Gli sbarchi dei migranti e le nuove politiche repressive

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “La strategia dell’Ungheria sui migranti sta diventando modello in Italia e Ue“.

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persone migranti arrivate sulle coste italiane dal 1 gennaio al 30 giugno 2024. Si tratta dei numeri relativi esclusivamente alla rotta del Mediterraneo, e non agli arrivi della cosiddetta “rotta balcanica”, su cui le autorità non rilasciano dati. Gli ingressi del primo semestre di quest’anno sono in numero sensibilmente inferiore rispetto allo stesso periodo del 2023, ma si tratta di cifre simili al 2021 e al 2022, quando a palazzo Chigi siedeva Mario Draghi. Vai al grafico.

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persone migranti morte o disperse da gennaio a maggio 2024, secondo Missing Migrants Project, un progetto di monitoraggio dell’organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu. Si tratta di cifre al ribasso, perché nei dati vengono registrati i naufragi tracciati, ma non tutti. Dal 2014 sono quasi 30mila i migranti morti o dispersi nella rotta del Mediterraneo centrale, una delle più pericolose al mondo. Vai all’articolo.

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i paesi inseriti lo scorso maggio nella lista di quelli considerati “sicuri”, ossia dove sarebbe dimostrabile che non esistono persecuzioni politiche, etniche, religiose, oltre che trattamenti inumani, degradanti né violenza indiscriminata. I 6 paesi sono Bangladesh, Camerun, Colombia, Egitto, Perù e Sri Lanka. Si aggiungono ad altri 16 nazioni già presenti nell’elenco, stilato dal ministero degli esteri. Vai all’articolo.

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i migranti con cittadinanza bengalese arrivati via mare in Italia nei primi 6 mesi del 2024. Il 27,1% del totale delle persone sbarcate al 30 giugno proviene dal Bangladesh, che rappresenta nettamente la nazionalità più ricorrente. Segue la Siria (3.692) e Tunisia (3.219). Vai al grafico.

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i pilastri del nuovo patto europeo migrazioni e asilo. Tra questi, uno riguarda l’istituzione di una border procedure (procedura di confine) applicata a determinate categorie di persone migranti, tra cui quelli che provengono da paesi ai cui cittadini non viene di solito concesso l’asilo. Con le “procedure di confine” e il contestuale inserimento di sempre più paesi nella lista di quelli “sicuri”, Ue e Italia stanno di fatto seguendo il modello ungherese del governo Orban, che in questi anni è stato duramente criticato e sanzionato dalle stesse istituzioni comunitarie. Vai all’articolo.

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