Cooperazione Italia, un'occasione sfumata
5. Per riprendere il cammino interrotto
Quante risorse
Di fronte alla forte riduzione dell’aps italiano, che nel 2018 è calato di un quinto del volume complessivo arrivando allo 0,24% aps/rnl, è urgente definire una riprogrammazione degli stanziamenti su base triennale.
Per far tornare il volume del nostro aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,30% dell’rnl entro il 2020 sarà infatti necessario riprogrammare in maniera significativa gli attuali stanziamenti.
Quello dello 0,30 entro il 2020 peraltro, oltre a essere un impegno che l’Italia si è assunta in sede internazionale, è un obiettivo confermato dal vice presidente del consiglio Di Maio nel discorso tenuto a maggio ad Exco (Expo della cooperazione internazionale).
L’allocazione dei fondi per la cooperazione
Come abbiamo visto in varie occasioni lo 0,30% aps/rnl raggiunto dall’Italia nel 2017 era in buona parte dovuto ai fondi destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo nel paese donatore.
Con la riduzione dei flussi migratori si liberano dunque risorse che è fondamentale impegnare in ambito di cooperazione se si vogliono mantenere gli impegni presi.
È quindi necessario garantire che queste risorse vengano utilizzate in modo efficace e coerente con gli obiettivi propri della cooperazione e dell’Agenda 2030. Al contrario bisogna evitare che questi fondi finiscano per finanziare politiche che nulla hanno a che fare né con l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, né con la cooperazione internazionale.
Coerenza tra fondi e programmazione strategica
In una fase in cui si riduce l’ammontare complessivo delle risorse destinate alla cooperazione, programmare il modo in cui i fondi vengono utilizzati diventa ancora più importante.
Per questo è necessario rafforzare il coordinamento e la coerenza a livello interministeriale definendo una strategia chiara a cui corrisponda puntualmente il riparto delle risorse, in modo da evitare che queste finiscano per essere disperse.
È quindi fondamentale che la ripartizione geografica e tematica delle risorse, in particolare della componente bilaterale, sia coerente con le indicazioni strategiche e operative contenute nel documento di programmazione triennale della cooperazione italiana.
Quali priorità
La programmazione delle risorse deve mantenere come obiettivo qualitativo i paesi meno sviluppati, ovvero i cosiddetti Ldcs e in particolare quelli contenuti nella lista dei paesi prioritari per la cooperazione del nostro paese.
Data la scarsità delle risorse è quindi ancora più importante concentrare gli sforzi sui temi che rispondono in modo diretto ed efficace alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030.
Particolare attenzione va quindi riservata ai fattori di lotta alla povertà e alle diseguaglianze interne: salute e settore socio sanitario, educazione, agricoltura e sicurezza alimentare, clima e ambiente, parità di genere.
Come realizzare qualità e coerenza
Per favorire l’aumento delle risorse destinate a questi obiettivi sarebbe quindi importante inserire nei bandi un punteggio che premi i progetti e i programmi rivolti ai paesi Ldcs e i temi riconducibili agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Sull’esempio dell’Agenda 2030 è auspicabile che nei vari documenti di programmazione triennale vengano individuati indicatori quantitativi e qualitativi che permettano l’effettivo monitoraggio delle politiche di cooperazione.
Organizzazione istituzionale della cooperazione
Dopo un anno di attesa è stato finalmente nominato il nuovo direttore dell’Agenzia della cooperazione (Aics). Resta però inattuato il completamento della pianta organica dell’agenzia, che è a questo punto necessario risolvere entro l’anno.
Infatti se il governo, così come annunciato, intende aumentare nei prossimi anni i fondi per la cooperazione, diventa ancora più importante incrementare le capacità operative dell’Aics, in modo da garantire un’efficace gestione delle risorse.
Gestione e comunicazione trasparente
Una gestione trasparente dell’utilizzo dei fondi, implica un’informazione tempestiva, chiara e dettagliata che dia conto delle politiche di cooperazione offrendo agli attori del settore, agli esperti e a chiunque sia interessato un modo semplice per accedere a dati completi e aggiornati.
Auspicabilmente questo dovrebbe avvenire tramite il sito openaid, che però ormai offre dati aggiornati solo sui fondi Aics e non su tutte le risorse della cooperazione.
Garantire un’informazione completa e adeguata sulle attività della cooperazione italiana è cruciale per facilitare il coordinamento tra tutti gli attori del sistema. Si tratta di un obiettivo indicato come fondamentale dalla legge 125/2014, oltre ad essere molto importante per non pregiudicare i recenti progressi ottenuti dalla nostra cooperazione secondo l’indice di trasparenza internazionale IATI (International Aid Trasparency Initiative).
Foto Credit: Oxfam