Il monocameralismo di fatto e la crisi del sistema istituzionale Numeri alla mano
giovedì 16 Febbraio 2023 | Potere politico
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento “Perché il monocameralismo di fatto è sintomo di un sistema in crisi“.
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le leggi approvate dal parlamento finora. Oltre alla legge di bilancio negli altri casi si tratta di conversioni di decreti legge. Tutte proposte di iniziativa governativa quindi. Questi Ddl sono tutti accomunati dal fatto che in nessun caso sono stati approvati emendamenti in entrambi i rami del parlamento. Ci troviamo di fronte al fenomeno del “monocameralismo di fatto”. Una prassi che se da un lato permette di evitare la “navetta parlamentare” velocizzando così l’iter legislativo dall’altro contrasta con il dettato costituzionale. Vai all’articolo
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le proposte emendative approvate dall’inizio della legislatura. Alla camera le modifiche accolte sono state 257, di cui 246 in commissione e 11 in aula. Al senato invece gli emendamenti approvati sono stati 103, di cui 91 in commissione e 12 in aula. Il 93,6% degli emendamenti quindi è stato approvato in commissione. È qui infatti che si svolge il grosso del lavoro sui disegni di legge. In questo modo il passaggio in aula diventa poco più di una formalità. Vai al grafico
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le modifiche apportate alla legge di bilancio per il 2023. Come riportato da media e siti istituzionali, le misure della manovra 2023 ammontano a circa 35 miliardi di euro. La maggior parte di questi interventi erano “bloccati” per contrastare il caro energia. L’accordo tra le forze politiche era quello di lasciare agli interventi segnalati dai parlamentari circa 400 milioni di euro. Nonostante si trattasse di una piccola porzione di fondi, deputati e senatori hanno presentato moltissime proposte emendative al provvedimento. Si tratta infatti del testo che è stato modificato di più. Seguono le conversioni dei decreti aiuti quater (40 emendamenti approvati) e rave (27). Vai all’articolo.
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gli articoli aggiunti ai decreti legge dopo il passaggio in parlamento. Sebbene i margini di intervento per il parlamento siano stati abbastanza limitati ciò non significa che siano mancate le possibilità di intervenire sui testi presentati dal governo. Salvo il caso del Dl sulla proroga all’autorizzazione dell’invio di armi all’Ucraina infatti, tutti i decreti legge sono stati rivisti in maniera più o meno significativa. Nello specifico 72 articoli sono stati modificati e 51 aggiunti. Per quanto riguarda i commi invece quelli aggiunti sono 121 e quelli modificati 130. Il provvedimento che è cambiato di più è il decreto aiuti ter (34 articoli modificati e 2 aggiunti). Seguono il Dl aiuti quater e quello sul riordino dei ministeri. Le modifiche apportate però non sempre sono state coerenti con il fine originario del provvedimento. Un caso eclatante ha riguardato il tema dei diritti televisivi delle manifestazioni sportive, inserito all’interno del decreto aiuti quater. Vai al grafico
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i disegni di legge su cui il governo ha posto la fiducia in entrambe le camere. È successo per la legge di bilancio e per il decreto aiuti quater in entrambe le camere. Per il decreto rave invece la fiducia è stata posta solo a Montecitorio. Questo ha di fatto precluso la discussione e relativa votazione degli emendamenti presentati in aula. In questi casi le proposte approvate sono quelle scaturite dal confronto in commissione. Il frequente ricorso a decreti legge e questioni di fiducia acuisce il fenomeno del monocameralismo di fatto. Vai all’articolo