I parlamentari incompatibili Mappe del potere

Alcuni incarichi sono considerati incompatibili con il mandato parlamentare. Ciononostante la rinuncia a questi ruoli non avviene subito e in maniera automatica.

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La disciplina delle incompatibilità

Molti parlamentari nel corso della loro carriera hanno ricoperto diversi incarichi politici e in alcuni casi li ricoprivano anche al momento della proclamazione. Non sempre il mandato parlamentare è incompatibile con altri ruoli. In diversi casi però la costituzione o la legge disciplinano le ipotesi d’incompatibilità.

Il mandato parlamentare infatti è incompatibile con i ruoli di:

  • presidente repubblica (articolo 84 della costituzione);
  • membro della corte costituzionale (articolo 134 della costituzione);
  • membro del consiglio supremo della magistratura (articolo 104 della costituzione);
  • parlamentare europeo (articolo 122 della costituzione);
  • membro di giunta o consiglio regionale (articolo 122 della costituzione);
  • sindaco di comune con oltre 15.000 abitanti (Dl 138/2011 articolo 13 comma 3). I sindaci dei comuni con più di 20.000 abitanti invece sono ineleggibili (Tuel articolo 62, Dpr 361/1957 articolo 7 e Dlgs 533/1993 articolo 5).

Manuale elettorale.

Se i primi tre casi non presentano questioni, non essendo stato eletto alcun deputato o senatore che ricopre al momento incarichi di quel tipo, più interessante è invece ricostruire chi, al momento dell’elezione, ricopriva gli altri incarichi. Chi tra questi si è dimesso prima di assumere il ruolo di parlamentare, chi dopo e chi ancora aspetta a farlo.

Oltre a questi incarichi politici poi esistono altri tipi d’incompatibilità. Come ad esempio incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali, nelle aziende sanitarie od ospedaliere, incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni o nelle società a controllo pubblico.

Le incompatibilità risolte subito

Tra gli attuali parlamentari erano 60 quelli che ricoprivano incarichi incompatibili alla data delle elezioni (41 candidati alla camera e 19 al senato). Tra il 25 settembre e il 12 ottobre, data d’inizio della nuova legislatura, 18 di questi avevano già risolto la propria incompatibilità.

Nella maggior parte dei casi tuttavia si è trattato di un passaggio praticamente automatico. Sei di questi infatti facevano parte della giunta o del consiglio della regione Sicilia, incluso l’ex presidente Nello Musumeci. E in questa regione si è andati alle elezioni lo stesso giorno delle elezioni nazionali.

Al parlamento europeo le incompatibilità sono risolte non appena sopraggiungono.

Altri 9 invece erano parlamentari europei e, avendo questi accettato l’incarico di deputati (5) o senatori (4), sono automaticamente decaduti dall’incarico (articolo 3 del regolamento del parlamento europeo). Si trattava in particolare di 3 eurodeputati di Forza Italia, 2 della Lega e uno rispettivamente di Fratelli d’Italia, Partito democratico, Azione-Italia viva e Alleanza verdi e sinistra.

I tre parlamentari che invece si sono dimessi spontaneamente sono Marco Lisei e Giovanni Berrino, di Fratelli d’Italia, e Ilaria Cavo di Noi moderati. Il primo ha lasciato la posizione di consigliere della regione Emilia-Romagna, gli altri quello di assessori in Liguria.

A questi poi si potrebbero aggiungere 3 sindaci di comuni con più di 20.000 abitanti che, come previsto dalle norme (Dlgs 267/2000 articolo 62) si sono dovuti dimettere prima ancora di candidarsi. In questi casi infatti non si parla d’incompatibilità, ma di ineleggibilità. Si tratta in particolare di: Sabrina Licheri sindaca di Assemini del Movimento 5 stelle, e di Ilenia Malavasi e Emiliano Fossi sindaci di Correggio e Campi Bisenzio, entrambi del Partito democratico.

Le incompatibilità a inizio mandato

Tra i 42 parlamentari che il giorno dopo l’insediamento ancora ricoprivano incarichi incompatibili 11 non avevano ancora rinunciato a un incarico in giunta regionale, 32 in un consiglio regionale e 1 al ruolo di sindaco di un comune con popolazione compresa tra i 15.000 e i 20.000 abitanti.

L’articolo 122 della costituzione disciplina l’incompatibilità del mandato parlamentare con i ruoli di parlamentare europeo, membro di un consiglio o di una giunta regionale. Il decreto legge 138/2011 invece stabilisce l’incompatibilità con la carica di sindaco dei comuni con più di 15.000 abitanti.

Per verificare se un parlamentare ricopra ancora incarichi incompatibili, abbiamo consultato i siti delle giunte, dei consigli regionali e dei comuni. Nel caso in cui le dimissioni non siano state rese evidenti sui siti dei rispettivi organi tali incarichi potrebbero essere stati considerati ancora attivi.

FONTE: openpolis

Dall’entrata in carica ad oggi tuttavia 20 parlamentari hanno risolto autonomamente la propria incompatibilità, rinunciando agli incarichi precedenti. Si tratta in particolare di 15 consiglieri regionali (5 di Fratelli d’Italia, 4 della Lega, 3 del Partito democratico e 1 rispettivamente di Forza Italia, Azione-Italia-viva e Alleanza verdi e sinistra), di 3 assessori regionali (2 della Lega e 1 di Fratelli d’Italia) e di 2 vicepresidenti di regione: Mirco Carloni della Lega (Marche) ed Elly Schlein del Partito democratico (Emilia-Romagna).

Le incompatibilità ancora in corso

Ad oggi dunque sono 22 i parlamentari che risultano ancora incompatibili.

Fratelli d’Italia è il partito che ne conta di più, ovvero 6 deputati e 2 senatori. Tra questi si trovano 5 consiglieri regionali che ancora devono rassegnare le dimissioni e 3 assessori delle regioni Abruzzo, Calabria e Sardegna. In realtà l’assessore della regione Calabria Fausto Orsomarso, ricopre anche l’incarico di consigliere nella stessa regione, ma in questo caso il doppio incarico non è stato preso in considerazione, assumendo che le incompatibilità saranno poi risolte congiuntamente.

L’articolo 122 della costituzione disciplina l’incompatibilità del mandato parlamentare con i ruoli di parlamentare europeo, membro di un consiglio o di una giunta regionale. Il decreto legge 138/2011 invece stabilisce l’incompatibilità con la carica di sindaco dei comuni con più di 15.000 abitanti. Nel caso in cui un componente di una giunta regionale ricopra contemporaneamente anche il ruolo di consigliere nella stessa regione questo secondo incarico non è stato preso in considerazione, assumendo che le incompatibilità saranno poi risolte congiuntamente.

Per verificare se un parlamentare ricopra ancora incarichi incompatibili, abbiamo consultato i siti delle giunte, dei consigli regionali e dei comuni. Nel caso in cui le dimissioni non siano state rese evidenti sui siti dei rispettivi organi tali incarichi potrebbero essere stati considerati ancora attivi.

FONTE: openpolis

Segue il Pd dove, oltre a 3 consiglieri regionali, risultano ancora incompatibili Valentina Ghio, sindaca di Sestri Levante, e soprattutto Nicola Zingaretti, che tutt’ora ricopre il ruolo di presidente della regione Lazio (e tecnicamente anche quello di consigliere regionale anche se qui, come nel caso di Orsomarso, questo incarico non è stato considerato).

Zingretti dovrebbe dimettersi a breve ma al momento ricopre due incarichi costituzionalmente incompatibili.

Zingaretti ha pubblicamente dichiarato che intende rassegnare le dimissioni dopo che saranno completati tutti i passaggi relativi al collegato di bilancio della regione Lazio. Un atto considerato importante per la conclusione ordinata della legislatura. La questione teoricamente dovrebbe essere risolta a breve, ma indipendentemente da questo resta il fatto che al momento Zingaretti ricopre a tutti gli effetti 2 incarichi costituzionalmente incompatibili.

Nella la Lega invece risultano ancora incompatibili la senatrice Clotilde Minasi, assessore alle politiche sociali in Calabria, e 3 consiglieri regionali (tutti deputati).

Nonostante l’incompatibilità Fabrizio Sala è stato nominato vicepresidente della Lombardia.

Anche in Forza Italia sono 4 le figure ancora incompatibili, tutte elette alla camera. Tra questi si trovano 4 consiglieri regionali e l’assessore all’istruzione della regione Lombardia Fabrizio Sala. Su quest’ultimo è da segnalare un aspetto paradossale. Infatti negli scorsi giorni, in seguito alle dimissioni date da Letizia Moratti, il presidente della Lombardia lo ha nominato nuovo vicepresidente, nonostante l’incompatibilità di questo ruolo (come quello di assessore) con il mandato parlamentare. Non si capisce dunque il senso di una nomina che, oltre a essere costituzionalmente incompatibile, avrà comunque breve durata, visto che a un certo punto Sala dovrà comunque risolvere l’incompatibilità.

Infine anche l’Alleanza sinistra-verdi conta un deputato che non ha ancora rassegnato le dimissioni dall’incarico di consigliere regionale.

I farraginosi meccanismi delle giunte per le incompatibilità

Come abbiamo visto dunque, quando un membro del parlamento di Strasburgo accetta un incarico incompatibile con quello di parlamentare europeo, quest’ultimo decade automaticamente. Lo stesso invece non avviene per deputati e senatori.

Come di consueto ognuna delle due camere regola la materia tramite il proprio regolamento. In entrambi i casi comunque gli organi deputati a occuparsi della materia sono noti come giunte delle elezioni. Affinché questo avvenga però tali organi devono innanzitutto costituirsi e, a oggi, questo non risulta che sia avvenuto in nessuna delle due camere.

Regolamenti delle giunte delle elezioni di

Anche quando costituite comunque i tempi previsti per la verifica dei titoli di ammissione alla carica sono molto lunghi.

I regolamenti delle due aule divergono in parte nelle procedure per la risoluzione delle incompatibilità, in ogni caso a deputati e senatori sono forniti 30 giorni per consegnare alle giunte l’elenco di tutte le cariche ricoperte (incompatibili o meno). Solo a quel punto può iniziare la verifica vera e propria. Una procedura che richiede diverso tempo per la costituzione di appositi comitati, le richieste di chiarimenti, la possibilità di ricorsi e altri complessi meccanismi burocratici.

Un processo complesso e farraginoso dunque, anche se le incompatibilità, se non altro quelle costituzionali, sono del tutto evidenti, e non c’è alcuna ragione per non risolverle automaticamente. Come peraltro succede nel caso del parlamento europeo.

Per verificare se un parlamentare ricopra ancora incarichi incompatibili, abbiamo consultato i siti delle giunte, dei consigli regionali e dei comuni. Nel caso in cui le dimissioni non siano state rese evidenti sui siti dei rispettivi organi tali incarichi potrebbero essere stati considerati ancora attivi.

L’articolo 122 della costituzione disciplina l’incompatibilità del mandato parlamentare con i ruoli di parlamentare europeo, membro di un consiglio o di una giunta regionale. Il decreto legge 138/2011 invece stabilisce l’incompatibilità con la carica di sindaco dei comuni con più di 15.000 abitanti.

Per verificare se un parlamentare ricopra ancora incarichi incompatibili, abbiamo consultato i siti delle giunte, dei consigli regionali e dei comuni. Nel caso in cui le dimissioni non siano state rese evidenti sui siti dei rispettivi organi tali incarichi potrebbero essere stati considerati ancora attivi.

FONTE: openpolis

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