Il governo Meloni è primo per rapporto tra questioni di fiducia e leggi approvate Governo e parlamento

Si conferma la tendenza a fare un massiccio uso della fiducia, specie per la conversione dei decreti legge. In prospettiva, l’attuale esecutivo può diventare quello che ha fatto maggior ricorso allo strumento tra i governi degli ultimi anni.

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Nelle ultime settimane il governo Meloni è tornato a fare ampio uso della questione di fiducia. Lo ha fatto in particolare per velocizzare l’iter di conversione dei decreti legge in tema di sport e scuola, politiche di coesione e agricoltura. Per questi due ultimi casi peraltro la fiducia è stata posta sia alla camera che al senato. Non è da escludere che ciò possa avvenire anche per il terzo.

Complessivamente sta diventando molto consistente il numero di voti di fiducia fatti registrare dall’attuale esecutivo. In termini assoluti, tra i governi delle ultime legislature, infatti solo quello guidato da Matteo Renzi ha fatto un ricorso maggiore allo strumento.

58 le questioni di fiducia su disegni di legge poste dal governo Meloni dal suo insediamento.

Le motivazioni che spingono un governo a porre la fiducia su un disegno di legge possono essere molteplici. Da un lato può esserci la volontà di evitare che deputati e senatori possano modificare in maniera sostanziale un provvedimento ritenuto particolarmente importante dall’esecutivo. Oppure può esserci la necessità di velocizzare i tempi dell’iter di approvazione. È il caso ad esempio dei decreti legge che devono essere convertiti dalle camere entro 60 giorni dalla loro pubblicazione in gazzetta ufficiale.

Se l’esecutivo arriva a porre la fiducia in entrambe le camere la limitazione delle prerogative dei parlamentari è massima. Quando ciò accade in maniera eccessivamente frequente ci troviamo di fronte a un elemento critico che vale la pena monitorare. L’attuale esecutivo infatti si avvia a diventare quello che ha fatto il ricorso più massiccio alla fiducia sotto diversi punti di vista.

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Questioni di fiducia, i numeri del governo Meloni

Se si considera il numero assoluto di questioni di fiducia poste dai diversi esecutivi che si sono succeduti nelle ultime 4 legislature, possiamo osservare che il governo Meloni si colloca al secondo posto con 58. Solo la compagine guidata da Matteo Renzi riporta un dato più alto (68). Bisogna però considerare che questo esecutivo è rimasto in carica per quasi 3 anni mentre l’attuale si trova a palazzo Chigi da meno di 2. Al terzo posto poi troviamo il governo Draghi che ha fatto ricorso alla fiducia in 55 occasioni durante i 20 mesi in cui è rimasto in carica.

Considerando invece il dato relativo al numero medio di voti di fiducia al mese, in modo da poter fare un confronto omogeneo tra esecutivi che hanno avuto diversa durata, possiamo notare che quello di Meloni scende al terzo posto (2,64 voti di fiducia di media al mese). Riportano un valore più alto infatti sia il governo Monti (2,79) che quello guidato da Mario Draghi (2,68). Da notare però che in questo caso parliamo di due governi di grande coalizione. Esecutivi nati cioè per affrontare due momenti molto difficili nella storia del nostro paese e non solo. Vale a dire rispettivamente la crisi economico-finanziaria post 2008 e quella sanitaria dovuta al Covid-19.

In questi casi dunque il ricorso alla fiducia poteva anche essere in parte motivato dalla necessità di tenere unite le maggioranze eterogenee che sostenevano i due esecutivi in questione. Dinamica che invece non vale per il governo attualmente in carica.

Il governo Meloni è primo per rapporto tra voti di fiducia e leggi approvate.

Un altro elemento molto interessante da questo punto di vista riguarda il fatto che il governo Meloni sale al primo posto se si considera il rapporto percentuale tra voti di fiducia e disegni di legge approvati. Durante il mandato dell’attuale esecutivo infatti sono entrate in vigore 129 norme, per un rapporto fiducie/leggi pari al 45% circa. Al secondo posto troviamo in questo caso il governo Monti (42,5%) seguito dagli esecutivi Conte II (39,4%) e Draghi (37,4%).

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 17 Luglio 2024)

In base a questi dati e considerando che non sembrano esserci all’orizzonte possibili crisi di governo (ma sappiamo che questa situazione può cambiare rapidamente) non è improbabile che l’attuale esecutivo possa diventare, in prospettiva, quello che avrà fatto il ricorso più ampio alla questione di fiducia tra quelli presi in esame.

I provvedimenti approvati con doppia fiducia

Come già accennato nell’introduzione, il ricorso alla questione di fiducia rappresenta un modo per blindare un provvedimento in discussione e velocizzarne l’approvazione. Tale strumento però rappresenta di fatto una limitazione delle prerogative di deputati e senatori. Per questo dovrebbe essere utilizzato con grande attenzione e parsimonia.

I voti di fiducia nascevano per ricompattare la maggioranza in situazioni eccezionali ma sono diventati sempre più frequenti. Vai a “Che cosa sono i voti di fiducia”

Tenendo presente quanto visto finora è quindi molto interessante osservare come il governo Meloni si caratterizzi anche per un alto numero di provvedimenti approvati ponendo la fiducia in entrambi i rami del parlamento. Parliamo di ben 21 disegni di legge. Solo il governo Renzi fa registrare un dato lievemente superiore (22) ma questo esecutivo è rimasto in carica molto più dell’attuale. Anche in questo caso quindi è molto probabile che il governo Meloni diventerà presto l’esecutivo con il maggior numero di provvedimenti approvati con doppia fiducia tra quelli degli ultimi anni.

Dopo i governi Renzi e Meloni troviamo poi gli esecutivi Draghi (19) e Conte II (15). Da notare come questi ultimi due siano quelli chiamati ad affrontare le fasi più complesse della pandemia. Nonostante ciò fanno comunque registrare un dato comunque inferiore rispetto all’attuale esecutivo avendo peraltro una durata abbastanza simile (anche se per entrambi inferiore).

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 12 Luglio 2024)

Tra i provvedimenti più recenti approvati attraverso una doppia fiducia troviamo i Ddl di conversione di 4 decreti legge particolarmente rilevanti. Si tratta del Dl Pnrr quater, del decreto superbonus e dei già citati Dl coesione e agricoltura.

Altri provvedimenti particolarmente rilevanti approvati attraverso un doppio ricorso alla fiducia sono la legge di bilancio per il 2023, il decreto aiuti quater, il decreto Caivano, il decreto sud, il Dl immigrazione e sicurezza e il decreto milleproroghe 2024.

Foto: GovernoLicenza

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