Gli investimenti in infrastrutture a seguito della revisione del Pnrr #OpenPNRR

Il ministero delle infrastrutture si conferma centrale per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Vediamo come sono cambiate le misure di sua competenza a seguito delle varie revisioni. Dall’analisi emerge che molti cantieri devono ancora partire.

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Nelle ultime settimane ci siamo soffermati molto sul processo di revisione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Per mesi abbiamo evidenziato le lacune in termini di trasparenza che hanno accompagnato questa fase.

Dopo questo periodo piuttosto complesso finalmente, poco alla volta, il governo e le varie amministrazioni coinvolte stanno iniziando a pubblicare dati e informazioni utili per valutare com’è cambiato il piano. Tra i soggetti responsabili di misure Pnrr che hanno recentemente diffuso informazioni aggiornate troviamo anche il ministero delle infrastrutture.

Il dicastero guidato da Matteo Salvini ricopre un ruolo di importanza strategica per l’attuazione del piano. Non solo per la consistenza degli importi assegnati ma anche per la rilevanza degli interventi previsti in tema di mobilità, riduzione dell’impatto ambientale e grandi opere. Peraltro, a seguito della revisione, i fondi a disposizione sono aumentati.

La rimodulazione ha ottimizzato i fondi e mantenuto inalterata l’ambizione generale del Pnrr: le risorse assegnate ad investimenti non più compatibili con le scadenze del Piano sono state, per la massima parte, indirizzate verso quegli interventi che potevano essere ulteriormente potenziati.

In attesa che siano pubblicati dati aggiornati sui singoli interventi che fanno ancora parte del piano e su quale sia il loro stato di avanzamento, analizzeremo l’ammontare dei fondi assegnati al Mit, quali sono le misure di sua competenza e in quale fase dell’attuazione si trovano.

I fondi del Pnrr assegnati al Mit

A seguito della revisione del Pnrr i fondi totali destinati al nostro paese sono passati da 191,5 a 194,4 miliardi di euro. Al ministero delle infrastrutture sono assegnati in totale circa 39,8 miliardi per la realizzazione di 24 investimenti (a cui si aggiungono 10 riforme). Un dato che pone il Mit al primo posto tra i soggetti titolari di fondi Pnrr. Al secondo posto troviamo invece il ministero dell’ambiente (33,7 miliardi di euro), al terzo quello delle imprese (28,9 miliardi).

+146 mln € i fondi Pnrr a disposizione del Mit in seguito alla revisione del piano.

Da notare che il Mit ha una significativa quota di risorse destinate ai cosiddetti progetti “in essere”. Si tratta di opere che erano già in programma prima dell’introduzione del Pnrr e poi passate sotto l’egida del piano con una modifica, parziale o totale, delle fonti di finanziamento inizialmente previste.

Per questo tipo di opere il Mit ha a disposizione ben 14,7 miliardi di euro circa. Si tratta di una dato che può essere considerato fisiologico, visto che per le grandi opere infrastrutturali l’orizzonte temporale del 2026 previsto dal Pnrr è probabilmente troppo ristretto. Le amministrazioni titolari di fondi destinati ai progetti in essere sono 13 su 22. Solo due hanno a disposizione risorse superiori ai 10 miliardi di euro. L’altro dicastero che supera questa soglia è quello dell’ambiente con 10,3 miliardi.

FONTE: elaborazione openpolis su dati decreto Mef 3 maggio 2024.
(ultimo aggiornamento: martedì 16 Luglio 2024)

Interessante notare che se ci soffermiamo esclusivamente sui fondi assegnati sui progetti “nuovi” – il cui iter è quindi iniziato sin da subito prevedendo una quota di finanziamento proveniente dal Pnrr – il Mit, anche se per poco, perde la prima posizione. In questo caso infatti il ministero delle imprese ha a disposizione 25,8 miliardi di euro, circa mezzo miliardo in più.

Pnrr e infrastrutture, gli investimenti più consistenti

Abbiamo visto che il Mit ha a disposizione circa 40 miliardi di fondi Pnrr. A cosa servono queste risorse? Una quota maggioritaria è destinata all’alta velocità ferroviaria. Su questo fronte possiamo osservare che al nord l’investimento è di 8,7 miliardi di euro e prevede interventi su diversi collegamenti tra cui Brescia-Verona, Pavia-Milano e Genova-Valico dei Giovi. Al sud invece l’investimento è relativamente più contenuto (3,9 miliardi) e riguarda le tratte Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Catania.

Il Pnrr punta a offrire alternative credibili all’utilizzo dell’auto privata.

Un altro investimento importante, pari a 3,6 miliardi, è quello riguardante lo sviluppo del trasporto rapido di massa. Con questo termine si fa riferimento a tutti quei mezzi pubblici (metropolitana, tram, autobus) che possano rappresentare, soprattutto nelle grandi città, un’alternativa all’auto privata. Strettamente collegato a questa misura c’è poi un investimento del valore di circa 3 miliardi per migliorare la mobilità nelle grandi città e nelle aree urbane di medie dimensioni attraverso collegamenti “regionali veloci”. In tema di mobilità c’è poi un investimento del valore di circa 3,4 miliardi di euro dedicato all’acquisto di autobus e treni dal basso impatto ambientale.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mit.
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Febbraio 2024)

Da segnalare infine un investimento da 2,8 miliardi di euro non strettamente collegato alla mobilità. Si tratta del Programma innovativo per la qualità dell’abitare (Pinqua). L’obiettivo dell’investimento in questo caso è quello di realizzare nuovi alloggi pubblici riducendo le difficoltà abitative, riqualificando le aree degradate e puntando alla sostenibilità e all’innovazione verde.

A che punto sono le misure del Pnrr di competenza del Mit

Purtroppo, per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei vari interventi, le informazioni fornite dal ministero non sono sempre aggiornatissime. Per questo le abbiamo incrociate con la documentazione diffusa dal centro servizi del parlamento. Per brevità, in questa sede ci limiteremo a passare in rassegna le misure più rilevanti che abbiamo già citato nella sezione precedente. Si rimanda invece alla tabella più sotto e alle altre fonti per ulteriori approfondimenti.

Per quanto riguarda l’investimento sull’alta velocità al nord, risultano in corso di realizzazione i lavori sulle tratte Brescia-Verona e Verona-Bivio Vicenza. Sulla tratta Liguria-Alpi invece sono in corso i lavori relativi allo scavo delle gallerie del terzo valico dei Giovi e agli interventi nel nodo di Genova. Risultano già realizzate rispettivamente l’82% e il 100% delle gallerie necessarie.

Sono invece in corso gli iter autorizzativi per il potenziamento della linea Gallarate-Rho (prima fase, per la quale risulta ancora in corso la conferenza dei servizi) ed è stato pubblicato il bando di gara per il quadruplicamento della linea Pavia-Milano Rogoredo (prima fase, tratta Milano Rogoredo-Pieve Emanuele e velocizzazione della linea storica Milano-Pavia). Non risulta più perseguibile con le tempistiche del Pnrr invece il progetto relativo alla circonvallazione di Trento della linea Verona-Brennero.

Per quanto riguarda l’alta velocità al sud invece risultano in corso di realizzazione tutti i lotti della tratta Napoli-Bari. D’altra parte però si è provveduto alla rimodulazione della tratta Orsara-Bovino che presentava “difficoltà oggettive” (secondo il Mit la variazione in termini di chilometri di infrastrutture da realizzare non sono significativi).

Molti interventi sono ancora nella fase dell’aggiudicazione degli appalti.

Per quanto riguarda la linea Palermo-Catania invece sono stati aggiudicati i lavori per le tratte Dittaino-Catenanuova (lotto 5) per 22 chilometri e Nuova Enna-Dittaino (lotto 4b) per 15. Risultano poi in corso i lavori sul lotto 6 (Catenanuova-Bicocca). Sono stati pubblicati i bandi per il lotto 3 (Lercara-Caltanissetta) e per il lotto 4a (Caltanissetta-Enna). Relativamente alla linea Salerno-Reggio Calabria risulta aggiudicato il bando per il primo lotto funzionale Battipaglia-Romagnano.

Per quanto riguarda l’investimento sul trasporto rapido di massa, nell’ambito del processo di revisione del Pnrr, si è operata una suddivisione in tre macro-categorie di interventi da finanziare:

  • realizzazione di infrastrutture di rete (con milestone di aggiudicazione appalti a settembre 2023); 
  • potenziamento di infrastrutture esistenti; 
  • fornitura di materiale rotabile.

Per queste ultime due aree di intervento la scadenza per l’aggiudicazione degli appalti è prevista a settembre 2024. Risultano invece concluse le procedure di aggiudicazione per 23 interventi finalizzati alla realizzazione infrastrutture per 245,8 chilometri. Di questi, 97,7 chilometri sono dedicati a tram e metropolitane mentre 148,1 a busvie o filovie.

Per quanto riguarda l’acquisto di autobus a basse emissioni, risultano aggiudicate gare per la fornitura di 3.102 mezzi. Gli investimenti sono andati per circa 1,6 miliardi di euro ai comuni capoluogo di città metropolitana, per 50 milioni ai comuni capoluogo di regione e per 220 milioni a quei comuni con alto inquinamento di Pm10 e biossido di azoto. Per quanto riguarda invece la parte di investimento relativa al trasporto su rotaia, sono stati aggiudicati appalti per la fornitura di 89 treni per il trasporto regionale e 7 treni ibridi per il servizio intercity. A questi si aggiungono 70 carrozze sempre per le tratte intercity specificamente dedicate al mezzogiorno.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mit.
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Febbraio 2024)

Per quanto riguarda infine il piano innovativo per la qualità dell’abitare, secondo i dati Mit alla data del 31 dicembre 2023 risultava che circa il 60% dei progetti finanziati hanno ultimato le procedure di aggiudicazione, per una copertura superiore a 10mila unità abitative.

Da ricordare infine che sono di competenza del Mit anche 10 riforme di carattere normativo. Tra queste, alcune delle più rilevanti sono: 

  • accelerazione dell’iter per l’approvazione dei progetti ferroviari; 
  • semplificazione normativa e rafforzamento della governance in ambito di infrastrutture per l’approvvigionamento idrico; 
  • trasferimento ad Anas e/o alle società concessionarie del controllo e della manutenzione di ponti e viadotti che insistono su strade statali e autostrade.

In base a quanto dichiarato dal ministero, sostanzialmente la componente relativa alle riforme si può considerare completata. Tra le norme particolarmente rilevanti a questo scopo possiamo citare i decreti legge 77 e 152 del 2021.

Anche se non è una misura di diretta competenza del Mit, vale la pena ricordare anche la riforma del codice degli appalti pubblici. Si tratta di un intervento di competenza della presidenza del consiglio dei ministri che però ha ovviamente un grande impatto anche sugli interventi infrastrutturali. Da questo punto di vista, tra le altre norme intervenute, si segnala il decreto legislativo 36/2023.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Unsplash Claudio CarrozzoLicenza

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