Il fallimento annunciato dell’accoglienza dei migranti in Italia Centri d'Italia
È online il nuovo rapporto “Centri d’Italia”, giunto alla settima edizione. Ne emerge un quadro di problematiche anche gravi, ma affrontabili se solo l’attenzione fosse posta sulla gestione di un fenomeno strutturale come l’immigrazione, anziché ricorrere alla retorica dell’emergenza.
lunedì 18 Marzo 2024 | Migranti
- È online il nuovo rapporto Centri d'Italia "Un fallimento annunciato".
- Oltre ai dati sulle strutture e gli ospiti, siamo tornati ad analizzare i bandi pubblici per la gestione dei centri di accoglienza.
- Il progetto Centri d'Italia si basa sull'analisi e la condivisione dei dati sul sistema di accoglienza, con l'obiettivo alzare il livello del dibattito sulla questione migratoria.
Un fallimento annunciato è il nuovo rapporto sul sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia realizzato da ActionAid e openpolis nell’ambito del progetto Centri d’Italia.
Un rapporto che è arrivato alla sua settima edizione, la terza da quando è online Centri d’Italia, la prima piattaforma di monitoraggio indipendente sul sistema di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nel paese.
Si tratta di un progetto che permette a chiunque di accedere ai dati sul sistema di accoglienza italiano con informazioni di dettaglio fino al singolo centro. Un modo per restituire all’opinione pubblica, ma anche ai decisori, informazioni che dovrebbero essere pubbliche ma che invece è estremamente difficile rintracciare.
Dati sui centri, analisi sui bandi e interviste
Ottenere i dati necessari ad alimentare la piattaforma e sviluppare il rapporto non è stato facile. Infatti, come di consueto, siamo dovuti ricorrere a formali richieste di accesso agli atti a cui è stato inizialmente opposto un diniego e siamo riusciti ad accedere ai dati solo dopo diversi passaggi.
Anche per questo, oltre alla tradizionale disamina dei centri di accoglienza, della loro capienza e della loro distribuzione, siamo tornati ad analizzare i contratti pubblici con cui viene assegnata la gestione delle strutture di accoglienza.
Un tipo di analisi che avevamo già affrontato in passato, registrando alcune gravi criticità. Tuttavia, mentre mentre negli anni 2018-2021 i problemi erano mitigati da flussi migratori in calo, negli ultimi due anni si è registrata una crescita degli ingressi nel sistema. Per questo diventa particolarmente interessante verificare come si è evoluta nel corso degli ultimi anni la dinamica dei contratti pubblici. Le prefetture infatti sembrano sempre più in difficoltà ad assegnare gli appalti per l’accoglienza e ricorrono sempre più spesso ad affidamenti diretti o altre procedure in cui il grado di trasparenza e competitività degli appalti si riduce, ampliando le possibilità che emergano fenomeni di malagestione.
66% la quota di appalti per l’accoglienza assegnati in affidamento diretto nei primi otto mesi del 2023. Nel 2020 erano il 35%.
Le prefetture che hanno ripetuto più bandi tra gennaio 2020 e agosto 2023
Gli uffici territoriali del governo che hanno dovuto ripetere più spesso dei bandi nel tentativo di assegnare un numero sufficiente di contratti per la gestione di centri di accoglienza
FONTE: elaborazione Openpolis e ActionAid su dati Bdncp
(ultimo aggiornamento: martedì 19 Dicembre 2023)
Eppure questa situazione, a tratti critica, non pare giustificata dal numero di migranti in ingresso che, per quanto elevato, non ha superato livelli già affrontati negli scorsi anni.
Malgrado ciò, invece che affrontare le numerose questioni aperte (che denunciamo da anni) il governo di Giorgia Meloni si è limitato ad emanare o provvedimenti che non hanno alcun impatto su sistema di accoglienza o norme che regolarizzano prassi disfunzionali.
Tra i vari provvedimenti che abbiamo analizzato in “Un fallimento annunciato” uno desta particolare preoccupazione, ovvero la creazione di un nuovo circuito di accoglienza dedicato a strutture “temporanee” che possono essere aperte in assenza di posti nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e in cui non è previsto alcun servizio per le persone accolte che non si limiti al semplice albergaggio. A questo tema abbiamo quindi dedicato un capitolo del rapporto intervistando Chiara Marchetti di Ciac Onlus che ci ha parlato della situazione drammatica del campo allestito in provincia di Parma.
Un monitoraggio difficile ma necessario
Come evidenziamo ormai da tempo, l’accesso, l’analisi e la diffusione di questi dati rappresentano un lavoro tutt’altro che semplice. Nonostante questo continua il nostro impegno perché crediamo che un monitoraggio attento sia fondamentale per valutare il funzionamento del sistema. Solo attraverso l’analisi di dati condivisi e basati su dinamiche concrete si possono porre le basi per un dibattito pubblico più aderente alla realtà e politiche pubbliche più eque ed efficaci.
Scarica il rapporto
Come ripetiamo ormai da anni, un approccio serio alla questione dell’accoglienza, come in qualsiasi politica pubblica, prevederebbe riforme che si propongono obiettivi monitorabili e successivi aggiustamenti basati sull’analisi dei risultati. Al contrario da anni, e ancor più nel corso del 2023, si procede a continue modifiche del sistema, di solito per decreto, senza che siano portate evidenze a giustificazione di politiche che appaiono perlopiù ideologiche, quando non propagandistiche.
Foto: Cittalia (Facebook)