Governo Conte II, tra conferme e discontinuità Esecutivo giallo-rosso

Rispetto al primo esecutivo Conte cresce il numero di ministri, ma la metà è al primo incarico di governo. Scopriamo anche la rete di think e fondazioni intorno all’esecutivo.

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Dopo quasi un mese di intensa attività politica, la crisi istituzionale avviata ad inizio agosto, si è conclusa lo scorso 5 settembre con il giuramento del nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. La nuova alleanza parlamentare tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico dà così il via al secondo governo della XVIII legislatura.

I numeri della nuova squadra ci parlano di uno dei 3 consigli dei ministri più numerosi dal 2008 ad oggi, eguagliando il dato dell’ultimo governo Berlusconi e di quello guidato da Enrico Letta. Aumentano le donne, soprattutto quelle con portafoglio, e si abbassa l’età media dei ministri. Da sottolineare l’alto numero di esordienti, oltre il 50% del nuovo esecutivo è al primo incarico di governo. Rispetto al ruolo della Lega nel primo governo Conte, il peso del Partito democratico nell’equilibrio con il Movimento 5 stelle è maggiore.

Ricambio politico

Il primo governo Conte si era contraddistinto per un quasi completo ricambio politico nel consiglio dei ministri. Infatti solamente l’ex ministro agli affari europei Paolo Savona e quello agli affari esteri Enzo Moavero Milanesi avevano precedentemente avuto un incarico di governo, per un tasso di ricambio dell’89,50%. Anche se per il secondo esecutivo Conte parliamo di percentuali più basse, è giusto sottolineare che oltre la metà della squadra di governo è al primo incarico in consiglio dei ministri.

54,55% dei ministri al primo incarico di governo.

Dei 22 ministri infatti, contando anche il capo dell’esecutivo Giuseppe Conte, 12 sono all’esordio nel governo. Tra questi anche dicasteri importanti come quello dell’economia, dell’interno, della difesa, del lavoro e soprattutto dell’interno. Parliamo nello specifico di:

  • Luciana Lamorgese (tecnico), interno;
  • Roberto Gualtieri (Pd), economia;
  • Lorenzo Guerini (Pd), difesa;
  • Roberto Speranza (Leu), salute;
  • Nunzia Catalfo (M5s), lavoro;
  • Stefano Patuanelli (M5s), sviluppo economico;
  • Fabiana Dadone (M5s), pubblica amministrazione;
  • Paola Pisano (M5s), innovazione e digitalizzazione;
  • Federico D’Incà (M5s), rapporti con il parlamento;
  • Elena Bonetti (Pd), pari opportunità e famiglia;
  • Giuseppe Provenzano (Pd), sud;
  • Francesco Boccia (Pd), affari regionali

I due dicasteri guidati da Lamorgese e Gualtieri saranno da monitorare con particolare attenzione. Il primo perché è passato nelle mani di un tecnico dopo la gestione molto politica del leader della Lega Matteo Salvini, mentre il secondo per il dibattito sull’imminente legge di bilancio, primo vero banco di prova per la nuova alleanza parlamentare ora al governo.

Per ogni governo è stato calcolata la percentuale di ministri al primo incarico nel consiglio dei ministri. Non sono stati inclusi incarichi da sottosegretario o vice ministro.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Equilibrio tra partiti

I 21 incarichi in consiglio dei ministri sono stati divisi equamente tra i due schieramenti al governo: 10 ministri al Movimento 5 stelle, 10 al centrosinistra (9 al Partito democratico e 1 a Liberi e uguali) con l'aggiunto di un ministro tecnico (Luciana Lamorgese all'interno).

Sono stati considerati solamente i ministri del movimento 5 stelle

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Rispetto al primo governo Conte quindi il partito guidato da Luigi Di Maio aumenta la sua compagine in consiglio dei ministri, ma perde alcune poltrone importanti. Sono infatti aumentati i ministeri senza portafoglio in mano dei 5stelle, passati da 2 (sud e rapporti con il parlamento) a 4 (politiche giovanili e sport, pubblica amministrazione, innovazione e digitalizzazione e rapporti con il parlamento).

Con il nuovo governo i 5stelle perdono difesa, salute e infrastrutture.

Non solo, considerando i ministeri con portafoglio il Movimento 5 stelle ha perso i dicasteri della salute, della difesa e dei beni culturali, passati il primo a Liberi e uguali e gli altri due al Partito democratico. A fare da contrappeso la "conquista" dei ministeri dell'istruzione e degli esteri, guidati prima rispettivamente dal ministro leghista Bussetti e dal tecnico Moavero Milanesi, e dal fatto che i due dicasteri del lavoro e dello sviluppo economico, dopo la gestione unica di Luigi Di Maio, sono tornati ad essere guidati da due ministri differenti, entrambi del Movimento 5 stelle.

Sono stati considerati solamente i dicasteri con portafoglio.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Età media e parità di genere

Rispetto alla squadra giallo-verde, l'età media all'insediamento si abbassa di circa 3 anni, passando dai 50 ai 47 anni. Un dato non da poco, considerato che prendendo in considerazione solamente i ministri con portafoglio il governo Conte II è il più giovane dall'ultimo governo Berlusconi. Più in generale, l'età media dell'intero consiglio dei ministri dell'esecutivo giallo-rosso eguaglia la squadra capitanata da Matteo Renzi come quello più giovane dal 2008 ad oggi.

Di Maio è il più giovane ministro degli esteri della storia repubblicana, primo under 40

Per il sesto governo di fila, escludendo l'esecutivo tecnico di Mario Monti, ci sono ben 3 under 40: Fabiana Dadone (M5s) alla pubblica amministrazione, Peppe Provenzano (Pd) al sud e Luigi Di Maio (M5s) agli affari esteri. Proprio il capo politico del Movimento 5 stelle, tra i pochi confermati dello scorso esecutivo, è il primo under 40 a ricoprire l'incarico di capo della Farnesina.

Rispetto agli ultimi due governi (Gentiloni e Conte I) aumenta il numero di donne, passato da 5 a 7. Migliora quindi per la prima volta dal governo Renzi la parità di genere tra i ministri all'insediamento, con la percentuale di donne che passa da 27,88% a 33,33%. Al livello europeo l'Italia è così il decimo paese con la migliore parità di genere nella squadra di governo, sopra la media Ue di 30,10%.

La percentuale è stata calcolata al giorno di insediamento di ogni governo. Non sono quindi state considerate eventuali variazioni

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Sicuramente un passo in avanti è stato quindi fatto, anche se non tutti i ministeri hanno lo stesso peso. Per meglio analizzare la questione è giusto focalizzare l'attenzione sui ministeri con portafoglio. Rispetto alla precedente squadra giallo-verde raddoppiano le donne alla guida di dicasteri con portafoglio, passando 2 (Giulia Grillo alla salute e Elisabetta Trenta alla difesa), a 4 (De Micheli alle infrastrutture, Bellanova all'agricoltura, Catalfo al lavoro e Lamorgese agli interni).

4 le ministre donne con portafoglio, il doppio rispetto al primo governo Conte.

Considerando solo i ministeri con portafoglio quindi, la percentuale di donne è del 30,77%. Dal 2008 ad oggi questo dato è stato superato solamente dagli esecutivi Letta e Renzi, entrambi con 5 dei 13 ministeri con portafoglio guidati da donne (38,46%). Per quanto riguarda i dicasteri senza portafoglio la pubblica amministrazione passa da Giulia Bongiorno (Lega) a Fabiana Dadone (M5s), e vanno a 2 donne il neo nato dicastero per l'innovazione e digitalizzazione, con Paola Pisano, e quello per le pari opportunità e la famiglia, con Elena Bonetti (Pd).

Sono stati considerati solamente i ministeri con portafoglio, al giorno di insediamento

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Think tank e fondazioni

Come abbiamo più volte avuto modo di raccontare, il ruolo e il numero di think tank, fondazioni e associazioni politiche è in costante crescita.

Strutture che in vario modo si stanno sostituendo ai partiti, e che quindi è necessario monitorare in maniera costante e approfondita. Analizzando i neo nominati membri del governo, 9 ministri risultano avere incarichi apicali in associazioni e fondazioni politiche. L'analisi è stata portata avanti sulle oltre 120 strutture che openpolis monitora ormai dal 2015.

Le due aree politiche che compongono la compagine di governo, Movimento 5 stelle e il centrosinistra con Partito democratico e Liberi e uguali, creano due galassie separate di organizzazioni che orbitano intorno al secondo governo Conte.

6 le associazioni o fondazioni politiche che hanno legami con il governo Conte II.

Come prevedibile l'associazione Rousseau è quella più vicina ai membri 5stelle del governo. Più precisamente ben 3 ministri hanno incarichi apicali nell'organizzazione. Stefano Patuanelli, ministro allo sviluppo economico, è il referente per la sezione Lex Iscritti dell'associazione, Nunzia Catalfo, ministra del lavoro, è la referente per la funzione Lex Parlamento e Lex Europa, mentre Fabiana Dadone, a guida della pubblica amministrazione, è la responsabile per "Scudo della rete".

Assieme a loro anche Federico D'Incà, neo ministro per i rapporti con il parlamento, che è consigliere delegato nella Fondazione Italia Usa. L'organizzazione, che nasce per testimoniare l’amicizia tra il popolo italiano e quello americano, ha al suo interno membri di tutti gli schieramenti politici: dal Pd a Forza Italia passando per il centro.

Le organizzazioni vicine ai ministri 5stelle del governo Conte II

L'altra organizzazione particolarmente vicina al governo Conte II, oltre alla già citata associazione Rousseau, è Italianieuropei, storico think tank guidato da Massimo D'Alema. Ne fanno parte Roberto Speranza, ministro alla salute di Liberi e uguali, Francesco Boccia, ministro agli affari regionali del Partito democratico, e il suo compagno di partito Giuseppe Provenzano, alla guida del dicastero per il sud.

A questi bisogna aggiungere il Centro studi di politica internazionale, nel cui comitato scientifico troviamo il neo ministro dell'economia Gualtieri, e Riformismo e libertà di cui il ministro agli affari europei Vincenzo Amendola è uno dei fondatori.

 

Le organizzazioni vicine ai ministri Pd del governo Conte II

I prossimi step

La nomina dei ministri rappresenta l'inizio di un lungo percorso ancora ricco di insidie. Mancano ancora molte caselle per completare la squadra di governo, tra cui quelle fondamentali dei sottosegretari e dei viceministri. In questo senso le prossime settimane potrebbero dare molte indicazioni su un eventuale allargamento della compagine di governo.

La nomina dei sottosegretari potrebbe essere l'occasione per riconoscere un ruolo nel governo ad altri gruppi che voteranno la fiducia.

Visti i numeri della maggioranza ad oggi (M5s-Pd-Leu), soprattutto al senato, è pensabile che altri gruppi, o componenti, diano il proprio sostegno all'esecutivo. Proprio per questo motivo la nomina dei sottosegretari, che avverrà nelle prossime settimane, potrebbe essere l'occasione per riconoscere anche agli altri gruppi che voteranno la fiducia un ruolo anche nella squadra di governo. Successivamente saranno anche da monitorare le indicazioni sui viceministri, e soprattutto la ripartizione delle deleghe tra i sottosegretari. Un percorso che quindi avrà ancora molto da dire sui rapporti di forza tra i due maggiori azionisti di maggioranza: Movimento 5 stelle e Partito democratico.

Foto credit: Palazzo Chigi - Licenza

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