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Come noto il Pnrr non si compone di soli investimenti. Il piano prevede anche una serie di riforme giudicate di fondamentale importanza, non solo per la ripresa del paese dopo la pandemia ma anche necessarie per adeguare l’ordinamento italiano ai migliori standard europei. In questo capitolo ne passeremo in rassegna alcune che potenzialmente possono avere un impatto anche sul mondo del Terzo settore.

In particolare ci soffermeremo sulla riforma del codice degli appalti ma anche su quella riguardante l’amministrazione fiscale e su quella legata alla spesa pubblica.

M1C1-R1.10 Riforma delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni

La misura ha come obiettivo complessivo quello dello snellimento del sistema nazionale degli appalti pubblici. La riforma si articola in due fasi. La prima, conclusa nel 2021, ha visto l’adozione di:

  • accelerazione delle procedure al fine di ridurre i tempi di aggiudicazione degli appalti;
  • istituzione di un sistema di monitoraggio per ridurre i tempi di realizzazione delle opere;
  • attuazione e incentivazione di meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie in fase di esecuzione dei contratti pubblici;
  • istituzione di uffici dedicati alle procedure di appalto presso ministeri, regioni e città metropolitane.

Modifiche all’ordinamento che sono state introdotte con il decreto legge 77/2021. Successivamente, con l’approvazione della legge delega 78/2022 si è conclusa la seconda fase che ha riguardato l’elaborazione e promulgazione di un nuovo codice dei contratti pubblici. Codice che è stato promulgato con la pubblicazione del decreto legislativo 36/2023.

Nell’ambito del processo di revisione del Pnrr, questa misura è stata oggetto di significative modifiche. In particolare per quanto riguarda il cronoprogramma.

+8 le scadenze aggiunte nell’ambito della revisione della riforma dei contratti pubblici e degli appalti.

Per brevità, si approfondiranno in questa sede solamente le scadenze da completare nel 2024 che sono 8 in totale. Di queste, 5 sono state aggiunte con la revisione del Pnrr mentre 3 risultavano essere già presenti. La milestone M1C1-73-bis prevede l’adozione di orientamenti sull’attuazione del sistema di qualificazione per le stazioni appaltanti. Il traguardo M1C1-73- ter prevede invece l’adozione di incentivi alla qualificazione e professionalizzazione delle stazioni appaltanti.

La scadenza M1C1-73-quinquies prevede l’entrata in vigore di nuove disposizioni giuridiche sul finanziamento dei progetti volte a rafforzare l’efficienza e la concorrenza. La milestone M1C1-75-bis prevede il supporto all’acquisizione di competenze digitali e la fornitura di assistenza tecnica nell’adozione della digitalizzazione degli appalti pubblici. Il traguardo M1C1-84-bis infine prevede l’introduzione di ulteriori misure per migliorare la rapidità decisionale nell’aggiudicazione degli appalti da parte delle stazioni appaltanti. La milestone M1C1-73-bis è l’unica tra queste che doveva essere raggiunta entro giugno 2024. L’esecutivo valuta di aver completato efficacemente questo adempimento dato l’annunciato invio a Bruxelles della richiesta di pagamento per la sesta rata.

Salvo un caso, le scadenze 2024 per la riforma degli appalti vanno completate entro fine anno.

Per quanto riguarda le scadenze già presenti nella precedente versione del piano, si tratta di 3 target. L’M1C1-97 prevede una riduzione del 12% del tempo medio necessario per la realizzazione di un’opera. Il target M1C1-98 prevede che almeno il 40% del personale delle pubbliche amministrazioni sia formato grazie alla strategia professionalizzante degli acquirenti pubblici. Infine, il target M1C1-99 prevede che almeno il 20% delle stazioni appaltanti utilizzi sistemi dinamici di acquisizione (eProcurment). Anche per questi obiettivi, sono da raggiungere entro la fine dell’anno.

M1C1-R1.12 Riforma dell’amministrazione fiscale

La riforma prevista dal Pnrr mira a potenziare l’azione di contrasto all’evasione fiscale dovuta all’omessa e all’infedele fatturazione. Ciò potrà avvenire nella forma di incentivi mirati per i consumatori e accompagnata dall’analisi e dall’individuazione dei settori più esposti.

In questo ambito, nel dicembre 2022 si sono individuati i criteri per la definizione delle dichiarazioni Iva precompilate. Le dichiarazioni messe a disposizione dall’Agenzia delle entrate ai contribuenti facenti parte della platea sperimentale, alla data del 10 febbraio 2023, sono state pari a 2.404.637, andando oltre il target previsto. L’obiettivo da raggiungere entro fine 2023 infatti era fissato a 2,3 milioni di dichiarazioni precompilate.

3.827.318.953 € l’incremento del gettito fiscale rendicontato a ottobre del 2023.

Per quanto riguarda le scadenze da completare nel 2024, entro il primo semestre dell’anno si prevede l’aumento della capacità operativa dell’Agenzia delle entrate mediante l’assunzione di 4.113 unità di personale. Secondo la quarta relazione del governo sullo stato di attuazione del Pnrr, ai fini del raggiungimento di questo obiettivo si sono svolti diversi concorsi pubblici rivolti sia a personale dirigenziale che non. Le graduatorie di questi bandi sono già pubbliche e e con le assunzioni avvenute nel febbraio 2024 il target può essere considerato raggiunto.

M1C1-R1.13 Riforma del quadro di revisione della spesa pubblica (“Spending review”)

La riforma mira a intraprendere una revisione annuale della spesa nel periodo 2023-2025. Ciò dovrà avvenire attraverso il rafforzamento del ruolo del ministero dell’economia, l’utilizzo di un processo di valutazione ex-post dei risultati e ottimizzando le pratiche del bilancio di genere e del green budgeting.

Per quanto riguarda l’attuazione della misura, entro il giugno del 2024 è previsto il completamento della spending review annuale, con riferimento all’obiettivo di risparmio fissato nel 2022 per il 2023 (milestone M1C1-111).

L’obiettivo è stato deliberato con il decreto del presidente del consiglio del 4 novembre 2022. Lo stesso Dpcm, nell’allegato 1 ha anche individuato le riduzioni di spesa, in termini di indebitamento netto, per ciascun ministero.

800 mln € l’obiettivo di risparmio della spesa pubblica fissato per il 2023.

La legge di bilancio 2023 (l. 197/2022) ha realizzato gli obiettivi di spending review determinando minori spese per il bilancio dello Stato, in termini di saldo netto da finanziare, per complessivi 883,1 milioni di euro.

A questo proposito è utile sottolineare che il documento di economia e finanza (Def) per il 2023 ha stabilito ulteriori obiettivi di risparmio che le amministrazioni centrali devono conseguire. Tali riduzioni di spesa si aggiungono a quanto già previsto con la legge di bilancio 2023, portando la riduzione complessiva a 1,5 miliardi nel 2024, 2 miliardi nel 2025 e 2,2 miliardi a partire dal 2026. La ripartizione tra i ministeri della riduzione degli obiettivi di spesa è avvenuta con il Dpcm del 7 agosto 2023.

Foto: Unsplash EJ YaoLicenza

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