I voti di fiducia del governo Meloni Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Il governo Meloni è primo per rapporto tra questioni di fiducia e leggi approvate“.

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le questioni di fiducia su disegni di legge poste dal governo Meloni dal suo insediamento. Nelle ultime settimane il governo Meloni è tornato a fare ampio uso dei voti di fiducia. Lo ha fatto in particolare per velocizzare l’iter di conversione dei decreti legge in tema di sport e scuola, politiche di coesione e agricoltura. In termini assoluti, tra i governi delle ultime legislature, solo l’esecutivo guidato da Matteo Renzi ha fatto un ricorso maggiore allo strumento (68). Quest’ultimo però è rimasto in carica per quasi 3 anni, mentre l’attuale per meno di 2. Al terzo posto poi troviamo il governo Draghi che ha fatto ricorso alla fiducia in 55 occasioni durante i 20 mesi in cui è rimasto in carica. Vai all’articolo.

2,64

i voti di fiducia svolti di media al mese con il governo Meloni. Si tratta del terzo valore più alto considerando gli esecutivi delle ultime 4 legislature. Riportano un valore più alto sia il governo Monti (2,79) che quello guidato da Mario Draghi (2,68). Da notare però che in questo caso parliamo di due governi di grande coalizione. Esecutivi nati cioè per affrontare due momenti molto difficili nella storia del nostro paese e non solo. Vale a dire rispettivamente la crisi economico-finanziaria post 2008 e quella sanitaria dovuta al Covid-19. Vai all’articolo.

44,96%

il rapporto tra voti di fiducia e leggi approvate durante il governo Meloni. Si tratta del valore più alto considerando le ultime 4 legislature. Al secondo posto troviamo in questo caso il governo Monti (42,5%) seguito dagli esecutivi Conte II (39,4%) e Draghi (37,4%). Vai al grafico.

95%

i voti di fiducia su Ddl di conversione di decreti legge. Le uniche eccezioni sono rappresentate dalle leggi di bilancio per il 2023 (fiducia in entrambe le camere) e per il 2024 (fiducia solo al senato). I decreti legge devono essere convertiti dal parlamento entro 60 giorni a pena di decadenza. Ricorrere alla fiducia è quindi un modo per cercare di velocizzare il dibattito in aula. Ecco quindi che quando i decreti da convertire si accumulano il governo è “costretto” a porre la questione di fiducia. Attualmente sono 8 i Dl che le camere devono ancora convertire. Vai all’articolo.

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i disegni di legge su cui il governo Meloni ha posto la fiducia in entrambe le camere. Solo il governo Renzi fa registrare un dato lievemente superiore (22). Anche in questo caso quindi è molto probabile che l’esecutivo Meloni giungerà presto al primo posto. Dopo i governi Renzi e Meloni troviamo poi gli esecutivi Draghi (19) e Conte II (15). Se l’esecutivo arriva a porre la fiducia in entrambe le camere la limitazione delle prerogative dei parlamentari è massima. Quando ciò accade in maniera eccessivamente frequente ci troviamo di fronte a un elemento critico che vale la pena monitorare. Tra i provvedimenti più recenti approvati attraverso una doppia fiducia troviamo i Ddl di conversione di 4 decreti legge particolarmente rilevanti. Si tratta dei Dl Pnrr quater, superbonus, coesione e agricoltura. Vai al grafico.

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