Il nostro diritto digitale alla città
8. La campagna trans-partitica #digitalliberties
di Sophia Drakopoulou (1)
La campagna transpartitica sulle Libertà Digitali (definita dal tag #DigitalLiberties) si pone come obiettivo la rivendicazione di un diritto costituzionale alle libertà digitali in Gran Bretagna.
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Internet non è solo uno spazio commerciale: è uno spazio comunitario, educativo e creativo
Si propone di realizzare questo obiettivo attraverso due strumenti: la Carta delle Libertà Digitali e un adeguamento della Costituzione Britannica per comprendere i diritti dei cittadini digitali. Stiamo sollecitando i contributi dell’opinione pubblica su questo tema per introdurre la Carta dei Cittadini per le Libertà Digitali in Parlamento. Internet non è solo uno spazio commerciale: è uno spazio comunitario, educativo e creativo, l’accesso al quale, pertanto, dovrebbe essere considerato vitale quanto l’accesso all’energia o all’acqua. Dovrebbero esserci maggiori investimenti sulle infrastrutture per portare connettività nei luoghi più remoti del Regno Unito in modo tale che sia i giovani che gli anziani possano trarre benefici dall’accesso alla rete.
Le nostre azioni online non dovrebbero essere condizionate dalla paura di essere sorvegliati, poiché i diritti di ciascuno, bambini inclusi, dovrebbero essere tutelati in rete. Le persone dovrebbero essere proprietari dei dati che creano, o almeno ottenere dei ritorni tangibili per i dati che cedono gratuitamente alle aziende. Tutti dovrebbero avere diritto all’educazione digitale senza distinzione di età. Quando cammino per strada sono consapevole che la legge tutela i miei diritti come cittadino. La stessa cosa non avviene però con le tracce digitali, spesso invisibili, che mi lascio alle spalle quando cammino. Il mio telefono trasmette la mia posizione nel mondo quando cerco una connessione wi-fi; per arrivare al posto dove mi trovo ora ho dovuto utilizzare la mia tessera della metro, che traccia i miei spostamenti nella città; il mio telefono è loggato in un social network che registra la mia posizione nel suo sistema. Queste tracce digitali personali non mi appartengono e in molti casi possono essere utilizzate e vendute dalle aziende che le hanno registrate. Se mi collego ad una rete wi-fi pubblica, la compagnia che fornisce il servizio potrebbe conservare la cronologia delle mie attività e alcune informazioni personali prese dal dispositivo che sto utilizzando. Per convenienza crediamo, o diamo per scontato, di essere protetti, ma spesso ci sbagliamo. Nessuna legge protegge completamente i diritti umani online, e questo è il problema. La nostra privacy, il diritto all’educazione e la libertà di parola sono diritti umani fondamentali che dovrebbero essere applicati sia quando siamo in rete che quando non lo siamo. Nel mondo ci sono stati diversi tentativi di iniziare un dibattito sulla cittadinanza digitale; Brasile e Italia per esempio hanno proposto dei disegni di legge sulla Cittadinanza Digitale.
i diritti dei cittadini online non sono mai stati affrontati nella loro interezza
L’Unione Europea ha introdotto delle direttive e modificato le leggi per difendere i diritti dei cittadini online che, anche se ispirate da buone intenzioni, come nel caso della Direttiva sui Cookies, sono spesso poco aggiornate, piene di falle pericolose e spesso già obsolete quando vengono approvate. Frammenti di leggi e direttive hanno provato a tutelare alcuni aspetti delle nostre vite e delle nostre azioni online, ma i diritti dei cittadini online non sono mai stati affrontati nella loro interezza. Le basi con cui la tecnologia dovrebbe essere costruita e sviluppata, come ad esempio la net neutrality, la protezione dei dati e il diritto d’autore, sono tra le aree legislative dove si concentrano di più le attività delle lobby. Il referendum del Regno Unito sull’uscita dall’Unione Europea ha aperto tante questioni complesse che richiederanno anni per essere decise. Non si sa neppure se l’Inghilterra resterà nel Consiglio d’Europa e sotto la giurisdizione della Corte Europea dei Diritti Umani (si tratta infatti di istituzioni separate dall’Unione Europea). In alternativa si potrebbe dar vita ad una nuova Costituzione che aggiorni la regolamentazione sui Diritti Umani. Comunque vadano le cose ci sono grandi opportunità per affrontare le zone grige della legislazione sulla cittadinanza digitale.
Nel frattempo, mentre internet e le relative tecnologie continuano ad evolvere rapidamente, le grandi aziende hanno la strada aperta per continuare a realizzare i loro piani. La rete, però, appartiene a tutti noi e dovremmo partecipare attivamente ad una nuova dichiarazione dei diritti che comprenda quelli che abbiamo come cittadini connessi. Il tempo di agire è adesso! Se concordi in tutto o almeno in parte con quanto detto ti invitiamo a visitare il nostro sito e, per approfondire il tema della cittadinanza digitale, ad usare l’hashtag #DigitalLiberties con il quale puoi farci sapere cosa pensi!
Da gennaio 2017 organizzeremo una serie di eventi in tutta la Gran Bretagna per raccogliere le opinioni delle persone sulla cittadinanza digitale che presenteremo in Parlamento per un dibattito. A seconda del corso degli eventi lavoreremo per produrre una Carta dei Cittadini sulle Libertà Digitali o per includere i diritti della cittadinanza digitale nella nuova Costituzione britannica.
Note:
(1) Sophia Drakopoulou – Università Middlesex (s.drakopoulou@mdx.ac.uk)
traduzione Valentina Bazzarin – Twitter: @VBazzarin