Il monitoraggio civico dei social avviato in 8 paesi Propaganda social
Dopo Stati Uniti e Germania, la campagna di ProPublica portata in Italia da openpolis è sempre più diffusa. Raccogliamo la pubblicità dei politici su Facebook.
giovedì 22 Febbraio 2018 | Cultura del dato, Potere politico
Per le elezioni politiche del 2018 abbiamo avviato il primo monitoraggio in Italia della propaganda politica sui social. Con Pac, il political ad collector lanciato da ProPublica a settembre dell’anno scorso, diamo infatti la possibilità agli utenti che installano l’estensione di tenere sott’occhio i post che politici e candidati sponsorizzano su Facebook. Una necessità nata dalla natura stessa del social: attraverso la targetizzazione dei contenuti non tutti sono soggetti alle stesse pubblicità, rendendo molto difficile un’effettiva conoscenza del fenomeno. Un elemento di criticità che ha assunto ulteriore importanza durante l’attuale campagna elettorale. La forza dello strumento si basa proprio sulla sua capacità di essere capillare, e raggiungere il più alto numero di utenti eterogenei. Se non avete ancora avuto modo di dare il vostro contributo, qui i link per installare l’estensione PAC (per chrome e per firefox), e tutti i dettagli sul suo funzionamento.
ProPublica, dopo aver messo a punto lo strumento, ha portato avanti un forte lavoro diffusione del progetto. Nel resto del mondo sono ormai tante le organizzazioni che hanno deciso di fare come openpolis, e lanciare Pac nel proprio paese. I primi casi sono stati in Germania con Spiegel Online, Süddeutsche Zeitung e Tagesschau che hanno avviato il monitoraggio in vista delle elezioni politiche dello scorso settembre. Nel corso dei mesi poi, le iniziative a livello internazionale sono continuate: in Australia con Guardian Australia, in Canada con The globe and mail, in Finlandia con Aamulehti, in Svizzera con Republik e in Danimarca con Information. Nelle prossime settimane anche l’olandese Dutch public broadcasting e il National library di Svezia dovrebbero lanciare Pac nei rispettivi paesi.
8 organizzazione al mondo hanno lanciato Pac nel proprio paese
Il tema della propaganda politica sui social è particolarmente importante in periodi come questo di campagna elettorale. Al momento in Italia mancano regole chiare, e le grandi piattaforme che forniscono strumenti di pubblicità (google e facebook su tutte) non sono ancora obbligate per legge a rispettare le stesse regole imposte a qualsiasi altro fornitore di servizi di propaganda.
Le linee guida dell’Agcom a oggi sono state completamente ignorate da partiti e candidati
L’unico tentativo di regolamentazione in vista del voto del 4 marzo è stato fatto dall’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) che a inizio febbraio ha pubblicato le sue linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018. Al punto 2 l’Agcom specifica proprio la necessità per l’inserzionista (partito o candidato) di indicare la natura di “messaggio elettorale” nei post social in questione, nonché di specificare il soggetto politico committente. Inviti che a oggi sono stati completamente ignorati dai vari soggetti politici in gara.
Propaganda politica sui social, servono regole chiare e trasparenza
vai alla nostra analisi.
Analogamente lo scorso dicembre negli Stati Uniti il Federal Election Commission (Fec) si era raccomandata che le pubblicità politiche su facebook avessero indicato il committente nonché finanziatore dei singoli post. Anche qui però, come nel nostro paese, la richiesta dell’agenzia regolatrice indipendente non è stata presa in considerazione. Come ricostruito da ProPublica infatti, delle oltre 300 pubblicità politiche raccolte da Pac dal giorno dell’opinione della commissione federale, meno di 40 rispettavano le richieste della Fec.