Gli obiettivi del Pnrr per la forestazione urbana Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento L’Italia non ha rispettato gli impegni sulla forestazione urbana.

330 milioni €

i fondi che il Pnrr destina alla tutela e alla valorizzazione del verde urbano nelle città metropolitane. La misura punta a migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini attraverso la creazione di nuove aree verdi e la tutela di quelle esistenti, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecosistemici. Vai all’articolo.

84 milioni €

I fondi assegnati tra 2021 e 2022. Queste risorse sono andate a 11 delle 14 città metropolitane italiane. Il territorio che riceve più fondi è il messinese (15,9 milioni di euro necessari per la messa a dimora di circa 445mila piante). Seguono Roma (13 milioni, 305mila piante) e Napoli (10,5 milioni, 190mila piante). Vai al grafico.

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Le città metropolitane escluse dai fondi 2022. Mancano all’appello Milano, Bologna e Firenze. Da una relazione del collegio per il controllo concomitante della corte dei conti si legge che queste città metropolitane sono rimaste escluse per le condizioni troppo stringenti del bando. Si richiedevano interventi su aree da un minimo di 3 ettari che diventano 10 nelle aree antropizzate. Nelle aree particolarmente urbanizzate però è difficile trovare spazi così grandi disponibili. Vai all’articolo.

1,6 milioni

Le piante che sarebbero dovute essere messe a dimora entro il 2022. Il governo ha annunciato questa scadenza come completata ma il collegio del controllo concomitante della corte dei conti pone dei dubbi. A seguito dei rilievi dei carabinieri forestali infatti nella maggior parte dei casi la messa a dimora delle piante risulta “appena avviata”. A Messina, la città metropolitana che riceve la quota più significativa di risorse, gli interventi alla data del sopralluogo risultavano ancora alla fase dello studio di fattibilità. A Napoli era ancora in corso l’individuazione dei vivai regionali da utilizzare per l’approvvigionamento. Addirittura a Genova si sarebbero riscontrate delle irregolarità nelle aziende che si sono aggiudicate il bando. Vai alla tabella.

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gli elementi di criticità ravvisati. Oltre ai già citati ritardi, ci sono altri 2 elementi su cui il collegio della corte dei conti pone rilievo. Il primo riguarda il fatto che in molti casi anziché la messa a dimora di piante già adulte si è optato per la semina in vivaio. Ma questo significa che per l’arrivo nella destinazione finale della pianta può passare ancora molto tempo. In secondo luogo, in molti casi anche dove gli alberi sono stati messi a dimora questi sono seccati a causa della siccità degli ultimi mesi. Però non sono stati sostituiti. Compito che sarebbe della ditta vincitrice dell’appalto. Vai all’articolo. 

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