorialmente competenti e la task force edilizia dell’Agenzia per la coesione territoriale.

L’investimento su asili nido e scuole dell’infanzia è tra quelli che hanno incontrato le maggiori difficoltà.

Il cronoprogramma originario del Pnrr prevedeva che entro il giugno 2023 fossero aggiudicate tutte le gare d’appalto. Tuttavia l’incremento dei costi a causa dell’inflazione ha comportato dei significativi rallentamenti. Per questo, d’accordo con la Commissione europea, si è scelto di proseguire solo con una prima selezione di progetti. Le opere escluse da questa prima fase, nelle intenzioni del governo, saranno recuperate con la pubblicazione di nuovi bandi. A questo proposito, il 30 aprile del 2024 è stato pubblicato il decreto ministeriale 79 che individua ulteriori interventi da finanziare.

Per quanto riguarda i progetti legati a questa misura dotati di Cup e che quindi possono essere considerati come in corso, attualmente se ne contano 2.438 per un valore totale di circa 3,9 miliardi, 3,3 se si considerano solamente le risorse Pnrr e non le altre fonti di finanziamento. Com’è evidente l’importo eccede le risorse messe a disposizione in seguito alla revisione del Pnrr.

È probabile che non tutti i progetti in corso per asili e scuole dell’infanzia vedranno una conclusione.

Questo lascia presumere che i dati sui progetti pubblicati non tengano ancora conto della revisione al ribasso degli obiettivi della misura. Come già anticipato quindi, probabilmente non tutti gli interventi saranno effettivamente realizzati. Almeno non con le risorse del Pnrr. Rispetto all’aggiornamento dati del dicembre 2023, risultano eliminati 115 progetti per un importo totale di 213,5 milioni. Risulta invece un solo intervento aggiuntivo da 1,8 milioni di euro per l’adeguamento di una scuola materna già esistente nel comune di Gaggiano, nell’area metropolitana di Milano.

A livello regionale l’importo più significativo è andato alla Campania (497,8 milioni per 343 interventi). Seguono Lombardia (339 milioni per 233 interventi) e Puglia (321,9 milioni per 178 progetti).

Il grafico riporta il valore economico dei progetti realizzati in ogni regione. Il dato tiene conto anche di eventuali fonti di finanziamento ulteriori rispetto a quelle del Pnrr.

FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati Italia domani.
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Aprile 2024)

51% le risorse del Pnrr assegnate alle regioni del mezzogiorno per asili nido e scuole dell’infanzia.

A livello di singoli interventi, il più oneroso economicamente è localizzato nel comune di Suzzara in Lombardia. Qui si prevede la realizzazione di un nuovo polo dell’infanzia mediante demolizione e ricostruzione dell’immobile già esistente. L’importo del progetto è di circa 9,2 milioni di euro. Il secondo intervento più significativo (9 milioni di euro) è localizzato a Roma e prevede la realizzazione di una nuova scuola materna nel municipio VI. Il terzo intervento più rilevante invece si trova in Trentino Alto Adige, a Rovereto e prevede la realizzazione di un nuovo plesso nella frazione di Borgo Sacco (8,8 milioni).

M4C1-I1.4 Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado

Questo investimento destina 1,5 miliardi di euro per la realizzazione di un piano di potenziamento delle competenze di base da sviluppare su una base quadriennale. Si prevedono programmi e iniziative di tutoraggio, consulenza e orientamento per almeno 820 mila studenti, con lo sviluppo di un portale nazionale per la formazione online e con moduli dedicati ai docenti.

Anche gli obiettivi di contrasto all’abbandono scolastico sono stati rivisti al ribasso.

Anche questa misura è rientrata nell’ambito di quelle modificate durante la revisione del Pnrr. Inizialmente, il programma prevedeva l’erogazione di attività di tutoraggio a beneficio di almeno un milione di studenti annualmente per un quadriennio, con un focus su 470mila giovani a rischio di abbandono scolastico e su 350mila che avevano già interrotto il percorso di studi. Il ministero dell’istruzione ha avanzato la proposta di rimuovere il riferimento al milione di studenti per anno e di abolire la distinzione tra giovani a rischio e quelli già fuoriusciti dal sistema scolastico. La motivazione di tale proposta risiede nella natura dinamica e non definitivamente stabilita della dispersione scolastica durante l’età d’obbligo, con studenti in situazioni di fragilità che evidenziano percorsi scolastici irregolari.

Inoltre è stato eliminato dalla scadenza M4C1-7 il riferimento alla possibilità di utilizzare queste risorse anche per organizzare corsi post-diploma. Questo perché l’investimento è finalizzato al rafforzamento delle competenze degli studenti per il conseguimento della maturità. Tale scadenza inoltre è stata posticipata, passando da fine 2024 al terzo trimestre del 2025.

Il percorso per la selezione degli istituti beneficiari delle risorse previste è iniziato il 24 giugno del 2022 con la pubblicazione del decreto ministeriale 170. Tale atto ha ripartito i primi 500 milioni di euro. La modalità scelta per l’attuazione di questa misura è stata quella di individuare preventivamente le istituzioni scolastiche da finanziare sulla base di determinati criteri. Successivamente queste ultime avrebbero dovuto presentare dei progetti, da realizzare con i fondi assegnati, che tenessero conto degli obiettivi finali della misura. Secondo la relazione del governo, tutte le scuole coinvolte in questo primo passaggio hanno proceduto alla progettazione degli interventi e all’avvio delle attività con la sottoscrizione degli accordi di concessione a marzo 2023. Le risorse sono andate alle scuole con i più alti tassi di fragilità negli apprendimenti, destinando la quota del 51,1% alle regioni del mezzogiorno.

Anche in questo caso si sono registrate difficoltà e ritardi in fase di progettazione e avvio degli interventi.

A seguito di difficoltà incontrate dalle scuole nella definizione degli interventi, il ministero ha diffuso degli appositi orientamenti chiave. Tali indicazioni contenevano informazioni e assistenza per le fasi di progettazione, monitoraggio e valutazione dei progetti. Il governo ha sottolineato che tali orientamenti hanno anche tenuto conto delle indicazioni trasmesse dall’apposito tavolo di lavoro istituito presso il ministero nel marzo del 2022. Ulteriori difficoltà e richieste di chiarimento da parte degli istituti scolastici coinvolti hanno portato, il 30 dicembre 2022, alla pubblicazione di nuove istruzioni operative. Successivamente, con altri decreti ministeriali sono stati individuati ulteriori istituti scolastici beneficiari dei fondi Pnrr.

Come già anticipato, la prossima scadenza per questo investimento in seguito alla revisione del piano è stata posticipata al settembre 2025. Il target finale della misura è invece fissato per giugno 2026. Entro questa data il tasso di abbandono scolastico nell’istruzione secondaria dovrà scendere al di sotto del 10,2%, dato medio fatto registrare dai paesi Ue nel 2019. Tale obiettivo risulta molto vicino al suo conseguimento. Secondo i più recenti dati Eurostat infatti nel 2023 il nostro paese aveva fatto registrare un tasso di abbandono scolastico pari al 10,5%.

Per quanto riguarda i progetti se ne contano 3.188 per un importo totale di circa 500 milioni di euro. La regione che riceve più risorse è la Campania (78,8 milioni per 439 progetti). Seguono Sicilia (74,1 milioni per 369 progetti) e Lombardia (57,6 milioni per 383 progetti).

FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati Italia domani.

51,2% le risorse del Pnrr per la riduzione dei divari educativi destinati alle regioni meridionali.

A livello di singoli interventi, quello economicamente più rilevante è di ambito nazionale e ha un valore totale di circa 1,4 milioni di euro. Questo progetto consiste nella formazione dei docenti, che sarà erogata da Indire (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa). Per quanto riguarda invece gli interventi territorializzabili, i 3 più onerosi si trovano a Lentini in Sicilia (633mila euro), a Cava de’ Tirreni in Campania (507mila euro) e a Palermo (500mila euro).

M5C3-I1.3 Interventi socio-educativi per combattere la povertà educativa nel mezzogiorno e sostegno al Terzo settore

Questo investimento, del valore complessivo di 220 milioni, punta a sostenere enti del Terzo settore nella realizzazione di interventi socio-educativi culturali rivolti ai minori nelle regioni del mezzogiorno. Gli interventi sono volti al potenziamento dei servizi assistenziali nella fascia 0-6 anni e al contrasto della dispersione scolastica, nonché al miglioramento dell’offerta educativa nella fascia d’età 5-17 anni. È l’unica misura destinata agli enti del Terzo settore quali soggetti attuatori.

Nell’ambito del processo di revisione del Pnrr, al fine di esaurire tutti i fondi stanziati, si è deciso che gli avvisi per le annualità 2024 e 2025 abbiano una dotazione di almeno 50 milioni di euro.

Sul fronte dell’attuazione, secondo la quarta relazione del governo sullo stato di attuazione del Pnrr, i minori coinvolti finora sono stati 23.414. Numero che ha permesso di raggiungere l’obiettivo fissato a giugno 2023 (M5C3-8) che prevedeva la partecipazione di almeno 20mila minori. La prossima scadenza da conseguire è fissata al giugno del 2026. Entro questa data dovranno essere coinvolti altri 24mila bambine e bambini.

I progetti in corso sono 252 in totale per un importo complessivo di circa 62,4 milioni di euro (di cui circa 58 milioni di risorse Pnrr e il resto derivante da altre fonti). Rispetto al dataset di dicembre 2023 risultano eliminati 2 progetti del valore complessivo di circa mezzo milione. Allo stato attuale non figurano interventi aggiuntivi. In questo caso, com’è logico attendersi anche dal titolo della misura, il 100% delle risorse è destinato al mezzogiorno.

Il grafico riporta il valore economico dei progetti realizzati in ogni regione. Il dato tiene conto anche di eventuali fonti di finanziamento ulteriori rispetto a quelle del Pnrr.

FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati Italia domani.

La regione che riceve più fondi è la Campania (18,4 milioni per 79 progetti). Seguono Sicilia (16 milioni per 68 progetti) e Puglia (7,7 milioni per 35 progetti). I singoli interventi più significativi per questa misura hanno un valore di circa 316 mila euro e riguardano i territori di 4 comuni: 2 a Palermo, 1 a Cagliari, Catanzaro e Messina.

Foto: Unsplash Monica SedraLicenza

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