I cambi di gruppo in parlamento a metà legislatura Governo e parlamento

Rispetto alle precedenti legislature il fenomeno si presenta in dimensioni molto ridotte ma non è scomparso. Si nota un flusso di parlamentari dall’opposizione verso la maggioranza.

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Siamo entrati ormai nella seconda metà della legislatura, un buon momento per fare il punto sull’attività svolta finora da parlamento e governo. Un elemento importante da monitorare riguarda il fenomeno dei cambi di gruppo.

Verificare quale sia l’effettiva consistenza delle forze politiche all’interno delle camere è molto interessante soprattutto in questa fase dove, come da prassi, è possibile che il parlamento decida di procedere a una riconfigurazione delle commissioni.

59  i cambi di gruppo avvenuti dall’inizio della legislatura ad oggi.

Rispetto agli ultimi anni il fenomeno si è significativamente ridotto ma non è scomparso del tutto e, anzi, entrando nella fase finale della legislatura con l’approssimarsi delle elezioni potrebbe riprendere di intensità. Un elemento che emerge dall’analisi dei dati è che a beneficiarne è stata la maggioranza, Forza Italia su tutti.

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I cambi di gruppo attuali e il confronto con le precedenti legislature

Dall’ottobre 2022 ad oggi, i cambi di gruppo sono stati in totale 59 e hanno coinvolto 50 parlamentari di cui 39 deputati e 11 senatori. Rispetto alle ultime 3 legislature si tratta di numeri significativamente inferiori. Nel precedente quinquennio infatti i riposizionamenti erano stati 464, mentre nella XVII legislatura si è toccato il record di 569.

Il grafico riporta il numero di cambi di gruppo e di parlamentari coinvolti nelle ultime 4 legislature. Sono conteggiati anche gli spostamenti dal misto a gruppi di nuova costituzione in deroga al numero minimo di aderenti previsto dai regolamenti di camera e senato avvenuti all’inizio della legislatura. Viceversa, non sono conteggiati come cambi di gruppo i passaggi tra componenti interne al gruppo misto.

FONTE: elaborazione e dati Openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Aprile 2025)

I motivi di questa riduzione sono molto probabilmente molteplici. Il primo e più evidente è che il numero dei parlamentari è diminuito rispetto al recente passato. Il fatto che i deputati e i senatori eletti siano passati da 945 a 600 infatti ha evidentemente inciso sul fenomeno dei cambi di gruppo. Un secondo elemento è sicuramente il fatto che dalle urne è uscita una maggioranza chiara che riesce a dare stabilità all’azione dell’esecutivo. Non c’è quindi bisogno, almeno nella fase attuale, di cercare convergenze diverse rispetto alle coalizioni che si sono presentate al voto. Abbiamo visto in passato infatti come in situazioni di instabilità della maggioranza il fenomeno tenda ad aumentare.

L’introduzione di disincentivi al senato ha probabilmente scoraggiato i cambi di gruppo.

Un altro motivo che può aver contribuito alla limitazione del fenomeno è probabilmente l’adozione del nuovo regolamento del senato che ha introdotto una serie di disincentivi. Tali deterrenti prevedono la perdita di eventuali incarichi all’interno del consiglio di presidenza, della giunta per il regolamento, di quella per le elezioni o di quella per le immunità. Sono possibili anche delle conseguenze negative di natura economica. Queste però vanno a impattare più sui gruppi che non sui singoli senatori. Non è quindi un caso probabilmente che nel corso dell’attuale legislatura le variazioni di appartenenza si siano registrate in maggior parte a Montecitorio, dove queste contromisure non sono ancora state adottate.

La possibilità di cambiare gruppo è garantita dalla costituzione ma nelle ultime legislature il fenomeno è degenerato. Vai a “Che cosa sono i gruppi parlamentari”

Anche la camera in effetti ha avviato un percorso di riforma del proprio regolamento che però sta avvenendo attraverso diversi passaggi successivi. Con riferimento al tema dei cambi di gruppo, in base a quanto emerso nel corso dell’ultima seduta della giunta per il regolamento, eventuali interventi potrebbero entrare in vigore a partire dalla prossima legislatura.

Gli ultimi avvenimenti

Dall’inizio dell’anno al 31 marzo ci sono stati 4 riposizionamenti. Al senato, politicamente rilevante il passaggio di Annamaria Furlan (ex segretaria generale della Cisl) dal Partito democratico a Italia viva. Sempre a Palazzo Madama, Aurora Floridia ha lasciato il misto per aderire al gruppo delle Autonomie. Da notare in questo caso che Floridia, appartenente alla componente interna al misto di Avs, ha deciso prima di lasciare la componente rimanendo però iscritta al gruppo e successivamente ha aderito alla nuova formazione. Si tratta di una prassi abbastanza frequente, fatta per evitare che il passaggio da una forza politica a un’altra possa essere troppo traumatico.

Diversi parlamentari sono passati dal gruppo misto prima di ricollocarsi in maniera definitiva.

Un caso simile era avvenuto anche a novembre dello scorso anno. La senatrice Giusy Versace, confluita nella componente di Azione dopo la scissione da Italia viva, ha scelto in un primo momento di lasciare la formazione di Carlo Calenda rimanendo però nel misto. Solo successivamente ha aderito a Noi moderati. Un altro caso simile è quello di Andrea De Bertoldi alla camera. L’onorevole è approdato alla Lega da Fratelli d’Italia, passando però dal gruppo misto. Sempre alla camera, l’onorevole Davide Bellomo ha invece aderito a Forza Italia provenendo direttamente dalla Lega.

FONTE: elaborazione e dati Openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Aprile 2025)

In totale sono 9 i parlamentari che nel corso dell’attuale legislatura hanno effettuato più di un cambio di gruppo. Ai casi già citati si aggiungono Aboubakar Soumahoro, Eleonora Evi, Isabella De Monte, Lorenzo Cesa, Luigi Marattin, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, peraltro recentemente nominata segretaria di Noi moderati.

I nuovi equilibri

Al netto dei cambi di gruppo registrati all’inizio della legislatura, che possiamo definire in un certo senso come “tecnici” e che hanno riguardato in particolare la creazione in deroga del gruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla camera e Noi moderati, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, è interessante valutare com’è cambiato il peso delle diverse formazioni fra entrate e uscite. In generale la coalizione di governo è uscita rafforzata dai cambi di gruppo.

9 i parlamentari che sono passati dall’opposizione alla maggioranza.

Soltanto 2 hanno fatto il percorso inverso (nello specifico dalla maggioranza al misto). Sempre 2 sono i parlamentari che hanno cambiato appartenenza ma rimanendo all’interno del perimetro della maggioranza.

Prendendo in considerazione i partiti maggiori, che hanno una rappresentanza autonoma in entrambe le camere, possiamo osservare che Fratelli d’Italia, Partito democratico e Lega hanno perso un componente mentre il Movimento 5 stelle ne ha persi 4. I maggiori beneficiari del fenomeno nell’attuale legislatura sono stati i gruppi di Forza Italia che, tra camera e senato, hanno guadagnato 7 rappresentanti.

La rottura dell’alleanza tra Azione e Italia viva ha comportato una riorganizzazione dei gruppi parlamentari. A palazzo Madama, la soluzione trovata è stata che il gruppo precedentemente denominato Azione–Italia Viva–Renew Europe ha assunto la denominazione Italia Viva–Il Centro–Renew Europe. I senatori di Azione invece sono stati “costretti” a trasferirsi nel misto, non avendo i numeri per istituire un nuovo gruppo. Qui, è stata autorizzata la nascita di una componente autonoma. Alla camera invece la giunta per il regolamento ha autorizzato la creazione in deroga di due realtà indipendenti. Formalmente il “vecchio” gruppo lo ha ereditato Azione e ha assunto la denominazione Azione–Popolari europeisti riformatori–Renew Europe. Gli esponenti renziani si sono invece spostati in una nuova formazione che ha adottato lo stesso nome di quella del senato. In base alla denominazione del gruppo si può quindi capire la fase temporale a cui sono associati i cambi.

FONTE: elaborazione e dati Openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Aprile 2025)

Negli ultimi mesi poi è avvenuto un altro fatto che ha ulteriormente rafforzato la compagine azzurra. Andrea Gentile, che in prima battuta era risultato non eletto, ha presentato ricorso chiedendo il riconteggio delle schede. La verifica ha dato ragione all’esponente calabrese che quindi è stato proclamato deputato. A farne le spese è stata l’esponente del Movimento 5 stelle Elisa Scutellà che è decaduta. Anche se non si tratta di un cambio di gruppo, con questo passaggio Forza Italia ha guadagnato un ulteriore seggio.

Foto: Mara Carfagna

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