Il disagio giovanile dopo il Covid Numeri alla mano
giovedì 16 Maggio 2024 | Povertà educativa
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Disagio giovanile, un fenomeno che non si può ridurre a pochi numeri“
14%
i minori in povertà assoluta nel 2023. Secondo le stime preliminari di Istat, si tratta dell’incidenza più elevata della serie storica dal 2014, a seguito della revisione metodologica avvenuta lo scorso anno. Dopo la pandemia, i minori che vivono in famiglie in povertà assoluta sono arrivati a 1,3 milioni nel 2023. Vai al grafico.
9,7%
gli studenti in dispersione implicita (che finiscono le scuole senza competenze adeguate) nel 2022. Erano il 7% nel 2019. Il fenomeno ha riguardato soprattutto gli studenti svantaggiati: 12% gli studenti di famiglia in condizione medio-bassa in dispersione implicita nel 2022. Erano l’8% nel 2019. La dimensione del disagio non è solo materiale: è anche educativa, come testimoniato dal calo degli apprendimenti. Nonché sociale e psicologica. Vai al grafico.
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gli studenti delle secondarie che hanno dichiarato un calo nella frequenza con cui vedono amici e amiche rispetto a prima del Covid. Tuttavia la quota di ragazzi che vedono tutti i giorni gli amici era crollata già prima della pandemia. Nel 2005, tale quota era pari al 70,8% tra 11 e 14 anni e al 72,2% tra 15 e 17. Nel 2019, quindi già prima del Covid, la percentuale era crollata rispettivamente al 34,3% e al 39,1%. In uscita dall’emergenza, la quota non appare comunque recuperata: nel 2023 dichiarano di vedere tutti i giorni i propri amici il 27,6% degli 11-14enni e il 30,1% dei 15-17enni. Molto lontano rispetto al 70% della generazione precedente. Vai al grafico.
65.967
gli studenti tra 11 e 17 anni con tendenza all’isolamento sociale secondo la rilevazione effettuata da Iss, l’istituto superiore di sanità. Si tratta dell’1,6% del totale, sulla base di un campione rappresentativo della popolazione studentesca. Non è il solo segnale di un disagio nel benessere psicologico dei minori, in uscita dal Covid. Quasi 100mila (il 2,5% del campione) presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media. Il 9,3% dei minori 11-17 anni mostra i segnali di una grave dipendenza da cibo. Vai al grafico.
64%
i giovani italiani tra 15 e 24 anni che si dichiarano molto preoccupati per il cambiamento climatico. Più della media della popolazione (53%). Non tutti i segnali sono negativi, e non mancano indicatori che mostrano una maggiore partecipazione dei più giovani. La quota di 18-19enni che hanno preso parte ad associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace è quasi doppia rispetto al resto della popolazione (2,9% contro una media del 1,6%). E appare in crescita la quota di chi, tra 14 e 17 anni, presta attività gratuite in associazioni di volontariato (6,4% nel 2022, a fronte del 3,9% dell’anno precedente). Oltre 6 giovani su 10 tra 14 e 19 anni esprimono un giudizio positivo sulle proprie prospettive future. Vai al grafico.