Gli europarlamentari italiani: un bilancio di fine legislatura Focus Europa

A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo ripercorriamo il lavoro dei nostri 73 rappresentanti. Abbiamo analizzato in particolare presenze, assenze, influenza e voti ribelli.

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Continuano insieme ad Agi gli speciali di Focus Europa, una serie di approfondimenti con cui nel corso di quest’anno racconteremo l’attività delle istituzioni Ue e la posizione dell’Italia in Europa. Dalle infrazioni europee al raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2020.

Gli europarlamentari italiani

Questa domenica 26 maggio in Italia si vota per il rinnovo del parlamento europeo. Con l’avvicinarsi della fine della legislatura è ora di fare un bilancio dell’attività degli europarlamentari italiani uscenti.

Europarlamentari italiani

La nostra analisi si è concentrata in particolar modo su alcuni dati che ci hanno permesso di valutare la qualità del lavoro svolto dai rappresentanti italiani. Ci siamo occupati delle presenze e assenze in parlamento, calcolate sulla base della partecipazione alle votazioni elettroniche, per cui abbiamo visto che gli italiani sono solo al 19° posto per presenze. Nonostante questo, ben 8 europarlamentari italiani sono compresi della classifica dei più influenti della legislatura: primo tra tutti Antonio Tajani (Fi), presidente del parlamento europeo, ma anche Roberto Gualtieri (Pd) in terza posizione. Abbiamo inoltre analizzato i voti dei parlamentari, scoprendo che la fedeltà al partito degli italiani è molto alta, ma quella al gruppo europeo scende fino al 54,04% per i 5 stelle.

È utile in particolar modo considerare l’attività dei 54 europarlamentari uscenti che si sono ricandidati alle elezioni per la IX legislatura. Alcuni di questi sono molto noti, poiché hanno ricoperto i ruoli chiave più importanti, come Tajani e Gualtieri. 7 sono compresi nella classifica dei 100 più influenti della legislatura. Altri dei candidati si sono invece fatti notare, al contrario, per le assenze in parlamento: ben 3 non arrivano al 70% di presenze alle votazioni elettroniche, pur senza ricoprire cariche che possano giustificare tante assenze. Si tratta di Aldo Patriciello, Alessandra Mussolini e Lorenzo Cesa, tutti e tre di Forza Italia. A questi si aggiunge Alessandra Moretti (Pd) che, nel breve periodo in cui è stata europarlamentare (meno di un anno tra luglio 2014 e febbraio 2015) ha totalizzato appena il 56% di presenze.

I ruoli chiave del parlamento europeo

Il parlamento europeo è strutturato in gruppi, distinti sulla base dell’affinità politica dei componenti, e commissioni, specializzate per materia e composte in maniera proporzionale al parlamento stesso.

Gli europarlamentari non hanno tutti lo stesso potere: chi ricopre posizioni chiave può influire maggiormente sui processi politici. Vai a "I ruoli chiave del parlamento europeo"

Il potere di un europarlamentare dipende anche dal ruolo che ricopre: un presidente di commissione avrà chiaramente più peso rispetto a un semplice membro della stessa commissione.

Per questa ragione, per l’analisi sono stati considerati come principali “ruoli chiave” presidenti e vicepresidenti di gruppi, commissioni, sottocommissioni e del parlamento europeo.

I tre paesi che esprimono la maggior parte delle posizioni chiave sono Germania, Francia e Italia, distribuzione che riflette grossomodo il peso dei paesi all’interno di tutto il parlamento. Andando a distinguere i ruoli politici, ossia i presidenti e vicepresidenti dei gruppi, da quelli istituzionali, dunque presidenti e vicepresidenti di commissioni, sottocommissioni e del parlamento europeo, si notano delle differenze tra gli Stati membri.

Sono stati considerati presidenti e vicepresidenti dell’Ufficio di presidenza del parlamento, delle commissioni e sottocommissioni e dei gruppi parlamentari.

FONTE: elaborazione Agi-openpolis su dati del parlamento europeo.
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Aprile 2019)

In particolare, sono Francia, Germania e Spagna a ricoprire il maggior numero di ruoli politici, mentre l'Italia scende notevolmente nella classifica, con soli tre vicepresidenti di gruppo (Ppe, S&d e Ecr).

L'Italia al parlamento europeo ha pochi rappresentanti tra le key position politiche ma molti tra quelle istituzionali.

Infatti attualmente nessun italiano è presidente di gruppo, ma dall'inizio della legislatura fino alla fine del suo mandato, nel marzo del 2018, Gianni Pittella (Pd) è stato presidente del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici, il secondo gruppo più numeroso del parlamento europeo. Inoltre Lara Comi (Fi) è vicepresidente del gruppo più numeroso del parlamento, il Ppe.

Dall'altro lato, il nostro paese è secondo per posizioni chiave istituzionali, tra la Germania e la Francia.

Siamo gli unici ad avere tre rappresentanti nell'ufficio di presidenza del parlamento, non considerando i questori, che hanno funzioni consultive. Uno di questi è lo stesso presidente, Antonio Tajani (Fi). Gli altri sono David Maria Sassoli (Pd) e Fabio Massimo Castaldo (M5s), vicepresidenti. Infine, è molto importante il ruolo ricoperto da Roberto Gualtieri (Pd), presidente della commissione per i problemi economici e monetari.

I ruoli chiave degli europarlamentari italiani

NomePartitoRuolo
Antonio TajaniFipresidente del parlamento europeo
Fabio Massimo CastaldoM5svicepresidente del parlamento europeo
David Maria SassoliPdvicepresidente del parlamento europeo
Mercedes BressoPdvicepresidente del gruppo S&d
Lara ComiFivicepresidente del gruppo del Ppe
Raffaele FittoCrvicepresidente del gruppo Ecr
Roberto GualtieriPdpresidente della commissione per i problemi economici e monetari
Pier Antonio PanzeriArticolo 1 - Mdppresidente della sottocommissione per i diritti dell'uomo
Renata BrianoPdvicepresidente della commissione per la pesca
Andrea CozzolinoPdvicepresidente della commissione per lo sviluppo regionale
Paolo De CastroPdvicepresidente della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Laura FerraraM5svicepresidente della commissione giuridica
Barbara MateraFivicepresidente della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Stefano MaulluFdivicepresidente della commissione per la cultura e l'istruzione
Barbara Spinelliindipendentevicepresidente della commissione per gli affari costituzionali
Patrizia ToiaPdvicepresidente della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

Complessivamente, quasi la metà dei ruoli chiave considerati è in quota Pd. Seguono Forza Italia con 3 ruoli chiave e il Movimento 5 stelle con 2. La Lega non ha neanche un membro in posizioni chiave. Le differenze sono giustificate dal fatto che i democratici hanno quasi il doppio degli europarlamentari dei 5 stelle (31 contro 17 dopo le elezioni). La Lega invece nel 2014 ha eletto solo 5 membri.

La partecipazione degli europarlamentari

Il tema dell'assenteismo parlamentare è sempre molto sentito dai cittadini. Per valutare quanto lavorano gli europarlamentari abbiamo analizzato i dati relativi alle presenze e assenze in parlamento, sulla base della partecipazione alle votazioni elettroniche. In generale, i dati relativi all'Italia non sono molto positivi, ma vi sono delle eccezioni: sono infatti 10 gli europarlamentari italiani che superano il 98% di presenze.

Gli europarlamentari europei sono stati presenti in media a poco oltre l'88% delle votazioni elettroniche. Gli europarlamentari che partecipano di più vengono dai paesi più piccoli, ma nessuno supera il 95% delle presenze.

12,87% la percentuale di assenze degli europarlamentari italiani.

La posizione dell’Italia non è positiva: con una partecipazione media dell’87,13% siamo diciannovesimi, su 28 paesi.

È stata considerata la partecipazione ai voti elettronici per appello nominale nel corso della legislatura VIII.

FONTE: elaborazione Agi-openpolis su dati VoteWatch.
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Aprile 2019)

In generale, oltre la metà degli eurodeputati italiani partecipa ad almeno il 90% delle votazioni. Tuttavia, quasi il 7% è presente a meno del 70% dei voti.

1/4 degli eurodeputati italiani partecipa a oltre il 95% delle votazioni elettroniche.

Il dato, rispetto ad esempio alla media nazionale (75,88% di presenze alla camera, 84,79% al senato) può apparire positivo, ma bisogna considerare che l'impegno richiesto a livello di presenze non è paragonabile a quello dei parlamenti nazionali. Le sedute plenarie sono convocate infatti solamente una volta al mese.

Per quanto riguarda nello specifico i partiti italiani, tra quelli più numerosi è il Movimento 5 stelle quello con i rappresentanti più virtuosi, che sono stati assenti in media solo al 7,78% delle votazioni.

92,22% la partecipazione media alle votazioni elettroniche degli europarlamentari del M5s.

Gli eurodeputati del partito italiano più numeroso, il Pd, si fermano invece all'88%.

È stata considerata la partecipazione ai voti elettronici per appello nominale dei parlamentari in carica alla fine della legislatura VIII. Il dato sui parlamentari indipendenti è stato attribuito al partito della lista di elezione.

FONTE: elaborazione Agi-openpolis su dati VoteWatch.
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Aprile 2019)

I tre europarlamentari italiani che risultano maggiormente presenti sono Renata Briano, Isabella De Monte e Nicola Danti, tutti membri del Partito democratico. Supera il 99% di presenze anche Mara Bizzotto della Lega.

Classifica dei 10 europarlamentari italiani più presenti alle votazioni elettroniche

Posizione (tra gli italiani)Posizione (su tutto il PE)NomePartitoPercentuale presenze
Renata BrianoPd99,67%
Isabella De MontePd99,53%
14°Nicola DantiPd99,25%
17°Mara BizzottoLn99,14%
24°Barbara SpinelliIndipendente98,81%
25°Marco ValliIndipendente98,78%
37°Piernicola PediciniM5s98,45%
45°Ignazio CorraoM5s98,11%
46°Nicola CaputoPd98,10%
10°49°Herbert Dorfmann Svp98,01%

Tra i meno presenti è in testa Renato Soru (35,65%), del Partito Democratico, che ha partecipato infatti solo a 3.450 votazioni per appello nominale su 10.252. Seguono, con una partecipazione inferiore al 70%, Aldo Patriciello (Fi), Alessandra Mussolini (Fi), Lorenzo Cesa (Udc) e Curzio Maltese (Lista Tsipras - L'altra Europa). Matteo Salvini (Lega), attualmente ministro dell'interno e vice presidente del consiglio italiano, fino alla fine del suo mandato aveva partecipato all'82,02% delle votazioni.

Classifica dei 10 europarlamentari italiani più assenti alle votazioni elettroniche

Posizione (tra gli italiani)Posizione (su tutto il PE)NomePartitoPercentuale assenze
748°Renato SoruPd64,35%
735°Aldo PatricielloFi38,16%
727°Alessandra MussoliniFi33,61%
723°Lorenzo CesaUdc32,96%
717°Curzio MalteseLista Tsipras-L'Altra Europa30,91%
702°Angelo CioccaLega27,20%
695°Raffaele FittoCr26,02%
692°Alessia Maria MoscaPd25,79%
682°Barbara MateraFi25,27%
10°681°Enrico GasbarraPd25,26%

Il voto degli europarlamentari italiani

In Unione Europea, così come in Italia, non è previsto vincolo di mandato.

I parlamentari svolgono il loro incarico senza obblighi nei confronti di partiti, programmi elettorali o dei cittadini stessi. Vai a "Che cos’è il vincolo di mandato"

Per questa ragione i parlamentari sono liberi di votare come ritengono opportuno. Quando un parlamentare vota diversamente dalle indicazioni del gruppo politico di appartenenza, definiamo il suo voto "ribelle". Per il parlamento europeo, oltre alle indicazioni del gruppo, possiamo prendere in considerazione le indicazioni del partito politico nazionale di appartenenza. Nell'analisi abbiamo dunque effettuato una distinzione tra la fedeltà al gruppo europeo e la fedeltà al partito nazionale. E abbiamo visto che, per alcuni partiti, le differenze sono decisamente ampie.

Per i parlamentari che hanno cambiato gruppo o partito è stata considerata la media della fedeltà ai gruppi o partiti di cui l’europarlamentare ha fatto parte. La fedeltà media è riferita agli europarlamentari italiani.

FONTE: elaborazione Agi-openpolis su dati VoteWatch.
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Aprile 2019)

Complessivamente gli eurodeputati italiani sono molto fedeli al partito nazionale (97,8%) e molto meno al gruppo del parlamento europeo (82,13%). Tuttavia, è il dato relativo a Lega e M5s ad abbassare notevolmente la media della fedeltà al gruppo: la percentuale di voti fedeli al gruppo è infatti pari rispettivamente al 63,69% e al 54,04%.

45,96% la percentuale di voti ribelli rispetto al gruppo (Efdd) degli europarlamentari del M5s.

Per fare un esempio, il 17 settembre del 2015, in occasione del voto per il ricollocamento urgente di 120 mila migranti, i parlamentari del M5s hanno votato compatti a favore della misura, dunque contro il proprio gruppo, l'Efdd.

Un caso più recente è quello della riforma sul copyright: in questo caso gli europarlamentari di Lega e 5 stelle si sono astenuti, mentre Efdd, il gruppo a cui appartiene il M5s, aveva dato indicazione di votare contro, e il gruppo a cui appartiene la Lega, Enf, aveva dato indicazione di votare a favore.

La fedeltà al partito è invece sempre alta, superiore al 97%, fino a toccare il 99,34% per il M5s.

Gli europarlamentari più influenti

Chi sono stati gli europarlamentari più influenti della legislatura?

Votewatch, think tank che si occupa di analisi delle istituzioni europee, ha stilato una classifica. A ogni eurodeputato è assegnato un punteggio, sulla base di tre indicatori principali: definizione delle relazioni del parlamento, ruoli di leadership all'interno degli organi parlamentari e potere politico.

I 10 eurodeputati più influenti della legislatura appartengono quasi tutti ai gruppi di maggioranza (Epp e S&d). Fa eccezione il parlamentare del gruppo Alde (liberali e democratici) Guy Verhofstad (9° posizione), eurodeputato belga presidente del gruppo di centro nonché rappresentante dell'Unione nelle trattative sulla Brexit.

L'italiano Antonio Tajani (Fi), presidente del parlamento europeo, è considerato da VoteWatch l'europarlamentare più influente della legislatura VIII.

Il parlamentare più influente della legislatura è stato l'italiano Antonio Tajani (Fi), presidente del parlamento europeo. Seguono il tedesco Manfred Weber, presidente del gruppo del partito popolare europeo, e Roberto Gualtieri (Pd), presidente della commissione per gli affari economici e monetari, terzo nella classifica complessiva.

A ogni parlamentare è attribuito un punteggio sulla base di tre indicatori principali: definizione delle relazioni del parlamento, ruoli di leadership all’interno degli organi parlamentari e potere politico.

FONTE: elaborazione Agi-openpolis su dati VoteWatch.
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Aprile 2019)

Sono 8 gli europarlamentari italiani che rientrano nella classifica dei 100 più influenti. 6 appartengono al Partito democratico, uno al Movimento 5 stelle e uno a Forza Italia. Nessun leghista. Il numero di deputati presenti in classifica riflette orientativamente il peso dell'Italia all'interno del parlamento ma, rispetto a una versione dello studio del 2017, il potere di influenza dell'Italia è sceso di numerose posizioni. Tale perdita è dovuta anche alle dimissioni da europarlamentare e dunque di presidente del gruppo S&d di Gianni Pittella (Pd), eletto al parlamento nazionale.

Gli 8 europarlamentari italiani presenti nella classifica dei 100 più influenti dell'VIII legislatura

Posizione nella classifica complessivaNomePartito
Antonio TajaniFi
Roberto GualtieriPd
49°Nicola DantiPd
64°Fabio Massimo CastaldoM5s
71°Patrizia ToiaPd
84°Alessia Maria MoscaPd
86°David Maria SassoliPd
100°Mercedes BressoPd

Infine, per comprendere meglio la qualità del lavoro svolto dagli europarlamentari italiani nella legislatura che si avvia alla fine è importante considerare alcune attività svolte. Secondo i dati raccolti da MepRanking, i tre parlamentari che hanno presentato complessivamente più interrogazioni scritte e mozioni sono stati Fabio Massimo Castaldo (M5s), Ignazio Corrao (M5s) e Nicola Caputo (Pd).

1.554 interventi svolti da Nicola Caputo (Pd) nell'VIII legislatura, il numero più alto tra gli italiani.

Quest'ultimo è in testa per numero di interventi svolti (1548), seguito in seconda posizione da Fabio Massimo Castaldo (1383). Terzo sul podio è Antonio Tajani, che considerato il suo ruolo di presidente del parlamento ha svolto ben 1199 interventi.

Il prossimo parlamento

Tra pochi giorni i cittadini dell'Unione saranno chiamati a votare per il rinnovo del parlamento europeo. Le elezioni europee sono sempre state considerate meno importanti rispetto a quelle nazionali. Il fatto è dimostrato anche dalla scarsa affluenza alle urne: solo il 58,69% alle europee del 2014, contro il 75% alle politiche del 2013.

Tuttavia, le istituzioni europee influenzano in maniera rilevante la nostra vita, perciò è doveroso giungere alle elezioni con consapevolezza.

Inoltre, anche i partiti euroscettici risultano in crescita, a livello complessivo la maggioranza al parlamento europeo dovrebbe essere sì eterogenea, ma europeista, come quella attuale. A livello nazionale invece il voto potrebbe avere importanti ripercussioni effetti sugli equilibri di governo. Infatti, in questo momento è il Movimento 5 stelle ad avere più peso all'interno dell’esecutivo, ma i sondaggi danno la Lega in vantaggio sull'avversario-alleato. Se così fosse, Salvini potrebbe volere un riequilibrio di forze all'interno del governo.

 

Foto credit: Flickr Parlamento Europeo - Licenza

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