Gli interventi del Pnrr per il turismo #openPnrr
Secondo le stime di Istat nel 2017 il turismo aveva contribuito al Pil nazione per il 6% ma riceverà poco più dell’1% delle risorse europee. Tra gli obiettivi quello di una maggiore digitalizzazione e di promozione dei grandi eventi per rilanciare il settore.
lunedì 14 Marzo 2022 | Potere politico
L’Italia rappresenta da sempre una delle principali mete turistiche a livello mondiale. Ciò determina anche il fatto che il settore contribuisca in maniera significativa al Pil nazionale. Secondo le stime di Istat relative all’anno 2017 infatti questa voce costituiva il 6% del valore aggiunto italiano.
Nel 2020, con l’esplosione della pandemia da Covid-19, il settore però ha subito un profondo shock dovuto a una riduzione degli arrivi nel nostro paese superiore al 50% rispetto all’anno precedente (in linea con il trend europeo). Il rilancio di questo comparto è dunque strategico per la nostra economia. Per questo motivo all’interno del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono state inserite una serie di misure specifiche per questo scopo.
€ 2,4 mld le risorse del Pnrr affidate alla gestione del ministero per il turismo.
Gli interventi finanziati hanno il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese del settore e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Inoltre si agirà per sfruttare appieno le potenzialità dei grandi eventi che riguarderanno il nostro paese nei prossimi anni, tra cui la Ryder Cup del 2022 e il Giubileo del 2025. Il tutto cercando di ridurre gli effetti dell’overtourism (cioè l’eccessivo affollamento di turisti in una meta vacanziera), creando percorsi alternativi e integrati verso tutte le regioni. Le risorse stanziate per questi obiettivi tuttavia rappresentano poco più dell’1% rispetto al totale di quelle contenute nel Pnrr.
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Il contesto di riferimento
In un’audizione del gennaio 2021 presso la commissione bilancio della camera, il presidente di Istat Giancarlo Blangiardo ha affermato che secondo le stime contenute nel conto satellite del turismo relative al 2017, le imprese della filiera erano più di un milione. Per il 90% il comparto era composto da attività che occupavano tra 1 e 4 addetti. Ad esse corrispondevano più di 4 milioni di posizioni lavorative (in buona parte a tempo parziale), ovvero il 15% del totale dell’intera economia italiana.
Negli anni precedenti la pandemia il turismo nel nostro paese si era caratterizzato per un’espansione forte e continua. Nel 2019 infatti aveva raggiunto un record assoluto: 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, con una crescita rispettivamente del 2,6% e dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
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L’importanza dei comuni per il rilancio del turismo in Italia.
Peraltro nel settembre del 2020 Istat ha elaborato una nuova classificazione dei comuni italiani in base alla densità turistica. Da questa analisi è emerso che solo 1.704 comuni sui quasi 8mila che compongono il nostro paese sono stati classificati come “non turistici”. Si tratta quindi di quei pochi centri in cui non sono presenti né flussi turistici, né strutture ricettive. Bastano questi pochi elementi di contesto per comprendere quanto il turismo sia fondamentale per la nostra economia.
78,5% i comuni italiani classificati da Istat come “turistici”.
Ovviamente la pandemia ha stravolto questo scenario. Per questo motivo all’interno del Pnrr sono state inserite una serie di misure volte a sostenere e rilanciare il settore. A questo proposito il presidente di Istat, nella già citata audizione, aveva evidenziato la necessità di investire nella digitalizzazione affinché il settore potesse rimanere competitivo rispetto alla concorrenza di altri paesi.
Sul piano dei servizi, è urgente adeguare le infrastrutture e le competenze digitali, spesso in grande ritardo. Il 58,2% dei viaggi prenotati nel 2019 è stato prenotato tramite web; circa il 31% di queste prenotazioni avviene tramite contatto diretto con la struttura ricettiva senza alcuna intermediazione.
Un’indicazione che, come vedremo, in linea di massima è stata recepita.
Le risorse del Pnrr e il ruolo del ministero del turismo
Logicamente, tutte le risorse del Pnrr legate al turismo sono state affidate alla diretta gestione dell’omonimo ministero. Come abbiamo già detto, parliamo di una cifra complessiva di 2,4 miliardi di euro fino al 2026. Per farsi un’idea della portata di questi fondi rispetto all’attività “ordinaria” del dicastero guidato da Massimo Garavaglia (Lega), possiamo confrontare quanto stanziato nell’ambito del Pnrr per il 2022 con le risorse assegnate dalla legge di bilancio per lo stesso periodo.
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La L.234/2021 infatti ha previsto uno stanziamento per il Mitur pari a 275 milioni di euro (lo 0,03% del bilancio statale). Mentre per quanto riguarda il Pnrr dal ministero passeranno 465 milioni. Una cifra che va quasi a triplicare le risorse a disposizione. Per quanto tale somma possa apparire consistente, dobbiamo comunque ricordare che le risorse affidate alla competenza del Mitur sono solo una piccola parte rispetto al totale del Pnrr (appena l’1,3%).
Mims, Mite e Mise i principali gestori delle risorse del Pnrr
La ripartizione delle risorse europee e di quelle del fondo complementare tra i ministeri
I dati sono stati estratti da due distinti decreti emanati dal ministero dell’economia e delle finanze. Uno per quanto riguarda le risorse del Pnrr in senso stretto e uno relativo alle risorse del fondo complementare. Nell’ambito del dispositivo di ripresa e resilienza italiano rientrano anche altri fondi strutturali europei per una cifra complessiva di circa 248 miliardi di euro. I due decreti ripartiscono le risorse tra i diversi ministeri e la presidenza del consiglio. In questo secondo caso talvolta le risorse sono destinate genericamente alla presidenza e talvolta a specifici dipartimenti, nel caso questi siano guidati da ministri senza portafoglio.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Mef.
(ultimo aggiornamento: martedì 16 Novembre 2021)
Come si può notare anche dal grafico, il Mitur figura infatti solamente al 13esimo posto nella graduatoria dei ministeri chiamati a gestire le quote più consistenti di risorse del piano. Peraltro il tema dell'effettiva capacità del Pnrr di soddisfare i fabbisogni del paese nei diversi settori è una criticità che già avevamo evidenziato in un precedente articolo dedicato all'edilizia scolastica.
La misure previste per il turismo
Passiamo adesso ad analizzare più nello specifico le diverse misure previste dal Pnrr per il turismo. Parliamo in particolare di una riforma e tre investimenti. Tali misure sono state ricondotte in una recente relazione rilasciata dal Mitur in un'unica voce detta "Turismo 4.0".
La riforma prevede in particolare la revisione del codice del turismo e coinvolgerà, secondo le stime, oltre 9mila operatori tra guide turistiche e accompagnatori. L'obiettivo dell'intervento è quello di dare, nel rispetto delle normative locali, un ordinamento professionale alle guide turistiche e al loro ambito di appartenenza. La riforma dovrà dunque permettere l'acquisizione di una qualifica professionale univoca conforme a standard omogenei a livello nazionale.
4 le misure del Pnrr riconducibili alla voce "Turismo 4.0".
Gli investimenti invece si suddividono in 3 voci. La principale riguarda la creazione di vari fondi volti a sostenere la competitività delle imprese del settore per un valore complessivo di circa 1,8 miliardi. Altri 500 milioni sono stati stanziati invece a supporto di iniziative legate ai grandi eventi. Infine 140 milioni saranno dedicati alla creazione di un portale nazionale dedicato al turismo.
Nel 2023 quasi 700 milioni per il turismo
Gli investimenti del Pnrr per il turismo suddivisi per importi annuali (2021-2026)
FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Mitur
(ultimo aggiornamento: venerdì 4 Marzo 2022)
Secondo le stime del ministero dell'economia e delle finanze (realizzate attraverso il modello macro-economico Macgem-It) questi investimenti dovrebbero arrivare ad incrementare di un punto percentuale il Pil nazionale. Si stima inoltre un aumento dell'occupazione dello 0,7%. Queste indicazioni tuttavia devono essere valutate con cautela. Infatti non vi è nessuna certezza sul fatto che i risultati effettivi rispetteranno le attese.
Fondi per la competitività delle imprese
Come anticipato, la parte più consistente degli investimenti nel settore del turismo (1,79 miliardi) riguarda la misura denominata "Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche". Tale investimento si suddivide poi al suo interno in ulteriori 4 sotto-voci che prevedono appunto la creazione di nuovi fondi o l'introduzione in quelli già esistenti di voci dedicate al sostegno delle imprese turistiche. A ciò si aggiunge anche l'estensione del credito d'imposta volto ad agevolare investimenti nel settore.
Il Pnrr punta alla forte digitalizzazione del settore turistico.
Tramite quest'ultima "sotto-misura" in particolare sarà possibile finanziare investimenti fino all'80% per interventi antisismici, di digitalizzazione e di abbattimento delle barriere architettoniche. L'obiettivo per questa voce è quello di arrivare a sostenere almeno 3.500 imprese entro il 2025. Per quanto riguarda i fondi invece il più consistente (500 milioni di euro) riguarderà la creazione di un'apposita linea di investimento dedicata al turismo sostenibile nell'ambito dei fondi messi a disposizione dalla banca europea degli investimenti. Si tratta di strumenti finanziari che concedono prestiti a basso tasso di interesse e/o sostegno quasi azionario alle imprese che propongono progetti di investimento sostenibili.
Tra gli interventi finanziabili con questo fondo vi saranno la riqualificazione delle strutture turistiche e la creazione di nuove, il miglioramento dell'accessibilità ai siti di interesse e per la mobilità, oltre all'acquisto di strumenti digitali per la gestione di prodotti e servizi a costi più bassi. L’obiettivo in questo caso è quello di finanziare entro il 2025 almeno 150 progetti con la metà delle risorse stanziate per questa voce destinate a interventi di efficienza energetica e transizione digitale.
La dotazione dei fondi per investimenti nel turismo
Il riparto dei sub-investimenti della misura M1C3-4.2
FONTE: elaborazione openpolis su dati Miur.
(ultimo aggiornamento: venerdì 4 Marzo 2022)
Altri 358 milioni saranno inoltre messi a disposizione da un'apposita sezione dedicata al turismo nell'ambito del fondo di garanzia per le Pmi. L'obiettivo in questo caso è quello di finanziare l’innovazione delle imprese turistiche attraverso il rafforzamento delle capacità di trasformazione digitale e l’adozione di soluzioni innovative per la gestione dei servizi turistici. In questo caso si punta a raggiungere almeno 10mila imprese entro il 2025.
Interviene sul turismo - con 180 milioni - anche il fondo rotativo imprese. Anche queste risorse saranno destinate all’innovazione delle imprese turistiche attraverso il rafforzamento della capacità di trasformazione digitale e l’adozione di soluzioni innovative per la gestione dei servizi turistici. L'obiettivo in questo caso è il sostegno di almeno 300 imprese.
È stato istituito infine anche il fondo nazionale del turismo con cui si punta a riqualificare e proteggere il patrimonio alberghiero identitario caratteristico del paese. Le risorse per questo scopo ammontano a 150 milioni.
I grandi eventi e l'hub del turismo digitale
Oltre agli investimenti già citati, sono previste altre due misure. La prima riguarda la creazione di un hub nazionale dedicato al turismo digitale. L’obiettivo in questo caso è quello di creare una piattaforma web che consenta l’integrazione dell'intero ecosistema turistico composto da operatori turistici, imprese e stakeholders istituzionali al fine di innovare e connettere digitalmente l’offerta e la promozione turistica del paese.
Si prevede inoltre di arricchire, ampliare e migliorare i servizi offerti e supportare le scelte del turista nella pianificazione della destinazione e del viaggio. L'investimento mira a finanziare un'infrastruttura digitale nuova, modelli di intelligenza artificiale per l'analisi dei dati e servizi digitali di base a beneficio degli operatori turistici. Per questa misura sono previsti 114 milioni.
Molte delle risorse del Pnrr saranno investite nella capitale.
L'altro intervento, denominato "Caput mundi - Next generation Eu per i grandi eventi turistici" punta ad utilizzare le manifestazioni che si terranno nel nostro paese nei prossimi anni (come la Ryder cup del 2023 o le olimpiadi invernali del 2026) come volano per il rilancio dell'economia di settore. Con questo investimento - pari a 500 milioni di euro - si punta all’apertura di almeno 200 nuovi siti culturali e di 30 parchi pubblici. Da notare che molti degli interventi finanziati con questa misura riguarderanno la capitale in vista del Giubileo del 2025.
Gli interventi per il turismo nell'ambito della misura "Caput mundi"
Progetto | Descrizione | Importo (mln €) |
---|---|---|
Patrimonio culturale romano per l'UE-Next Generation | Grandi opere sul principale patrimonio romano | 176,25 |
Da Roma pagana a Roma cristiana (Giubileo 2025) | Restauro di percorsi storici e periferici per il Giubileo 2025 | 164,92 |
#LaCittàcondivisa | Riqualificazione delle periferie e dei percorsi tematici | 87,41 |
#Mitingodiverde | Interventi su parchi, giardini storici, ville e fontane | 60,3 |
#Roma4.0 | Digitalizzazione dei servizi culturali, Roma Experience, app geolocalizzata per i turisti | 14,45 |
#Amanotesa | Aumentare l'offerta culturale alle periferie per l'integrazione sociale | 16,7 |
Tra gli obiettivi in questo caso vi sono l’aumento dei complessi culturali restaurati e resi accessibili per creare valide e qualificate alternative turistiche e culturali a quelle più note; aprire e rendere accessibili nuovi parchi e ville storiche; accrescere l’occupazione di nuovo personale qualificato per la gestione della nuova offerta turistica; valorizzare i siti minori e il turismo di periferia.
Lo stato dell'arte
Come noto, ogni misura contenuta nel Pnrr prevede il rispetto di un rigido cronoprogramma per la sua implementazione. Se questo scadenzario non dovesse essere rispettato l’Unione europea potrebbe anche decidere di bloccare l’erogazione delle risorse. In base all’allegato del Mitur alla relazione del governo per il parlamento sullo stato di avanzamento del Pnrr, tutte le scadenze relative al 2021 sono state rispettate. Tuttavia ci sono state, evidentemente, alcune difficoltà.
Gli adempimenti legati ai fondi per la competitività delle imprese infatti (con la sola eccezione del fondo nazionale per il turismo) sono stati conseguiti grazie all’intervento del decreto legge 152/2021 (rispettivamente con gli articoli 1,2,3,4 e 8). Una norma che inizialmente non era prevista ma che si è resa necessaria proprio per il bisogno di velocizzare le procedure e rispettare così il cronoprogramma.
Sono 12 invece le scadenze rimanenti da raggiungere entro il 2026. Le più ravvicinate riguardano proprio i fondi per la competitività delle imprese. In particolare l'erogazione di 150 milioni di euro tramite il fondo nazionale del turismo a cui si aggiungono altri 350 milioni attraverso il fondo tematico Bei. Entrambi questi obiettivi dovranno essere raggiunti entro la fine del 2022. Nell'ambito invece di "Caput Mundi" è attesa entro giugno la firma degli accordi tra il Mitur e i soggetti attuatori dei 6 progetti finanziati. Da notare che quasi tutte le milestone relative al turismo sono già state conseguite nel 2021. La gran parte delle scadenze rimanenti infatti sono classificate come target. Adempimenti che rappresentano quindi il raggiungimento di una fase avanzata del processo (come la concreta erogazione delle risorse alle imprese vincitrici dei relativi bandi).
Il Mitur devo conseguire 12 adempimenti tra il 2022 e il 2026
Il quadro delle scadenze del Pnrr di competenza del ministero del turismo
FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 4 Marzo 2022)
10 su 12 i target sul totale delle scadenze rimanenti di competenza del Mitur.
Un ultimo accenno infine per quanto riguarda la riforma delle norme in materia di guide turistiche che dovrà essere conseguita entro il 2023. Attualmente ci sono 2 proposte (S.1921 e S.2087) in discussione. Ma entrambe sono ai primi passi dell'iter e non è da escludere un loro accorpamento.
Il nostro osservatorio sul Pnrr
Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.
Foto: Unsplash Michele Bitetto - licenza