Il livello di indebitamento dei comuni italiani Bilanci dei comuni
Il debito non è di per sé un elemento negativo ma è importante gestirlo in un’ottica di sostenibilità nel futuro. Anche i comuni possono contrarlo, anche se sottoposto a vincoli costituzionali.
giovedì 14 Luglio 2022 | Italie a confronto
Come le amministrazioni centrali, anche gli enti locali possono accendere prestiti e mutui. Ci sono però dei particolari vincoli che devono seguire.
La finanza locale ha le sue basi nella Costituzione italiana.
Questi aspetti sono delineati nell’articolo 119 della Costituzione italiana che è stato modificato dalla legge costituzionale che nel 2012 ha introdotto il vincolo di pareggio di bilancio. Viene riconosciuto che comuni, province, città metropolitane e regioni hanno risorse autonome tramite le quali vengono finanziate le attività e un proprio patrimonio. Vi è inoltre un’autonomia nello stabilire i propri tributi e le proprie entrate, all’interno di un quadro condiviso.
Per quel che riguarda il debito pubblico, i comuni possono ricorrere a questa misura a condizione che il complesso degli enti locali di una regione sia in equilibrio di bilancio, ovvero in presenza di un risultato di competenza dell’esercizio non negativo.
Approfondisci
l'evoluzione delle regole di finanza degli enti territoriali.
Inoltre, mutui e prestiti non possono essere contratti per finanziare la spesa corrente, come i servizi per la cittadinanza, ma le risorse devono essere impiegate in investimenti come le opere pubbliche.
Bisogna valutare attentamente il ricorso a fonti di debito.
È proprio per questo motivo che di per sé il debito non è un elemento negativo. Può infatti rappresentare la volontà di un comune di effettuare degli investimenti nel lungo periodo. È però una variabile da tenere sotto controllo per evitare conseguenze avverse. La sostenibilità del debito nel futuro è infatti una questione centrale, a qualsiasi livello. Oltre all’entità complessiva è importante anche valutare la spesa annua sostenuta dai comuni per ripianare i prestiti, per evitare che la situazione debitoria sia fuori controllo e ne risenta l’erogazione dei servizi per la comunità.
La spesa dei comuni per il debito pubblico
Nei bilanci comunali, un’intera missione di spesa è dedicata al debito pubblico. Sono comprese due voci: la quota di capitale e la quota di interessi. Attraverso la prima, viene rimborsata la somma che inizialmente è entrata nelle casse comunali, a questa vengono poi applicati gli interessi che vengono versati con la seconda voce.
Leggi
come sono organizzate le entrate e le spese nel bilancio comunale.
Tramite queste due uscite, viene progressivamente estinto nel presente un prestito o un mutuo contratto nel passato.
A Torino si spendono circa 270 euro pro capite per il debito pubblico
Spesa pro capite per debito pubblico nelle città con più di 200mila abitanti (2020)
I dati mostrano la spesa per cassa per il debito pubblico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Luglio 2022)
La grande città in cui si registra la spesa maggiore per il debito pubblico è Torino (272,78 euro pro capite). Seguono Napoli (153,77), Genova (133,79) e Firenze (100,79). Sono invece due i comuni in cui non sono riportate uscite: Milano e Padova.
Nel 2019, Torino e Napoli hanno registrato i valori più alti nelle loro spese
Andamento della spesa pro capite per il debito pubblico nei bilanci dal 2016 al 2020 di quattro grandi città italiane
I dati mostrano la spesa per cassa per debito pubblico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 4 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2020.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2016-2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Luglio 2022)
Gli andamenti di queste quattro città risultano simili fino al 2018. Nel 2019, sono stati rilevati due picchi di spesa: quello di Napoli (349,65 euro pro capite) e quello di Torino (338,31). In relazione all'anno precedente, le uscite sono aumentate dell'87% e del 111%. Nel 2019 si assiste anche a un calo di spesa, a Genova, che da 195,26 euro pro capite passa a 103,02 con una riduzione pari al 47%.
Esaminando tutti i comuni, invece, le uscite medie registrate per il debito pubblico sono pari a 51,13 euro pro capite. Le amministrazioni che spendono di più afferiscono a regioni a statuto speciale. Sono infatti quelle della provincia autonoma di Bolzano (170,15), della Valle d'Aosta (115,08) e del Friuli-Venezia Giulia (107,98). I comuni che invece riportano le spese minori sono quelli marchigiani (33,12 euro pro capite), toscani (31,44) e umbri (26,68).
Scopri quanto spende il tuo comune per il debito pubblico
Spesa assoluta e pro capite per il debito pubblico in tutti i comuni italiani (2020)
I dati mostrano la spesa per cassa per debito pubblico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Luglio 2022)
Tra tutti i comuni italiani sono cinque quelli a superare i mille euro di spesa pro capite nel 2020. Sono Cerignale (Piacenza, 2.949,73 euro pro capite), Valleve (Bergamo, 2.411,50), Valprato Soana (Torino, 2.004,15), Barcis (Pordenone, 1.116,16) e Argentera (Cuneo, 1.093,51).
Scarica, condividi e riutilizza i dati
Scarica i dati comunali, regione per regione
I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.