Scelte compromesse
3. La scelta dell’indirizzo nei sistemi locali del lavoro senza scuole
Una delle decisioni più importanti che gli adolescenti sono chiamati a fare, alla fine delle medie, è quella della scuola superiore.
Una scelta tanto importante quanto non neutra nelle sue conseguenze, dal momento che la scuola scelta è già un primo predittore di tutto il percorso successivo. E che purtroppo, stando a quello che mostrano i dati, è spesso legata alla condizione sociale di partenza.
Gli studenti si autoselezionano nelle diverse tipologie di istruzione secondaria (o nell’abbandono scolastico) sulla base dei risultati precedentemente conseguiti e della professione e del titolo di studio dei propri genitori.
Lo mostrano chiaramente i dati raccolti dal consorzio Almadiploma. Nel 2019 i diplomati del liceo figli di operai e lavoratori esecutivi sono stati appena il 16,6% del totale. Tra i diplomati nei tecnici sono stati il 28%, nei professionali rappresentano oltre il 35%.
La scelta della scuola superiore riproduce i divari di partenza
Diplomati 2019 per condizione socio-economico-professionale dei genitori
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Almadiploma
(ultimo aggiornamento: lunedì 30 Settembre 2019)
Ed è possibile che questa tendenza sia ancora più netta in alcuni territori. Quelli più lontani dalle città maggiori, dove la scelta della scuola è condizionata - oltre che dal contesto sociale di provenienza - anche dall'offerta effettivamente presente.
In un paese con l'articolazione territoriale dell'Italia, infatti, un ulteriore elemento da valutare nella possibilità di scelta dei ragazzi è anche la distanza delle diverse scuole. In alcuni territori, le lunghe distanze da percorrere per raggiungere la scuola più vicina possono costituire già di per sé un incentivo verso un indirizzo piuttosto che un altro.
Un fattore che, quando si somma al precedente, aggiunge a uno svantaggio sociale anche uno di natura territoriale.
Gli indirizzi delle superiori in Italia
Ogni anno il ministero dell'istruzione comunica i dati sulle iscrizioni alle scuole superiori. Quest'anno, confermando un trend costante dall'anno scolastico 2014/15, i licei rimangono la scelta prevalente (56%), seguita da istituti tecnici (31%) e professionali (13%).
Oltre la metà degli iscritti alle superiori va al liceo
Percentuale di domande di iscrizione all'anno scolastico 2020/21
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Gennaio 2020)
Ma cosa sappiamo sull'offerta disponibile a livello territoriale nei diversi tipi di istruzione superiore? E in particolare, quanto è ampia l'offerta scolastica per ragazze e ragazzi che vivono più lontani dai centri maggiori?
Nei comuni polo, cioè capoluoghi e città maggiori, l'offerta scolastica secondaria superiore è completa. Significa che nel comune si trovano almeno un liceo, un istituto tecnico e un istituto professionale. Ovviamente, allontanandosi dai centri principali, l'offerta di indirizzi superiori, così come la popolazione, tende a diminuire.
L’offerta di scuole superiori, comune per comune
Ogni punto rappresenta l'offerta di scuole superiori statali nel comune
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)
Questa è infatti l'immagine offerta dalla mappa: man mano che ci si allontana dai comuni polo (blu scuro sulla mappa), la probabilità di un'offerta scolastica superiore completa si dirada. Nei comuni periferici e ultraperiferici (in grigio e grigio chiaro) è spesso assente.
45% degli adolescenti che vivono in comuni periferici e ultraperiferici non ha la scuola superiore nel comune.
Un dato che però, da solo, non indica affatto una criticità. Anzi, è proprio per evitare che le scuole nei comuni interni siano sottodimensionate e poco attrattive che le linee guida del Miur, negli anni scorsi, hanno individuato come strategia quella di costruire nuove scuole, più grandi e baricentriche rispetto ai comuni vicini e con una minore dispersione dell'offerta sul territorio.
Per valutare l'offerta di scuole servono bacini territoriali omogenei.
Ne consegue che il punto di vista comunale non è quello giusto per individuare con sicurezza le situazioni di maggior difficoltà. Due comuni, ugualmente periferici e ugualmente senza scuole superiori, potrebbero infatti trovarsi in una situazione molto diversa, in base all'offerta scolastica presente non solo all'interno del comune, ma nell'intero circondario.
La metodologia dei sistemi locali del lavoro
Ci sono infatti aree del paese dove non ci sono scuole superiori. Ciò può incidere sulle concrete possibilità di scelta dell'indirizzo, se quelle più vicine non sono facilmente raggiungibili.
Per identificare queste aree, il livello comunale non è quello risolutivo. Né ci aiutano le tradizionali ripartizioni di area vasta, come le province. Queste sono troppo ampie per i nostri scopi; oltretutto rispecchiano confini amministrativi che non necessariamente corrispondono alle reali esigenze degli spostamenti sul territorio.
Per questo introduciamo nel nostro ragionamento i sistemi locali del lavoro. Una ripartizione definita da Istat sulla base dei reali spostamenti sul territorio.
I sistemi locali del lavoro rappresentano una griglia territoriale i cui confini, indipendentemente dall’articolazione amministrativa del territorio, sono definiti utilizzando i flussi degli spostamenti giornalieri casa/lavoro (pendolarismo) rilevati in occasione dei Censimenti generali della popolazione e delle abitazioni.
Con questa premessa, possiamo isolare i sistemi locali del lavoro totalmente periferici e dove non ci sono scuole superiori. Si tratta di quelle aree del paese, che possiamo considerare come insiemi a sé stanti in base ai flussi di pendolarismo, dove il 100% degli abitanti abita in un comune periferico o ultraperiferico.
In altre parole: in questi territori non ci sono scuole superiori, e ad un adolescente servono almeno 40 minuti per raggiungere il "polo" più vicino, ovvero un comune dove ci sono tutti gli indirizzi superiori.
I sistemi locali del lavoro periferici e senza scuole superiori
Ogni punto rappresenta l'offerta di scuole superiori statali nel comune. In viola sono evidenziati i sistemi locali del lavoro periferici e senza scuole
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)
Sono 15 i sistemi locali del lavoro che rispondono a queste caratteristiche (a.s. 2018/19), localizzati in diverse aree del paese. Alcuni di questi sono concentrati tra le province di Brescia, Verona e Trento. Sull'Appennino tosco-emiliano c'è il sistema locale di Fanano, nel modenese. In Toscana quello di Marciana Marina, sull'isola d'Elba.
15 i sistemi locali del lavoro periferici e senza scuole superiori in Italia.
Nel mezzogiorno continentale, spicca il sistema locale di Pescasseroli, in Abruzzo. In Puglia, Casalnuovo Monterotaro (nel foggiano) e Gagliano Del Capo (in Salento). In Calabria, il sistema locale completamente periferico e senza scuole superiori è quello di Delianuova, nel reggino.
Altri due sistemi locali periferici e senza scuole superiori si trovano in Sardegna, attorno ai comuni di Fonni (Nuoro) e Benetutti (Sassari).
Ovviamente non è detto che in queste zone ci sia necessariamente un problema di raggiungibilità delle scuole superiori. Tutto dipende da quanto è accessibile l'offerta scolastica dei territori vicini.
Perciò è interessante fare un confronto tra queste realtà, accomunate dalla perifericità e dall'assenza di scuole. Quanto sono distanti gli istituti superiori da questi territori? Quanto tempo serve per raggiungere i diversi indirizzi? E si impiega per raggiungere un'offerta scolastica superiore completa?
Contesto socio-educativo nei sistemi locali del lavoro periferici
Si tratta di territori molto differenti, anche da un punto di vista sociale ed educativo.
Un primo elemento da valutare è la quota di famiglie in disagio. Perché il ruolo che purtroppo l'origine familiare spesso riveste nella scelta dell'indirizzo (o nell'abbandono scolastico) potrebbe essere aggravato da una maggiore distanza di alcuni istituti.
Questa appare piuttosto contenuta nei sistemi locali settentrionali presi in esame. Sono circa l'1% a Storo e Malè (Trento), Fanano (Modena), Malcesine (Verona), Ponte Di Legno e Limone Sul Garda (Brescia).
Il disagio delle famiglie nei sistemi locali periferici e senza scuole
Percentuale di famiglie con figli in potenziale disagio economico nei centri principali dei sistemi locali del lavoro
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)
Al contrario, supera il 4% nel comune Gagliano Del Capo (Lecce), centro principale del sistema omonimo, e il 3% in quello di Delianuova (Reggio Calabria).
L'altro aspetto da valutare, perché potenzialmente collegato alla distanza delle scuole, è l'impatto dell'abbandono scolastico, ovvero la quota di giovani che lasciano prima di aver raggiunto il diploma. Tra i centri principali dei sistemi locali esaminati, i due sardi sono quelli dove sembra incidere maggiormente il fenomeno dell'abbandono scolastico.
L’abbandono scolastico nei sistemi locali periferici e senza scuole superiori
Giovani 15-24 anni in uscita precoce dal sistema di istruzione/formazione nei centri principali dei sistemi locali del lavoro
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)
Ai primi posti anche Delianuova (16,9%), ma il dato è rilevante anche in comuni del centro (Marciana Marina, 15%) e del nord (Fanano, 18,2%). L'impatto dell'abbandono risulta invece piuttosto contenuto nelle realtà trentine (in particolare Pinzolo e Storo) e in quelle situate tra Brescia e Verona.
Segno che i territori che stiamo confrontando - sebbene sulla carta tutti periferici e privi di scuole superiori al loro interno - sono anche molto diversi. Sia sulle caratteristiche di contesto sociale, sia sulla raggiungibilità delle scuole.
La scelta delle superiori nei sistemi locali del lavoro periferici
Per capire le possibilità di scelta degli adolescenti in questi sistemi locali, abbiamo calcolato il numero di scuole superiori in un raggio di 30 km dal centro principale.
Considerando le scuole superiori statali, si va dalle 51 di Delianuova alle 9 di Ponte di Legno e Marciana Marina. Dato che sale rispettivamente a 57 e 11 aggiungendo quelle paritarie. Ma la distanza geografica da sola dice poco: quanti di questi istituti sono anche raggiungibili in tempi ragionevoli?
Le superiori raggiungibili in mezzora dai sistemi locali senza scuole
Numero di istituti superiori statali a meno di 30 minuti dai sistemi locali del lavoro periferici e senza scuole superiori
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)
Delianuova, che geograficamente era quella con più scuole in un raggio di 30 chilometri, è terzultima se si considerano i tempi di percorrenza. Solo due scuole superiori statali sono raggiungibili in meno di 30 minuti - considerando il tragitto più breve, con arrivo previsto prima delle 8 del mattino di un giorno feriale. Si tratta di un istituto tecnico e di un liceo scientifico statali, dato che sale a 3 considerando un ulteriore istituto paritario (un liceo classico).
Da Fanano e Pescasseroli nessuna scuola superiore a meno di 30 minuti di distanza.
Spicca il dato di due sistemi locali del lavoro, Fanano e Pescasseroli, collocati rispettivamente nel modenese e nell'aquilano. All'interno di questi due territori, come del resto negli altri considerati, non ci sono scuole superiori. Ma anche uscendo fuori dal sistema locale del lavoro, quelle più vicine non si trovano a meno di 30 minuti, dato che non cambia anche includendo le paritarie. L'istituto superiore più vicino è infatti a quasi 40 minuti da Fanano e a 45 minuti da Pescasseroli.
I tempi per raggiungere un'offerta superiore completa
La composizione dell'offerta scolastica superiore varia per ogni sistema scolastico. Otto sistemi locali su 15, a mezzora di distanza, hanno almeno un istituto per tipologia, ovvero un liceo, una scuola professionale e un istituto tecnico.
Gli indirizzi disponibili a mezzora di distanza dai sistemi locali senza scuole
Tipologia di istituti superiori statali a meno di 30 minuti dai sistemi locali del lavoro periferici e senza scuole superiori
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)
In altri 5, l'offerta a mezzora di distanza si riduce a 2 tipi di istruzione superiore. In tutti questi casi si tratta di almeno un liceo e di un istituto tecnico, mentre manca un istituto professionale entro 30 minuti. Altri 2 casi, i sistemi locali di Fanano e Pescasseroli, come abbiamo visto non hanno istituti superiori entro una distanza di mezzora.
Ma quanto tempo si impiega per raggiungere un'offerta superiore completa? Intendendo quella utilizzata per definire i comuni polo, ovvero almeno un liceo, un istituto tecnico e un istituto professionale.
Quanto tempo per raggiungere un’offerta superiore completa dai sistemi locali senza scuole superiori
Tempi di percorrenza per raggiungere le scuole superiori statali più vicine (entro un raggio di 30 km)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)
Nei sistemi locali periferici della provincia di Trento, i tempi elevati per raggiungere l'offerta completa sembrano essere dovuti alla distanza degli istituti professionali (a 50 minuti quelli più vicini da Malè e Canazei, a 85 dal sistema locale di Pinzolo). Al contrario, licei e tecnici risultano relativamente più accessibili: circa 20 minuti da Pinzolo e Malè.
Mentre dai sistemi locali di Fanano (Modena) e Pescasseroli (l'Aquila) tutte le tipologie risultano più o meno equidistanti. Dal primo, servono quasi 40 minuti per raggiungere qualsiasi scuola. Dal secondo, 45 minuti per il professionale più vicino e circa 50 per un liceo o un tecnico.
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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sui sistemi locali del lavoro è Istat; quella sui dati relativi agli indirizzi superiori delle scuole è il Miur.