I progressi verso la tutela di boschi e foreste Ambiente

Boschi e foreste sono minacciati nello svolgimento delle loro funzioni fondamentali da diversi fattori, in primis gli incendi. Abbiamo analizzato i passi avanti dell’Italia e dell’Europa verso gli obiettivi internazionali di tutela di queste aree.

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Il 31% del terreno globale è composto da foreste, per un totale di 4,06 miliardi di ettari. Aree minacciate nella loro salute e vitalità da diversi fattori. Secondo i dati diffusi dal rapporto Fao 2020, insetti, malattie e forti eventi climatici hanno danneggiato circa 40 milioni di ettari di foreste nel 2015, mentre 98 milioni di ettari sono stati colpiti dal fuoco.

Nonostante nel corso degli ultimi vent’anni le perdite siano positivamente diminuite, come sottolineato nel rapporto, tutelare queste aree rimane una questione fondamentale, per tutti i paesi del mondo.

Le foreste hanno importanti funzioni ambientali e socio-economiche.

Le foreste tutelano suolo e terreno, ospitano più dei 3/4 delle specie animali e vegetali che compongono la biodiversità terrestre globale e contrastano gli effetti del cambiamento climatico. Non solo, rappresentano una risorsa per lo sviluppo socio-economico. Offrono infatti prodotti e servizi fondamentali, che generano guadagno per decine di milioni di persone. Dal cibo alle medicine fino al biocombustibile, una forma di energia rinnovabile.

La tutela delle foreste è al centro di diversi obiettivi climatici.

Non stupisce quindi che la tutela delle aree forestali sia al centro dell’agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolare l’obiettivo 15 richiama, tra i vari punti, la necessità di conservare e ripristinare le foreste e di promuoverne una gestione sostenibile. Non solo, le Nazioni unite hanno lanciato anche un piano strategico per le foreste (2017-2030) e il decennio per il ripristino dell’ecosistema (2021-2030).

Per quanto riguarda l’Europa, non esiste una politica comune dell’Unione europea per la tutela delle foreste, ma singoli programmi e azioni che vengono promossi agli stati membri, i quali mantengono la competenza esclusiva sul tema. Nel caso dell’Italia, è attualmente in vigore la legge 353/2000, legge-quadro in materia di incendi boschivi. Lo scopo della normativa è di prevenire gli incendi attraverso un lavoro di monitoraggio e di tutela delle zone a rischio. Un compito che viene affidato in primis alle regioni, chiamate ad emanare dei piani per mettere in atto tali linee guida.

Un confronto tra paesi europei

L’obiettivo 15.1 dell’agenda Onu per lo sviluppo sostenibile mira alla conservazione, al recupero e all’uso sostenibile delle foreste e di altri ecosistemi.

Per misurare i progressi verso questo obiettivo, si fa riferimento a un indicatore che misura la percentuale di foreste sul territorio. Questo perché eventuali cambiamenti nel tempo di tale indicatore possono segnalare l’emergere di un utilizzo diverso delle aree forestali e di conseguenza di possibili pratiche non sostenibili in atto.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Fao
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Marzo 2019)

Dai dati disponibili più recenti, al 2015, le maggiori quote di area forestale sul territorio totale si registrano in Finlandia (73,1%), Svezia (68,9%) e Slovenia (62%).

31,6% la percentuale di foreste sul territorio totale in Italia, nel 2015.

Una quota, quella del nostro paese, ampiamente inferiore alla media europea (45,9%). Tuttavia, come anticipato prima, per monitorare la tutela delle aree forestali è importante soprattutto osservare i cambiamenti nel tempo della superficie occupata da boschi e foreste.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Fao
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Marzo 2019)

Negli ultimi 15 anni, l'area forestale è aumentata in Europa.

Rispetto ai paesi considerati e alla crescita media europea (+0,6 punti percentuali), l'Italia registra il maggior aumento dell'area forestale, considerata come percentuale del territorio totale. Una variazione pari a +3,2 punti percentuali dal 2000 al 2015, seguita da Francia (+3,1), Regno Unito (+0,8) e Germania (+0,2).

Da notare tuttavia che, facendo riferimento ai dati 2015, è proprio la Germania, tra i maggiori paesi Ue, ad essere la prima per quota di boschi e foreste (32,7%), seguita dall'Italia (31,6%). Sempre sui dati 2015, è interessante anche sottolineare che Italia, Francia e Germania hanno quote molto simili di area forestale, mentre il Regno Unito presenta un valore ampiamente inferiore.

Gli incendi dei boschi in Italia

Come anticipato all'inizio dell'articolo, una delle principali minacce per boschi e foreste sono gli incendi. In Italia, Ispra si occupa di monitorare questo fenomeno, per rilevare l'entità degli incendi, le ragioni e i cambiamenti nel corso del tempo.

98 mln di ettari di foreste in tutto il mondo sono stati colpiti dal fuoco, nel 2015.

Considerando i dati relativi alla superficie di boschi colpita dal fuoco in Italia dal 2008 e il 2018, emergono alcune differenze nell'incidenza del fenomeno nel corso degli anni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Il 2017 è stato l'anno con il picco più alto nell'entità degli incendi, con 7.855 eventi e oltre 113 mila di ettari colpiti. Un dato che fortunatamente è calato nel 2018, anno su cui sono disponibili le informazioni più recenti. Nel giro di un anno infatti, la superficie boscata percorsa dal fuoco si è ridotta di 104.762 ettari.

Osservando gli anni precedenti l'andamento risulta piuttosto stabile, fatta eccezione per un picco nel 2012, dove sono stati colpiti 74.532 ettari in totale.

Per cause naturali si intendono fenomeni di autocombustione o fulmini. Accidentali sono eventi non naturali ma non causati direttamente dall’uomo, come scintille dalle scarpate ferroviarie. L’origine colposa è antropica ma involontaria: mozziconi di sigaretta, fiammiferi, fuochi accesi per scopi ricreativi, mentre l’origine dolosa è volontaria e riconducibile a fini speculativi, di profitto, o a fenomeni di piromania.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

La percentuale di incendi colposi si conferma la più elevata in tutti gli anni considerati. Tuttavia, è da notare il calo positivo dal 2014 (64,4%) al 2018 (50,2%).

-14,2 punti percentuali tra la quota di incendi colposi del 2014 e quella del 2018.

Anche gli incendi dolosi sono complessivamente diminuiti, nonostante un andamento altalenante negli anni. Al contrario, sono aumentati gli eventi di origine naturale (+2,5 punti percentuali dal 2014 al 2018) e ancora di più quelli accidentali (+9,5 punti).

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I dati utilizzati per i contenuti della rubrica sull'ambiente possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Le fonti utilizzate per questo articolo sono Fao e Ispra.

Foto credits: Unsplash Lukasz Szmigiel - Licenza

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