Il governo non ha ancora pubblicato tutti i dati sui bandi per l’emergenza Covid Contratti pubblici
Era stata promessa trasparenza nella gestione dei fondi per l’emergenza, ma sui siti di governo e gestione commissariale le informazioni sono poche. Mentre dalla banca dati Anac risultano 19 bandi per oltre 1 miliardo di euro.
mercoledì 24 Giugno 2020 | Potere politico
All’inizio di aprile, il commissario straordinario del governo all’emergenza Covid Domenico Arcuri aveva espresso pubblicamente la volontà di rendere pubblici tutti i dati sugli acquisti durante l’emergenza. Un segnale molto significativo, nella direzione di garantire una gestione trasparente di questa fase.
Presto metteremo anche tutti i dati sui nostri acquisti, con fornitori, quantità, sconti e modalità di ingaggio dei fornitori. Prepariamo un software, presto accadrà.
A distanza di oltre 2 mesi e mezzo quelle dichiarazioni, così promettenti e condivisibili, sono rimaste per il momento disattese.
78 i giorni dalla dichiarazione del commissario Arcuri di pubblicare tutti i dati sui bandi.
Per questo, come openpolis, abbiamo deciso di proporre un’istanza accesso agli atti, chiedendo di rendere pubblici tutti i dati su come vengono spesi i soldi nell’emergenza.
La richiesta di accesso civico generalizzato ai bandi Covid
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Attualmente, le uniche informazioni disponibili sui bandi si possono ricostruire attraverso Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione che cura la banca dati dei contratti pubblici. Da questa emergono 19 bandi per oltre 1 miliardo di euro di importi base d’asta, di cui non si trova traccia sui siti istituzionali di governo e gestione commissariale.
Pochi giorni fa, in un’intervista ad Avvenire, il commissario Arcuri è tornato sull’argomento, segnalando la necessità di una riforma organica del sistema di emergenza, che tenga insieme velocità di decisione e trasparenza.
Penso serva una riflessione che disciplini, in modo stabile, come ci si comporta nei casi di emergenza (…) Certo, ogni emergenza è unica, ma una riflessione di sistema servirebbe a porre le basi per muoversi più rapidamente e superare le questioni che a ogni crisi si affacciano in sottofondo: la tenuta delle garanzie costituzionali, la trasparenza nelle scelte, il rapporto tra politici e tecnici.
Una gestione trasparente è premessa di buona amministrazione.
Una riflessione giusta, se parte dal presupposto che efficienza e trasparenza nella gestione delle risorse vanno di pari passo. A maggior ragione di fronte a un’emergenza come quella che stiamo vivendo, che gli esperti indicano potrebbe durare ancora per molti mesi. Avere a disposizione i dati per monitorare e valutare per tempo spese e investimenti diventa strategico anche per una corretta programmazione futura.
Ma allora, anche senza aspettare una riforma, sarebbe utile che a questa riflessione di sistema fosse associato anche un rilascio dei dati sulla crisi in corso, come era stato dichiarato ad aprile.
Un’esigenza ancora disattesa
Il coronavirus ha comportato la mobilitazione di ingenti risorse pubbliche. Risorse necessarie per reagire all’emergenza sanitaria e che, data la situazione di crisi, per legge vengono gestite attraverso contabilità speciali e deroghe alla normativa ordinaria.
Proprio per questo, la massima trasparenza da parte di tutti i soggetti coinvolti diventa ancora più necessaria. È con queste premesse che, a inizio aprile, avevamo chiesto ai principali responsabili nella gestione dell’emergenza di rendere pubblici i dati sui contratti stipulati per fare fronte alla crisi.
I primi atti del commissario Domenico Arcuri, pur con qualche limite che avevamo sottolineato, sembravano andare nella giusta direzione. In primo luogo, con la pubblicazione della mappa dei materiali distribuiti alle regioni. Secondo, come abbiamo già visto, con l’annuncio di pubblicare tutti i dati sugli acquisti e i contratti pubblici.
Ad aprile avevamo ammonito dal rischio che tutto si risolvesse con un’enfasi più sulla comunicazione e gli strumenti per realizzarla, che sull’accesso a dati reali, in grado di consentire un vero monitoraggio.
Purtroppo è quello che è successo, e le dichiarazioni inizialmente così promettenti sono state disattese. Attraverso la banca dati sui contratti pubblici, gestita dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), possiamo ricostruire che la gestione commissariale ha messo a bando almeno 19 lotti per un totale di oltre un miliardo di euro.
€ 1.051.184.329,32 l’importo a base d’asta totale dei lotti riferiti alla stazione appaltante del commissario per l’emergenza Covid-19.
Di questi bandi ci saremmo aspettati di trovare notizie di maggior dettaglio sui siti istituzionali di governo e gestione commissariale. Non è stato così: entrambi sono risultati gravemente carenti di informazioni.
Cosa è stato pubblicato per ora sul sito del commissario
La struttura commissariale gestita da Arcuri ha una propria sezione dedicata sul sito del governo. Qui sono pubblicate le ordinanze del commissario, e anche i bandi di gara.
Dal sito ne risultano 2. Una gara in procedura semplificata e di massima urgenza per acquisire i kit per i test sierologici, e una richiesta di offerta per test molecolari. Della prima, è stato pubblicato il decreto di aggiudicazione, dell’altra (conclusa il 18 maggio) ancora no.
Due sole gare quindi, a fronte delle 19 presenti in Anac. Peraltro, confrontando gli oggetti, questi 2 bandi non sembrano coincidere con nessuno dei 19 presenti in Anac. Purtroppo è anche impossibile avere la certezza matematica che si tratti di procedure diverse: di nessuno dei 2 bandi viene pubblicato il CIG, il codice identificativo della gara, che consente di distinguere e tracciare i diversi contratti pubblici.
I bandi presenti nella banca dati Anac sui siti di governo e commissario non ci sono.
Anche nella sezione trasparenza del commissario all’emergenza non c’è traccia dei 19 bandi presenti in Anac. La pagina bandi di gara e contratti rimanda alle 2 procedure già viste, oppure a una serie di contratti e convenzioni stipulati dal commissario. Si tratta dei contratti relativi alla licenza e alla gestione dell’applicazione Immuni e dei protocolli di intesa con le associazioni del commercio, dei farmacisti e dei tabaccai.
Cos’è stato pubblicato sul sito del governo
Il commissario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri è un commissario del governo, nominato con decreto del presidente del consiglio dei ministri ai sensi della legge 400/1988.
Al fine di realizzare specifici obiettivi determinati in relazione a programmi o indirizzi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri o per particolari e temporanee esigenze di coordinamento operativo tra amministrazioni statali, può procedersi alla nomina di commissari straordinari del Governo, ferme restando le attribuzioni dei Ministeri, fissate per legge.
Un rapporto diretto tra governo e struttura commissariale, che rende opportuno analizzare anche la sezione trasparenza della presidenza del Consiglio. Ma, anche in questo caso, non abbiamo rintracciato i 19 bandi Anac in nessuna delle diverse sezioni della pagina bandi di gara e contratti.
Sul sito del governo una sola procedura è associata al Commissario straordinario.
Ci sono due motori di ricerca per consultare le singole procedure. Uno, per quelle relative all’acquisizione di beni e servizi tramite Consip, l’altro per l’affidamento di lavori, forniture e servizi. Da entrambe le pagine c’è la possibilità di scaricare un csv completo con tutti i dati. In questo csv, una volta scaricato, si accede a una sola procedura collegata al “Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19”. In questo caso è presente il codice identificativo (Z092CA711B) e una serie di informazioni, ma si tratta solo di una “fornitura di buste e stampati vari” per un valore complessivo di € 547,30.
Dalla sezione “Atti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatari distintamente per ogni singola procedura” si accede a una pagina sui contratti vuota, se non per un rimando ai motori di ricerca appena visti.
L’avvertenza segnala un aggiornamento del database in corso, e quindi per il momento le informazioni che possiamo acquisire dal sito del governo sono quelle già citate.
Cosa emerge dai dati Anac
Pur depotenziata dalla normativa di emergenza, che ha previsto una serie di deroghe alla sua attività, l’Anac è tenuta ad aggiornare la banca dati sui contratti pubblici. Da questa, è possibile ricostruire che la struttura commissariale ha messo a gara almeno 19 lotti per un valore base d’asta di oltre 1 miliardo di euro tra il 25 marzo e il 14 aprile scorso (un bando, per un evidente refuso, ha come data il 16 settembre 2019).
I bandi Covid della gestione commissariale presenti sul sito Anac
I lotti seguenti sono relativi al periodo 25 marzo - 14 aprile 2020
FONTE: elaborazione openpolis su dati Anac
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Giugno 2020)
Le modalità di affidamento seguite sono 3. La maggior parte degli importi (2/3 del totale, 8 lotti su 19) ha seguito una procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando. Si tratta di una modalità di affidamento che prevede che la stazione appaltante possa negoziare i termini del contratto con un numero ristretto di operatori economici, senza pubblicare preventivamente un bando di gara. Una modalità funzionale per una fase di emergenza, in cui i tempi devono necessariamente essere rapidi.
Quali sono le procedure previste codice degli appalti
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Le procedure negoziali del commissario straordinario all’emergenza Covid
Importi base d'asta dei lotti, classificati secondo il tipo di procedura seguita
FONTE: elaborazione openpolis su dati Anac
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Giugno 2020)
Un terzo degli importi base d'asta (ma la maggioranza dei bandi, 10 su 19) sono affidamenti diretti, quindi con una procedura che non prevede un confronto competitivo tra più operatori economici. È la modalità pensata per piccoli importi o (come in questo caso) per le emergenze.
Un unico lotto è un affidamento diretto in accordo quadro. Una modalità simile alla precedente, con la differenza che i lotti vengono assegnati a un'operatore con cui è stata attivata una convenzione, in quanto già selezionato con una procedura.
Per questi bandi, ricostruiti solo grazie alla banca dati dei contratti pubblici e non presenti sui siti di governo e gestione commissariale, non sono disponibili ulteriori informazioni. Non conosciamo infatti lo stato del lotto (ad esempio se è stato aggiudicato o revocato), così come non sono disponibili gli importi di aggiudicazione e gli aggiudicatari.
Oltretutto, anche i dati disponibili su Anac è probabile che siano incompleti: nella banca dati sui contratti pubblici sono pubblicati solo i lotti con importo base d'asta di almeno 40mila euro.
La trasparenza è il presupposto di una buona amministrazione
Ad oggi quindi tutta una serie di informazioni fondamentali non sono accessibili. Gli unici dati che siamo in grado di ricostruire, peraltro, non vengono dai siti istituzionali del governo o del commissario, come era stato annunciato. Sono stati ricavati dalla banca dati Anac, un ente che - data la fase di emergenza - si trova a operare in un contesto normativo di deroghe e sospensioni dei termini.
In questo contesto, venerdì scorso, il commissario Arcuri ha indicato l'esigenza di una nuova disciplina dell'emergenza, che permetta decisioni veloci e insieme trasparenti.
Occorre una riflessione di sistema per muoversi più in fretta tenendo conto di garanzie costituzionali e trasparenza nelle scelte.
Se è un contributo verso una riforma organica del sistema di emergenza, che garantisca decisioni rapide e la possibilità dei cittadini di verificare in modo puntuale come vengono spesi i soldi, è da accogliere in pieno. Ma allora, anche senza una riforma, è necessario che a questa riflessione sia associato anche un rilascio dei dati sulla crisi in corso, come era stato dichiarato ad aprile.
La trasparenza non è un intralcio burocratico.
Durante eventi eccezionali e drammatici, è giusto che anche i provvedimenti siano adeguati alla situazione di emergenza, per velocizzare i procedimenti. Ma proprio per questo la trasparenza è ancora più necessaria, perché consente di monitorare le scelte politiche e l'attività amministrativa. Se viene meno anche questo, non si sta facendo buona amministrazione. Si sta ridimensionando l'unico strumento che abbiamo per verificare se la gestione delle risorse pubbliche sia stata davvero efficiente.
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