I dati del governo sull’avanzamento del Pnrr rischiano di essere fuorvianti #OpenPNRR
Secondo una recente relazione, oltre il 60% dei progetti sarebbe già concluso. Questo dato però deve essere contestualizzato: le opere ancora in corso infatti valgono complessivamente il 67% dei fondi già assegnati.
mercoledì 9 Aprile 2025 | Potere politico

- Il governo ha pubblicato la sesta relazione sullo stato di avanzamento del Pnrr. Mancano però dati aperti aggiornati.
- Il governo dice che il 60% dei progetti Pnrr si è già concluso ma quelli ancora in corso valgono oltre 95 miliardi.
- I progetti Pnrr conclusi consistono principalmente in acquisti di servizi e incentivi a privati e imprese. Meno del 5% è rappresentato da opere pubbliche.
- La performance dell'Italia nell'attuazione del Pnrr è buona nel confronto con gli altri paesi. A seconda degli indicatori però, altri stati fanno meglio.
In un contesto internazionale caratterizzato da grande incertezza è importante fermarsi a riflettere su quale possa essere il futuro delle politiche pubbliche nei prossimi anni. Su questo fronte la partita più importante attualmente in corso è certamente rappresentata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Come noto, siamo ormai entrati nella fase finale del Pnrr, la cui conclusione è prevista per la fine del 2026. Limite che, come confermato ancora pochi giorni fa, al momento sembra essere improrogabile.
Il governo italiano, pur riconoscendo la necessità di accelerare sulla spesa, continua a professare grande fiducia. Va in questa direzione anche la sesta relazione sullo stato di attuazione del Pnrr pubblicata recentemente. Nel documento infatti si legge che oltre il 60% dei progetti finanziati con i fondi europei sarebbe già concluso o in via di conclusione. Tale dato, se non contestualizzato, rischia di essere fuorviante.
Gli interventi già conclusi infatti assorbono circa un terzo dei fondi già assegnati. Dato che scende al 24% se invece si considerano le risorse totali spettanti al nostro paese (molte delle quali ancora non sono state destinate al finanziamento di interventi specifici). Viceversa, gli interventi ancora in corso valgono complessivamente il 67% dei fondi Pnrr già assegnati.
95 mld € i finanziamenti Pnrr assegnati a progetti ancora in corso o in fase di avvio.
A questo si lega un altro elemento molto rilevante. La gran parte dei progetti già conclusi riguarda infatti l’acquisto di beni o servizi (53,3%) o la concessione di contributi a privati o imprese (42,3%). Meno del 5% dei progetti completati afferisce a opere pubbliche (infrastrutture o impiantistica). Ne consegue che a “gonfiare” il dato sui progetti già completati sono gli interventi di minori dimensioni o con un’implementazione relativamente più semplice. Al contrario, per quanto riguarda le opere più complesse, siamo ancora molto indietro.
C’è poi un altro elemento particolarmente rilevante da sottolineare: quello dell’accesso a dati aggiornati. Come abbiamo sottolineato più volte in passato, i non addetti ai lavori non possono ottenere informazioni direttamente da Regis, la piattaforma utilizzata per la rendicontazione dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr. Da questo punto di vista l’unica fonte disponibile è rappresentata dagli open data presenti su Italia domani. I dati però sono fermi allo scorso dicembre. Senza aggiornamenti è difficile fare valutazioni puntuali su quale sia il reale stato di avanzamento del piano.
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Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienzaI progetti Pnrr già conclusi e quelli ancora in corso
Le strutture preposte si stanno impegnando in un apprezzabile sforzo per pubblicare periodicamente un aggiornamento dei dati. Tuttavia le più recenti informazioni disponibili sono state rilasciate lo scorso 31 dicembre ma con data di aggiornamento ferma al 13 dello stesso mese. Nonostante sia già finito il primo trimestre del 2025 ancora non risultano novità sul fronte dei dati. Questo rende impossibile per i non addetti ai lavori fare valutazioni puntuali su quale sia il reale stato di avanzamento del piano.
Ma anche sotto questo profilo, perché continuare a dire che i dati non sono disponibili? Vi è una pigrizia da parte di chi lo dice, perché basterebbe andare sul sito Italia Domani e sono tutti dati aperti: ognuno può andare a vedere singolarmente lo stato di progetto per progetto.
Anche le parole del ministro Foti devono quindi essere prese con le dovute cautele. Non avendo, allo stato attuale, dati aperti aggiornati su cui fare analisi, l’elemento più recente possibile per valutare lo stato di avanzamento del Pnrr è la relazione del governo.
Dal documento emerge che i progetti Pnrr già conclusi o in via di completamento sono 164.566 e rappresentano circa il 60,9% degli interventi attualmente monitorati. Questo dato apparentemente positivo rischia di essere fuorviante se non contestualizzato correttamente. Tali interventi infatti valgono complessivamente circa 46 miliardi di euro che corrispondono a circa il 33% dei fondi già assegnati e al 24% del totale.
Gli interventi Pnrr da completare valgono oltre 95 miliardi
Stato di avanzamento procedurale dei progetti finanziati con il Pnrr
Il Pnrr finanzia diversi tipi di progetti, ognuno di questi ha un iter procedurale ben preciso che si estrinseca in diversi step che riflettono le modalità di attuazione e i relativi obblighi. Considerando che le differenti tipologie di progetti possono avere fasi diverse, per valutarne lo stato di avanzamento complessivo si è deciso di individuare quattro momenti comuni a tutti gli iter: avvio, esecuzione, chiusura, completamento. I progetti con iter non valutabile sono quelli censiti su Regis che, alla data di rilevazione, non riportavano il set minimo di informazioni per poter individuare la fase in corso.
FONTE: elaborazione Openpolis su dati sesta relazione del governo sullo stato di attuazione del Pnrr
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2024)
Viceversa i progetti in esecuzione, in fase di avvio o per cui l’iter non è valutabile per mancanza di dati sufficienti rappresentano all’incirca il 39% delle opere monitorate ma cubano complessivamente circa 95 miliardi di euro. Vale a dire circa il 49% dei 194,4 miliardi di euro circa assegnati nel complesso all’Italia. Un dato che ci fa capire quanto lavoro debba ancora essere portato a compimento.
La natura dei progetti già conclusi
Andando a scomporre gli interventi già conclusi in base alla loro natura, possiamo osservare che il 41% è costituito dall’acquisto di servizi e vale circa il 22% dell’importo totale delle opere concluse o in via di completamento (circa 9,7 miliardi di euro). Il 37% degli interventi conclusi invece rientra nella categoria dei contributi a soggetti diversi da unità produttive. Questi finanziamenti valgono in totale circa 14 miliardi di euro e rappresentano circa il 31% del valore dei progetti conclusi.
Viceversa, meno del 5% degli interventi completati è rappresentato da opere pubbliche. Nonostante una quota così limitata questi interventi valgono circa 14,5 miliardi costituendo quindi il 32,6% del valore totale delle opere completate.
Ancora da completare il 70% delle opere pubbliche del Pnrr
Lo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal Pnrr suddivisi per tipo
Nel primo grafico è riportato il valore complessivo dei progetti Pnrr monitorati in base alla loro natura. Nel secondo grafico invece è rappresentata la percentuale di interventi già conclusi rispetto al totale per ogni categoria.
Per motivi di visualizzazione, non sono riportate le informazioni riguardanti 5 progetti rientranti nella categoria “Sottoscrizione iniziale o aumento di capitale sociale (compresi spin off), fondi di rischio o garanzia”.
FONTE: elaborazione Openpolis su dati sesta relazione del governo sullo stato di attuazione del Pnrr
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2024)
Da notare che la categoria dei lavori pubblici rappresenta quella più consistente per quanto riguarda la quota di risorse assegnate.
70,3 mld € gli importi Pnrr assegnati per la realizzazione di lavori pubblici (il 67,4% è assegnato a opere ancora in corso o in fase di avvio).
L’elemento più preoccupante che emerge da questi dati è quindi il fatto che appena il 28,5% di tali interventi sia considerabile come concluso o vicino al completamento. Questo elemento viene riportato anche dalla stessa relazione governativa che evidenzia come per le opere di maggiore complessità siano necessari tempi lunghi.
È significativo ricordare che, prima del PNRR, secondo i dati riportati nel Rapporto sui tempi di attuazione delle opere pubbliche del Dipartimento delle politiche di coesione (2018), per opere di valore tra 0,5 e 1 milione di euro il tempo medio di realizzazione era pari a 5 anni e per le opere tra 2 e 5 milioni di euro era pari a 6,7 anni. Le concessioni di contributi, invece, generalmente prevedono un processo amministrativo molto più veloce rispetto ai lavori pubblici, riflettendo di conseguenza una maggior concentrazione delle risorse nella chiusura.
Sono quindi interventi come incentivi e sgravi fiscali a “gonfiare” il dato sui progetti già conclusi (così come quello sulla spesa). Un esempio in questo senso riguarda il cosiddetto superbonus a cui il Pnrr contribuiva con circa 14 miliardi di euro. Tale investimento risulta già concluso.
Le revisioni del Pnrr hanno dirottato risorse dalle opere pubbliche verso incentivi e sgravi fiscali. In questo modo si spendono i soldi più velocemente ma l’impatto nel lungo periodo rischia di essere limitato.
Tale tendenza comporta alcuni aspetti critici. Il Pnrr infatti era stato concepito come una risposta forte alla crisi economica dovuta al Covid-19. Uno strumento straordinario per il rilancio dell’economia che si sarebbe dovuto concretizzare in una serie di investimenti e riforme volti a modernizzare il paese e renderlo più efficiente e competitivo. Il ricorso a strumenti come incentivi e sgravi fiscali a favore di soggetti privati e imprese aiutano a spendere le risorse del Pnrr più velocemente ma non è detto che potranno garantire un impatto strutturale né un’effettiva capacità di generare crescita sostenibile nel lungo periodo.
A ciò poi si aggiunge il fatto che, come evidenziato anche dalla Corte dei conti, con questi strumenti è più difficile assicurare la quota minima del 40% di risorse al mezzogiorno come prevede il piano.
Tale dinamica peraltro rischia di accentuarsi ulteriormente se, come sembra, il nostro paese presenterà un’ulteriore richiesta di modifica del Pnrr.
Il confronto con gli altri paesi europei
Un ultimo elemento che vale la pena passare rassegna riguarda il tanto rivendicato primato dell’Italia per quanto riguarda l’attuazione del Pnrr. È indubbio che tutti i paesi europei stanno incontrando delle difficoltà nell’attuazione dei propri piani. Tant’è vero che ben 19 stati membri hanno presentato più di una richiesta di revisione.
D’altra parte, la performance del nostro paese è certamente tra le migliori nel confronto europeo considerando che il piano italiano è ampiamente il più impegnativo in termini di risorse da utilizzare. Tuttavia è opportuno specificare che, prendendo in esame diversi indicatori, ci sono alcuni paesi che, in proporzione, fanno meglio dell’Italia.
Il presunto primato italiano nell’attuazione del Pnrr è tutto da verificare.
Con riferimento alla percentuale di milestone e target già completati, ad esempio, possiamo osservare che l’Italia attualmente si attesta sul 43%. Dato che salirebbe al 54% considerando anche le scadenze legate alla richiesta di pagamento della settima rata, ancora in corso di valutazione da parte della Commissione europea. Anche considerando questa seconda percentuale, possiamo osservare che ci sono almeno due paesi che fanno meglio: Romania (86% di scadenze completate) e Francia (73%).
Anche per quanto riguarda le richieste di pagamento, è vero che il nostro paese è l’unico ad averne già inviate 7, d’altra parte però non tutti gli stati hanno un piano che prevede l’erogazione dei fondi in 10 rate. Oltre all’Italia rientrano in questa casistica Cipro, Croazia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Facendo riferimento al rapporto tra richieste inviate e parere positivo già espresso dalla Commissione europea notiamo che c’è un paese che fa meglio, almeno per il momento, ed è la Grecia.
Richieste di pagamento, la Grecia è a due terzi del percorso
Rapporto tra valutazioni positive della Commissione e rate totali dei Pnrr dei vari stati europei
La Commissione europea non considera come ancora come completate le scadenze legate alla settima rata del Pnrr che dovevano essere conseguite entro la fine del 2024 di cui però l’Italia ha già inviato la richiesta di pagamento.
FONTE: elaborazione Openpolis su dati Commissione europea
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Marzo 2025)
Quest’ultima infatti ha incassato lo stesso numero di valutazioni positive dell’Italia (6) ma a fronte di 9 rate da richiedere. La Francia poi si affianca al nostro paese, in questo caso con 3 valutazioni positive rispetto alle 5 rate totali previste dal piano transalpino.
Il nostro osservatorio sul Pnrr
Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.