I comuni che spendono meno sono quelli che riciclano di più Bilanci dei comuni

Dalla raccolta allo smaltimento, passando per i servizi di igiene pubblica. Un’analisi di una delle più importanti voci di spesa del bilancio delle amministrazioni.

|

Un sistema di raccolta e gestione dei rifiuti urbani è fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Stando ai dati Ispra, la produzione nazionale di rifiuti urbani si attesta nel 2021 a 29,6 milioni di tonnellate, in aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente. È però in aumento anche la raccolta differenziata che raggiunge nel 2021 il 64% dei rifiuti raccolti, un punto percentuale in più rispetto al 2020.

Tutte queste attività di recupero, ritiro e smaltimento degli scarti sono gestite direttamente dai comuni, gli enti più vicini alla vita quotidiana della popolazione. Andiamo dunque a vedere nel dettaglio quanto spendono per questo servizio così importante per la vita delle comunità.

La spesa dei comuni per i rifiuti

La missione “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente” contiene una voce che racchiude tutti i servizi legati alla gestione degli scarti. Nello specifico, si inseriscono tutte quelle spese legate all’amministrazione, all’ispezione, al funzionamento o al supporto alla raccolta, al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti. 

Sono comprese anche le uscite per la pulizia delle aree pubbliche come ad esempio le piazze, i viali e i mercati e si considerano anche i costi per la raccolta e il trasporto verso il luogo preposto per gli scarti, sia nel caso dell’indifferenziato che della differenziata.

La voce include anche le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi per il settore, compresi i contratti e i canoni di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale. Spesso questi sono servizi che vengono affidati a dei privati attraverso bandi di gara. Si comprende sia il trasporto dei rifiuti che la pulizia manuale o automatizzata delle zone pubbliche del comune.

I dati mostrano la spesa per cassa per i rifiuti. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Palermo perché alla data di pubblicazione non risulta accessibile il bilancio consuntivo 2021.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: lunedì 27 Febbraio 2023)

Tra le grandi città italiane, una spicca per spesa maggiore: Venezia con 518,23 euro pro capite, quasi il doppio rispetto alla seconda. Seguono Roma (328,57), Genova (319,67) e Torino (281,89), tre città del centro-nord. Anche i comuni che spendono di meno si trovano nell’area settentrionale del paese: Trieste (184,60 euro a persona), Padova (175,00) e Verona (172,09).

Ampliando l’analisi a tutta la penisola, i comuni si ritrovano a fronteggiare una spesa media pari a 151,95 euro pro capite. Le amministrazioni che spendono di più sono quelle liguri (251,76) seguite da quelle toscane (249,32) e quelle valdostane (247,32). Al contrario, riportano uscite minori i comuni della provincia autonoma di Bolzano (101,89 euro pro capite), del Veneto (69,81) e della provincia autonoma di Trento (51,91).

È interessante cercare di capire se ci sono delle relazioni tra l’efficienza dei servizi e l’effettiva spesa dei comuni. Nel caso dei rifiuti, abbiamo messo a confronto la spesa pro capite sostenuta dai capoluoghi italiani e la quota di differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti.

I dati mostrano la spesa per cassa per i rifiuti e la quota di raccolta differenziata . Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Non sono disponibili i dati di Palermo perché non risulta disponibile alla data di consultazione il rispettivo bilancio per il 2021. Non sono disponibili anche i dati di Trapani e Agrigento perché non c’è il dato sulla quota di raccolta differenziata.

La quota di differenziata viene calcolata al momento della raccolta dei rifiuti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Openbilanci e Ispra
(consultati: lunedì 27 Febbraio 2023)

Si può notare una correlazione: tendenzialmente all’aumento della raccolta differenziata diminuisce la spesa pro capite. Si tratta di una dinamica che riguarda principalmente i capoluoghi del centro-nord. È questo un aspetto che è stato anche evidenziato dalla relazione della corte dei conti sulla qualità della spesa degli enti territoriali, focalizzandosi sul costo dei rifiuti a tonnellata.

per quanto concerne lo specifico servizio rifiuti, una maggiore raccolta differenziata sembrerebbe essere accompagnata da benefici di carattere economico, ossia minori costi a tonnellata, ma non al Sud; considerata la centralità e l’importanza delle politiche verdi anche gli enti del Sud dovrebbero operare nella direzione di convergere verso tale circolo virtuoso.

A livello locale possono essere numerose le dinamiche in gioco. Ci sono ad esempio territori a forte vocazione turistica, altri in cui è più difficile il trasporto dei rifiuti, altri ancora in cui la raccolta è un processo molto complesso. È il caso ad esempio di Venezia, un comune che ha tra le numerose peculiarità anche un particolare assetto urbanistico. Anche questi sono degli aspetti che vanno tenuti in considerazione nel momento in cui si va ad analizzare la qualità di un servizio.

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano la spesa per cassa per i rifiuti e la quota di differenziata sul totale dei rifiuti urbani. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Openbilanci e Ispra
(consultati: lunedì 27 Febbraio 2023)

Tra i comuni italiani, quello che spende di più per i servizi di gestione dei rifiuti è Civitella Paganico, in provincia di Grosseto, con 1.766,71 euro pro capite. Seguono Limone sul Garda (Brescia, 1.490,81), Monterosso al Mare (La Spezia, 1.458,21) e Sogliano al Rubicone (Forlì-Cesena, 1.435,82). Sono in tutto 8 i comuni che superano i mille euro pro capite di spesa.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Airungoo Batzoriglicenza

PROSSIMO POST