Gli interventi del Pnrr per la mobilità ciclistica Innovazione
Tra le varie misure per la mobilità sostenibile, il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede anche lo stanziamento di 600 milioni di euro per il rafforzamento delle ciclovie, urbane e turistiche. Abbiamo ricostruito la situazione del nostro paese precedente agli investimenti.
venerdì 3 Giugno 2022 | Ecologia e innovazione
Infrastrutture e transizione ecologica sono due temi centrali per il piano nazionale di ripresa e resilienza. Non è un caso infatti, che i principali gestori delle risorse del Pnrr siano proprio il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile (Mims) e il ministero per la transizione ecologica (Mite).
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Il ruolo strategico del Mims nella gestione dei fondi del Pnrr.
Tra i numerosi interventi di cui il Mims è titolare, particolare importanza è rivestita da quello per il rafforzamento della mobilità ciclistica, per scopi di tutela ambientale. Le biciclette costituiscono infatti una modalità di trasporto che non produce nessuna emissione e per questo la loro diffusione all’interno dei centri urbani è cruciale per diminuire l’impatto climatico dei trasporti – tra i settori più inquinanti.
Abbiamo analizzato l’offerta di piste ciclabili in Italia secondo l’ultimo aggiornamento Istat relativo al 2019, per inquadrare la situazione del nostro paese all’alba di questi stanziamenti.
Gli investimenti del Pnrr per la mobilità ciclistica
La mobilità sostenibile è sempre più centrale nel dibattito sulla transizione ecologica.
Le città sono più esposte ad alcuni fenomeni legati al cambiamento climatico.
L’utilizzo di mezzi di trasporto a basso impatto ecologico può infatti contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, riducendo l’impatto di fenomeni correlati al cambiamento climatico. Questo vale soprattutto per i centri urbani, dove inquinamento atmosferico, elevato consumo di suolo, innalzamento delle temperature e isole di calore incidono gravemente sulle condizioni climatiche e ambientali.
All’interno del Pnrr, sono previste 9 misure per il trasporto pubblico locale e la cosiddetta mobilità dolce.
In un recente approfondimento abbiamo parlato dell’acquisto di autobus a basse emissioni. Un altro intervento importante è quello relativo al rafforzamento della mobilità ciclistica, ripartito in due misure, una destinata alle ciclovie urbane e una per lo sviluppo di quelle turistiche.
600 milioni di euro, i fondi stanziati dal Pnrr per il rafforzamento della mobilità ciclistica.
Di questi, 200 milioni sono dedicati alle piste ciclabili urbane, al fine di realizzarne circa 570 km nelle 45 città italiane con popolazione superiore ai 50mila abitanti e sedi di università con più di 5mila studenti iscritti. La metà delle risorse è destinata al mezzogiorno.
Le piste ciclabili nei comuni italiani
Ma quant’era fornito il nostro paese di infrastrutture per la mobilità ciclistica, all’alba di questi investimenti? Secondo i dati Istat, nel 2019 in Italia i centri urbani disponevano in totale di circa 4.730 km di piste ciclabili. Di queste, quasi tre quarti si trovavano nel nord della penisola.
72,5% dei chilometri di piste ciclabili nei capoluoghi italiani si trova al nord, il 18,2% al centro e il 9,3% al sud (2019).
Se rapportiamo l’estensione a quella del territorio su cui si trovano, parliamo di una media nazionale di 24,2 chilometri ogni 100 chilometri quadrati. Che sale a circa 58 km ogni 100 kmq nel caso dei comuni settentrionali e scende rispettivamente a 15,7 e a 5,4 per quelli centrali e meridionali.
A sud l’offerta di piste ciclabili è il 12,8% di quella del nord
Chilometri di piste ciclabili per macroarea, tra il 2013 e il 2019
I dati sono riferiti all’insieme dei comuni capoluogo e sono indicati in valori assoluti (chilometri).
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Maggio 2022)
In tutto il paese, dal 2013 al 2019 si è registrato un generalizzato miglioramento. Nella macroarea settentrionale l'aumento è stato pari al 20,8%, passando da 2.839 km di estensione nel 2013 a 3.430 nel 2019. Leggermente inferiore l'aumento nel centro (+18,3%), passato da 729 a 863 km in questo stesso lasso di tempo.
Mentre il miglioramento più evidente, anche se su numeri molto più bassi, si riscontra nel sud della penisola, passato da circa 304 a 439 km - con un incremento pari al 44,4%.
Prima della pandemia, a Roma è diminuita l’estensione delle piste ciclabili
Le piste ciclabili nei comuni capoluogo di provincia, nel 2019 e rispetto al 2013
I dati sono riferiti all’estensione delle piste in rapporto alla superficie territoriale. Non sono disponibili i dati del 2013 e del 2019 per i comuni di Enna, Potenza, Trapani, Chieti, Caltanissetta e Nuoro. Mentre per Avellino non sono disponibili quelli del 2013, e per Campobasso e Vibo Valentia quelli del 2019.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Maggio 2022)
In 78 dei comuni capoluogo italiani, la disponibilità di ciclovie ogni 100 kmq di superficie territoriale è aumentata nel periodo tra 2013 e 2019. L'aumento più significativo lo ha riportato Prato (+50,4 km tra 2013 e 2019). Seguita da Brescia (+43,9) e Pescara (+37,8). Mentre sono 17 i centri urbani in cui non si è registrata nessuna differenza e 5 quelli in cui si sono persi chilometri. Tra questi, in particolare, la capitale, passata da 20 a 19,3 km ogni 100 kmq (-0,7).
Padova è il comune con la maggiore estensione di piste ciclabili in rapporto alla superficie territoriale.
Il comune con la maggiore estensione totale è Padova, con 184 km di piste ciclabili ogni 100 kmq di superficie territoriale nel 2019. La seguono Mantova (178,5) e Brescia (175,2). In generale è nella parte settentrionale del paese che si registrano le cifre più elevate. Mentre l’offerta più limitata è quella di Viterbo (0,2), preceduta di poco da Ragusa e Matera, entrambe sotto il chilometro. Tra le città più grandi, sono Milano e Torino a disporre della rete di ciclovie di estensione maggiore (rispettivamente 166,1 e 123,3 km ogni 100 kmq di territorio), mentre le ultime sono Catania (4,4) e Genova (5,5).
Le ciclovie turistiche
Ma gli investimenti del Pnrr in materia di mobilità dolce prevedono anche il rafforzamento e l'estensione delle ciclovie turistiche. Come abbiamo accennato, a questo fine sono stati stanziati 400 milioni di euro, ovvero due terzi di tutte le risorse previste per la mobilità ciclistica. Anche in questo caso, il 50% dei fondi è assegnato al meridione.
1.250 chilometri di piste ciclabili turistiche da realizzare entro il 2026.
Si tratta di ciclovie esistenti che il piano di ripresa e resilienza intende ampliare.
Le ciclovie turistiche finanziate dal Pnrr
Il piano di riparto delle risorse del Pnrr dedicate alle ciclovie turistiche
La ciclovia GRAB è finanziata dal Dl 517/2018.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Mims
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Maggio 2022)
I finanziamenti più elevati sono destinati alla ciclovia Adriatica (74 milioni di euro), seguita dalla ciclovia della Magna Grecia (articolata tra Basilicata, Calabria e Sicilia, per un totale di 61,5 milioni) e da quella del Vento (che collega Venezia e Torino).
Per quanto riguarda invece l'estensione del tratto da realizzare, la prima è l'Adriatica, per un totale di 210 km. Seguono la ciclovia dell'Acquedotto pugliese (210 km da Caposele in provincia di Avellino a Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce attraverso la Campania, la Basilicata e la Puglia) e la ciclovia Sole (tra Verona e Firenze, con un tratto pari a 197 km).
Foto: Gabriella Clare Marino - licenza