I divari regionali nell’accesso ai dati sul Pnrr Monitoraggio e trasparenza
Abbiamo analizzato i vari siti delle regioni italiane per capire la qualità e la quantità dei dati condivisi sul Pnrr. Ciò che emerge è un divario che si riflette sul diritto dei cittadini a essere informati.
lunedì 22 Gennaio 2024 | Potere politico
- Sono ancora molte le lacune nei dati Regis che il governo pubblica sui progetti finanziati dal Pnrr. Ma ci sono altre fonti.
- 15 su 20 le regioni che hanno un sito dedicato all'attuazione del Pnrr sul proprio territorio, con ampi divari in termini di quantità e qualità dei dati.
- Solo Liguria, Valle d'Aosta e Toscana condividono dati sull'avanzamento dei lavori e solo la Toscana sull'andamento della spesa.
- Il diverso livello di dettaglio fornito dalle regioni genera un divario informativo tra i cittadini del sud e il resto del paese, che il governo dovrebbe colmare.
I soggetti attuatori coinvolti nella realizzazione del piano nazionale di ripresa e resilienza sono numerosi. Dai ministeri alle amministrazioni locali, dagli enti pubblici alle società partecipate. Per monitorare tutti gli interventi previsti sull’intero territorio nazionale è stata creata un’apposita piattaforma: Regis. Un sistema informativo su cui gli enti beneficiari del Pnrr caricano i dati riguardo i progetti di cui si occupano. Operativa dall’autunno del 2022, Regis è accessibile solo agli addetti ai lavori. Spetta infatti all’esecutivo rendere pubblici e accessibili dei dati complessivi.
Anche a seguito delle nostre richieste di accesso agli atti, da aprile 2023 il governo pubblica trimestralmente, su Italia domani, dataset relativi ai progetti Pnrr. Informazioni quali la natura degli interventi, le risorse assegnate e i territori interessati. Tuttavia sono diversi gli elementi che ancora mancano all’appello, in primis i dati sullo stato di avanzamento dei lavori e le risorse spese.
Anche le regioni pubblicano dati sul Pnrr.
Ma la piattaforma Italia domani non è l’unica fonte disponibile sul Pnrr. Nel tempo infatti anche molte regioni si sono organizzate con proprie pagine online dedicate all’attuazione del piano sul proprio territorio. Tuttavia come vedremo, il livello di dettaglio dei diversi siti varia ampiamente. Se in alcuni casi supera quello dei dati Regis pubblicati su Italia domani, fornendo quindi un servizio informativo migliore, in altri non è affatto così.
Ciò dà origine a un divario territoriale grave tra i cittadini, nel loro diritto ad accedere a informazioni importanti sulla gestione di risorse pubbliche sul proprio territorio. Fondi Pnrr destinati a progetti che hanno un impatto potenziale sulla loro quotidianità. Dai trasporti pubblici all’energia, dalle scuole alla sanità. Uno squilibrio che non è tanto responsabilità delle regioni, quanto a monte di un sistema informativo nazionale manchevole e di disparità storiche.
Le carenze nei dati sui progetti
Da quando il governo ha iniziato a condividere i dati Regis su Italia domani, abbiamo constatato dei miglioramenti nella qualità dei dataset di volta in volta aggiornati. Tuttavia, anche se in misura minore, alcuni errori e mancanze che abbiamo già evidenziato in passato persistono.
Si tratta da un lato di informazioni scorrette in termini di geolocalizzazione degli interventi, di importi, di informazioni sui soggetti attuatori. Questi sono errori di compilazione, commessi a monte da enti locali e altri soggetti pubblici e privati responsabili dei progetti.
Ancora nessuna informazione sullo stato di avanzamento.
Dall’altro lato però, c’è una lacuna informativa che non sembra riconducibile a Regis, quanto al passaggio dalla piattaforma ai dataset pubblicati su Italia domani. Parliamo della mancanza di dati relativi allo stato di avanzamento dei progetti. Per i quali non conosciamo l’andamento né dei lavori, né della spesa. Ciononostante, nel corso del tempo abbiamo constatato che queste informazioni su Regis esistono, quantomeno per alcuni progetti. Non è chiaro dunque perché il governo non le renda pubbliche insieme agli altri dati condivisi su Italia domani.
Dal Regis si apprende che al termine del T1 2023, si ha un intervento appartenente alla Misura M5C3I1.4.4 con fase Inizio Lavori avvenuta (Febbraio 2023).
Su molti siti regionali è possibile ricavare informazioni più o meno dettagliate, sugli interventi previsti nei vari territori. In alcuni, come vedremo, sono disponibili proprio i dati sull’andamento dei progetti. Questo nonostante il Pnrr italiano non preveda per le regioni alcun obbligo di pubblicazione sulla realizzazione del piano.
Informare i cittadini sul Pnrr non è responsabilità delle regioni.
Si tratta certamente di iniziative positive, ma prima di analizzarle c’è una premessa importante da sottolineare. Ed è che la loro assenza non costituisce una mancanza da parte delle amministrazioni regionali. Piuttosto suggerisce una carenza di risorse e strumenti per metterle in atto. Oltre alla necessità di un sistema informativo più funzionale e accessibile a livello nazionale. Per non lasciare spazio ai divari tra cittadini nel loro diritto all’informazione.
Cosa condividono le regioni
Da una nostra ricognizione abbiamo rilevato che 15 regioni su 20 hanno un sito dedicato all’attuazione del Pnrr. Tutte tranne Molise, Basilicata, Umbria, Puglia e Sicilia, che condividono solo singole e sporadiche comunicazioni sul tema. Le ultime due regioni tuttavia sono destinatarie di ingenti fondi del piano nazionale. Sul territorio pugliese impattano progetti per un ammontare di 11,2 miliardi di risorse Pnrr e su quello siciliano 12,4 miliardi. Interventi gestiti, in qualità di soggetti attuatori, da comuni, altri enti pubblici o privati e dalla regione stessa.
Come emerge in modo dettagliato dalla mappa, anche tra le amministrazioni che hanno avviato un proprio monitoraggio o sistema informativo sul Pnrr, le differenze sono molte. Sia nella quantità di dati e informazioni condivise, sia nella qualità e nell’originalità.
Tra le regioni c’è un divario informativo rilevante sul Pnrr
Informazioni condivise online sui siti regionali, riguardo l’attuazione del Pnrr nei territori
Il numero 1 indica la presenza di quella informazione sul sito regionale, al contrario dello 0 che ne indica l’assenza. Le regioni non sono tenute a pubblicare dati e informazioni sul Pnrr. Le iniziative in questo senso sono positive, ma la loro mancanza non rappresenta un errore delle amministrazioni regionali, quanto più probabilmente una carenza di risorse e strumenti per metterle in atto.
FONTE: elaborazione e dati openpolis
(consultati: martedì 19 Dicembre 2023)
I diversi siti forniscono perlopiù informazioni sulla pubblicazione di bandi Pnrr (condivisi da 12 regioni), i relativi progetti selezionati e le risorse assegnate (9). Su 9 pagine troviamo anche visualizzazioni grafiche e mappe per navigare i dati sui progetti. Mentre 6 enti rendono disponibili gli open data, scaricabili e riutilizzabili. È interessante poi notare che molte piattaforme riguardano solo gli interventi di cui la regione è soggetto attuatore. Mentre solo 8 condividono dati relativi a tutti i progetti che hanno luogo sul territorio regionale.
3 le regioni che condividono informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori: Toscana, Liguria e Valle d’Aosta.
Oltre all’andamento dei lavori, solo la Toscana tra tutte le regioni pubblica informazioni sulle risorse già spese per i progetti, rispetto al totale assegnato. Un dato cruciale per comprendere l’efficacia nella gestione dei fondi rispetto all’avanzamento delle opere.
Il divario è sempre tra il sud e il resto del paese.
È evidente osservando la mappa che questo divario informativo tra regioni ricalca la storica disparità tra il mezzogiorno e il resto d’Italia. Creando anche su questo aspetto differenze tra i cittadini nel loro diritto all’informazione, limitato o ampliato in base al territorio in cui vivono.
I divari informativi vanno contrastati
Dall’analisi dei siti regionali dedicati al Pnrr emergono due principali considerazioni. La prima è che, come il governo, neanche le regioni condividono informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti, se non nei 3 casi citati in precedenza. Questo può significare, ed è evidente visitando le diverse pagine, che la maggior parte delle regioni non ha avviato un proprio monitoraggio dei progetti, o comunque non ne condivide i risultati pubblicamente. Piuttosto diffonde dati statici, che non forniscono informazioni in merito all’andamento dei lavori e della spesa.
Il limite è la disponibilità di risorse e competenze.
Se non c’è un monitoraggio, è probabile che il motivo sia legato alla mancanza non solo di volontà ma di risorse, strumenti e competenze adeguate a metterlo in atto. Un’evidenza che, come è emerso dalla nostra ricognizione, incide maggiormente nelle regioni del sud rispetto a quelle del nord. Replicando quel divario storico trasversale che impatta anche in termini di accesso all’informazione.
Per ridurre questa disparità, sarebbe necessario uno sforzo da parte dell’amministrazione centrale. Sia per rendere Regis più efficiente e condividerne più dati, in primis sullo stato di avanzamento. Sia per supportare le regioni, fornendogli strumenti necessari a limitare gli errori di compilazione su Regis e a mettere in atto un monitoraggio più approfondito sul territorio.
Il nostro osservatorio sul Pnrr
Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.
Foto: Unsplash Campaign Creators – Licenza