Foia, le richieste dei cittadini ai comuni Diritto di accesso

Più l’istituzione è vicina ai cittadini, e più viene utilizzato il Foia. Molte le richieste di accesso ai comuni capoluogo di regione. Spesso però i dati dei registri sono inutilizzabili.

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Appuntamento mensile con l’Osservatorio Foia di openpolis. Analizziamo l’evoluzione della normativa e della giurisprudenza e il dibattito parlamentare. Ma anche i dati del fenomeno, tra richieste e risposte, e il racconto di best practice: come sono stati utilizzati i dati per investigazioni di interesse pubblico. In collaborazione con Giulio Marotta.

Il registro degli accessi dei comuni capoluogo

Da alcuni mesi stiamo portando avanti un’analisi comparativa per capire quanto e come viene utilizzato lo strumento del Foia, il cosiddetto accesso civico generalizzato. Ricordiamo che si tratta del diritto che hanno i cittadini di avere accesso alle informazioni pubbliche. Un diritto che consente a chiunque di richiedere alla pubblica amministrazione dati, documenti e informazioni già esistenti (ulteriori rispetto a quelli per i quali già vige un obbligo di pubblicazione), senza dover dimostrare l’esistenza di un interesse attuale e concreto né di motivare la richiesta.

Per capire pienamente quanto questa novità stia rappresentando un elemento positivo nello scenario italiano, è giusto analizzarne l’utilizzo nell’organo di rappresentanza politica più vicina ai cittadini: i comuni. Infatti, dopo l’esame dei registri per gli accessi di presidenza del consiglio e dei ministeri, delle autorità indipendenti e delle regioni e province autonome analizziamo i registri istituiti dalle amministrazioni comunali capoluogo di regione e province autonome. Quando parliamo del registro degli accessi parliamo dell’obbligo che le amministrazioni hanno di pubblicare sul proprio sito internet un registro nel quale vengono riportati gli estremi delle richieste di accesso ricevute e il relativo esito.

Come si richiede l’accesso ad atti e documenti

Uno degli aspetti più importanti per il successo di uno strumento come il Foia riguarda la comunicazione. Quante sono le informazioni che le amministrazioni pubblicano sul tema? Quanto vengono assistiti i cittadini nell’esercizio di questo diritto? Tutti i siti dei comuni capoluogo hanno predisposto, all’interno della sezione “amministrazione trasparente”, alla voce “altri contenuti”, una rubrica in cui si forniscono notizie sulle diverse forme d’accesso.

Quanto vengono aiutati i cittadini nel presentare le richieste di Foia?

In generale le informazioni sulle diverse tipologie di accesso sono dettagliate ed esaurienti, ed è fornita anche la modulistica e l’indicazione degli uffici competenti per ricevere le richieste (vedi ad esempio Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Campobasso, Catanzaro, l’Aquila, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trento, Trieste); in alcuni casi sono pubblicati anche i regolamenti comunali e le disposizioni interne (Bolzano, Cagliari, Napoli, Perugia, Palermo, Potenza, Roma, Torino).

Chi ha pubblicato il registro e chi no

Come abbiamo avuto modo di raccontare, le amministrazioni hanno l’obbligo di istituire un registro degli accessi. Tre delle 21 amministrazioni considerate (19 capoluoghi di regioni, e i 2 comuni di Bolzano e Trento) non hanno però ancora pubblicato un registro. Parliamo nello specifico di Bolzano, Palermo e Trento.

3 su 21 i comuni che non pubblicano un registro: Bolzano, Palermo e Trento.

Come già verificato per le altre amministrazioni passate in rassegna nei precedenti mesi, anche per i comuni capoluogo si registrano modalità differenti nella presentazione dei dati dei registri per l’accesso, dando così vita a siti internet molto diversi uno dall’altro. Questo è un problema perché rende la base dati non uniforme, e quindi spesso non utilizzabile per un monitoraggio della materia. Anche perché, è giusto ricordare, oltre al Foia (l’accesso civico generalizzato), esiste anche l’accesso documentale e l’accesso civico semplice.

Ancona, Aosta, Bologna, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L’Aquila (quello in formato excel), Potenza (suddiviso per i singoli uffici), Roma, Venezia pubblicano un unico registro, inclusivo dell’accesso documentale e dell’accesso civico e Foia, con distinzione al suo interno delle diverse tipologie; lo stesso Perugia, ma senza consentire una chiara distinzione in ordine alla forma di accesso prescelta.

Non c’è uniformità nella tipologia e nel formato dei registri che vengono pubblicati.

Bari, Milano, Firenze e Trieste hanno realizzato un unico registro per accesso civico semplice e Foia (quello di Trieste non consente però di distinguere tra le due tipologie, mentre quello di Trento solo dal 2019). Il comune di Torino ha sul proprio sito internet solamente il registro per l’accesso Foia. L’Aquila (in formato pdf) e Genova pubblicano tre distinti registri (accesso documentale, accesso civico semplice e Foia). Il comune di Napoli infine pubblica due registri (documentale e civico).

Registro degli accessi Foia – comuni capoluogo

comuneregistro degli accessiultimo aggiornamento formato datilink a sezione Foia
Anconagiugno 2019xls e pdfVai
Aostagiugno 2019odsVai
Barigiugno 2019odsVai
Bolognasettembre 2019pdfVai
Bolzanono--Vai
Cagliarigiugno 2019odsVai
Campobassodicembre 2018pdfVai
Catanzarodicembre 2018pdfVai
Firenzegiugno 2019pdfVai
Genovadicembre 2018xlsVai
L'Aquiladicembre 2017xls e pdfVai
Milanogiugno 2019pdfVai
Napolidicembre 2018odsVai
Palermono--Vai
Perugiadicembre 2018pdfVai
Potenzasettembre 2019pdfVai
Roma capitalegiugno 2019pdfVai
Torinogiugno 2019pdfVai
Trentono--Vai
Triestegiugno 2019pdfVai
Veneziaottobre 2019tabella di navigazioneVai

Quali dati, e con quali tempistiche, vengono aggiornati

Come già evidenziato nei precedenti report, le variabili più determinanti per un vero monitoraggio della materia sono tre: la tempistica degli aggiornamenti, la tipologia di dati rilasciati e il contenuto delle informazioni rese disponibili. Un aggiornamento costante dei registri è garantito dai comuni di Bologna, Firenze, Potenza e Venezia. I registri di quasi tutte le altre città capoluogo sono aggiornati a maggio-luglio 2019, ad eccezione di Campobasso, Catanzaro, Genova, Napoli, Perugia, che si fermano a dicembre 2018 (per Campobasso e Perugia manca peraltro il registro 2017); per L’Aquila sono disponibili i dati solo per il 2017.

Capitolo a parte merita invece il comune di Venezia che ha realizzato un’apposita banca dati, che consente al cittadino di effettuare ricerche sulle richieste di accesso (ad esempio per tipologia di accesso, periodo di riferimento, ufficio competente etc.). Ricerche che però non si possono salvare o scaricare, elemento che non permette una facile analisi del registro. I dati degli altri registri sono prevalentemente in formato pdf (Bologna, Campobasso, Catanzaro, Firenze, L’Aquila, Milano, Perugia, Potenza, Roma, Torino, Trieste); gli altri in formato xls.

Sono pochi i dettagli che vengono forniti sulle richieste.

Le informazioni contenute nei registri sono meno dettagliate rispetto a quelle di alcuni ministeri. La descrizione delle richieste è talora sommaria (Cagliari, Catanzaro, Napoli, Roma) ovvero non sono esplicitate le motivazioni del diniego (Bari, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Roma, Trieste, Venezia). Solo il registro di Roma (a partire dal 2019) riporta la tipologia del soggetto richiedente (privato cittadino, avvocato, docente, giornalista, associazione etc.), mentre le informazioni sui ricorsi al tar sono presenti solo nei registri di Cagliari, Genova, L’Aquila, Torino (i casi riportati sono peraltro pochissimi). Alcuni registri (Bologna, Cagliari, Milano) calcolano anche i tempi di risposta.

Come emerge in maniera abbastanza chiara, aumentando il numero di istituzioni confrontate, aumentano anche le differenze su come vengono pubblicati i dati sulle richieste Foia. Il confronto dei dati tra i comuni capoluogo di regione risulta essere complicato, e quasi controproducente, in quanto la base dati fondamentalmente non è affidabile. Nello spirito di questo osservatorio un’analisi vera sui primi due anni di applicazione del Foia (2017 e 2018) per i comuni capoluogo di regione non si può quindi svolgere.

Come sono andate le richieste di accesso generalizzato a Roma, Milano e Napoli

Per tentare comunque di capire quanto i cittadini utilizzino il Foia nei confronti delle amministrazioni locali, abbiamo preso come campione di analisi i comuni di Roma, Milano e Napoli. I dati delle 3 città più popolose d’Italia da soli ci permettono di capire quanto l’utilizzo da parte dei cittadini dello strumento sia più elevato quando di mezzo ci sono istituzioni vicine alle loro esigenze.

Nei primi 2 anni di applicazione del Foia i comuni di Roma, Milano e Napoli hanno ricevuto 968 richieste di accesso civico generalizzato: 507 Roma, 256 Milano e infine 205 Napoli. Un dato molto elevato soprattutto se confrontato con quello delle altre istituzioni analizzate fin qua all’interno dell’Osservatorio Foia di openpolis: 1.051 le richieste a presidenza di consiglio e ministeri, circa 800 alle regioni italiane e poco più di 120 nei confronti delle autorità indipendenti.

Quando parliamo del Foia, parliamo dell’accesso civico generalizzato introdotto nel 2016. Si tratta del diritto che hanno i cittadini di avere accesso alle informazioni pubbliche. Un diritto che consente a chiunque di richiedere alla pubblica amministrazione dati, documenti e informazioni già esistenti (ulteriori rispetto a quelli per i quali già vige un obbligo di pubblicazione), senza dover dimostrare l’esistenza di un interesse attuale e concreto né di motivare la richiesta.

FONTE: Dati ed elaborazione openpolis

Questi numeri dimostrano quanto aumenti il potenziale dello strumento con l'avvicinarsi dell'istituzione ai cittadini. È chiaro che i comuni, trattando tematiche e questioni che in maniera più immediata riguardano la vita di tutti i giorni, siano l'ambito prediletto per le richieste di accesso civico generalizzato dei cittadini. Una mole di lavoro elevata, che però pare essere svolta in maniera efficace. Le amministrazioni interpellate devono infatti pronunciarsi sulla richiesta di accesso entro 30 giorni, salvo termini più ampi in caso di presenza di controinteressati e di parere del garante della privacy.

20 giorni d'attesa in media per ricevere una risposta alle richieste Foia nei comuni di Roma, Milano e Napoli.

In questo ambito i comuni italiani presi in considerazione hanno registrato un tempo medio di attesa di 20 giorni, ampiamente quindi sotto il tempo massimo consentito. Un buon risultato, specialmente per quanto riguardo il comune di Milano che sia nel 2017 che nel 2018 ha avuto un dato inferiore ai 20 giorni: 18,2 il primo anno, e 16 nel secondo. Valori che fanno registrare una performance migliore rispetto a Roma e Napoli.

Le amministrazioni interpellate devono infatti pronunciarsi sulla richiesta di accesso entro 30 giorni, salvo termini più ampi in caso di presenza di controinteressati e di parere del garante della privacy.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Considerazioni finali

Il quadro sopra sintetizzato evidenzia i ritardi da parte di alcune città capoluogo nell’attuazione della normativa in materia di accesso. Da questo punto di vista sarebbe necessario che anche Bolzano, Palermo e Trento procedano tempestivamente all’istituzione dei registri per l’accesso.

Il Foia viene utilizzato, è quindi necessaria una migliore comunicazione e trasparenza istituzionale.

In ogni caso appare opportuno che anche le altre amministrazioni si adeguino alla circolare n. 1/2019 del ministro Buongiorno che definisce uno standard comune per quanto riguarda sia i dati da pubblicare sia il supporto informatico (in modo da facilitare anche una trasmissione più facile dei dati medesimi), ed avere così una visione chiara del fenomeno e consentire un monitoraggio efficace e costante.

I dati di Roma, Milano e Napoli sottolineano in maniera chiara e nitida quanto il Foia venga utilizzato in modo ricorrente dai cittadini. I numeri registrati sono infatti notevolmente superiori a quelli delle altre amministrazioni, motivo per il quale è ancora più critica la necessità di aumentare la comunicazione e la trasparenza istituzionale sul tema.

I prossimi passi

Anche nel 2020 continuerà l'Osservatorio Foia. La prossima uscita sarà dedicata ai registri per gli accessi delle agenzie di rilievo nazionale (agenzia delle entrate, agenzia del demanio, Aifa, Enit etc.). Successivamente inizierà una nuova fase del lavoro, in cui passeremo all’analisi dei casi più interessanti di richieste di accesso civico generalizzato effettuate nei primi anni di attuazione del FOIA.

Foto credit - Facebook Roma Capitale

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