I dati sulla spesa e le difficoltà del Pnrr Numeri alla mano
giovedì 19 Dicembre 2024 | Potere politico
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi I dati aggiornati sulla spesa dei fondi Pnrr confermano le difficoltà e i ritardi.
57,7 miliardi €
i fondi del Pnrr già spesi. I dati sulla spesa rappresentano un indicatore utile per valutare lo stato di attuazione del Pnrr. Il suo incremento infatti dovrebbe indicare un avanzamento delle procedure legate alle opere che si intende realizzare. Su questo fronte purtroppo i dati disponibili sono ancora molto scarsi. Per questo abbiamo presentato anche una specifica richiesta di accesso agli atti (Foia) a cui però è arrivata una risposta insoddisfacente. Tuttavia una recente relazione della corte dei conti fornisce una serie di indicazioni utili a ricostruire un quadro aggiornato. Dal documento emerge come, al 30 settembre 2024, i fondi spesi fossero circa il 30% delle risorse totali assegnate all’Italia. Da ciò emerge con evidenza lo sforzo richiesto a tutti i soggetti coinvolti nei prossimi anni per finalizzare i progetti nei tempi. Vai all’articolo.
-12,9 miliardi €
la riduzione della spesa dei fondi Pnrr nel biennio 2023-2024 rispetto alla programmazione originaria. In base ai dati presenti sul sistema Regis a inizio novembre, si può notare un ulteriore slittamento in avanti di una parte delle spese precedentemente previste per il biennio 2023-2024 per un totale di circa 2,4 miliardi di euro. A seguito di questa ennesima revisione, si prevede un incremento della spesa di circa 1,2 miliardi nel 2025 e 680 milioni nel 2026. Confrontando questa nuova programmazione con quella originaria emerge come nel biennio 2023-2024 la spesa ipotizzata inizialmente sia stata rivista al ribasso in maniera particolarmente significativa. A ciò si aggiunge una riduzione anche nelle annualità precedenti, tutte da recuperare nei due anni conclusivi del piano. Rispetto a quanto previsto inizialmente infatti si prevede di spendere ben 8,3 miliardi in più nel 2025 e 8,9 miliardi nel 2026. Vai al grafico.
29,5 miliardi €
i fondi da spendere nell’ultimo trimestre del 2024 secondo i dati presenti sul sistema Regis. La corte riporta che nei primi 9 mesi dell’anno c’è stato un incremento di 12,6 miliardi rispetto al dicembre 2023. Tale ammontare rappresenta circa il 30% rispetto alla programmazione rivista presente attualmente sul sistema Regis. Ciò significa che, in teoria, nell’ultimo trimestre dell’anno si dovrebbero riuscire a spendere ben 29,5 miliardi di euro. A questo proposito però occorre sottolineare che il governo nel documento programmatico di bilancio (Dpb) ha ulteriormente rivisto al ribasso le stime. In base a questo documento infatti il livello di spesa raggiunto attualmente sarebbe pari a circa il 60% di quanto previsto per l’anno in corso. Dunque l’aspettativa sarebbe quella di riuscire a spendere un totale di circa 21 miliardi nel 2024 (questo significa che ci si aspetta una spesa ulteriore di 8,4 miliardi di euro entro fine anno). Ciò però comporterebbe una ulteriore revisione rispetto alla programmazione della spesa contenuta in Regis e un ennesimo aumento degli obiettivi da raggiungere nel biennio 2025-2026. Vai all’articolo.
8 su 10
i casi in cui la corte dei conti rileva un livello di avanzamento della spesa complessiva inferiore al 25%. Nel 57% dei casi addirittura il tasso di spesa risulta inferiore al 10%. Solamente il 13% delle misure si colloca a un livello di avanzamento compreso tra il 25% e il 50%. Solo l’8% degli investimenti si trova a un livello ancora superiore. Le missioni 3 (infrastrutture), 4 (Istruzione e ricerca) e 6 (Salute) risultano abbastanza avanzate se si considera la programmazione 2020-2024. Nel complesso però non sono molti in realtà i fondi già erogati. Parliamo rispettivamente del 37%, del 25% e del 14%. Vai al grafico.
4.775
i progetti per cui risulta ultimata la rendicontazione da parte dei soggetti attuatori. L’analisi delle informazioni disponibili su Regis restituisce un quadro in cui la rendicontazione si trova ancora in una fase iniziale. Oltre la metà (52%) dei rendiconti predisposti dai soggetti attuatori devono ancora passare al vaglio delle amministrazioni titolari competenti. C’è poi un 23% di progetti che si trova nella fase della verifica formale (completezza e correttezza della documentazione) mentre solo l’1% si trova alla fase della verifica sostanziale (controlli sulla correttezza delle spese rendicontate). Scomponendo l’iter di controllo tra verifiche formali e sostanziali, va sottolineato come le prime, necessarie su tutti i rendiconti, abbiano assorbito gran parte delle tempistiche di approvazione con circa 73 giorni, a fronte dei 19,4 mediamente impiegati per i controlli sostanziali. In molti casi si sono riscontrati difficoltà e ritardi in fase di verifica. Tra le amministrazioni più in difficoltà il ministero del lavoro, quello delle infrastrutture e quello della cultura. Le amministrazioni sentite dalla corte hanno lamentato diverse criticità: carenza di personale, inadeguatezza delle rendicontazioni presentate, richieste per rimborsi frammentate. Questi elementi possono comportare grandi difficoltà a lungo andare. Vai all’articolo.