Il nuovo consiglio superiore della magistratura e il suo vicepresidente Mappe del potere
Nei giorni scorsi si è tenuta la prima seduta del plenum con cui si sono insediati i nuovi componenti del consiglio superiore della magistratura. In questo contesto inoltre è stato eletto il nuovo vicepresidente.
martedì 7 Febbraio 2023 | Potere politico
- Fabio Pinelli è stato eletto nuovo vicepresidente del Csm con 17 voti su 32 (54,8%).
- Tra i consiglieri laici 4 su 10 hanno ricoperto in passato incarichi politici.
- Sempre tra i laici in 3 hanno fatto parte di fondazioni e think tank legati al mondo politico.
- Negli ultimi 30 anni solo in altre 3 consiliature si è raggiunta o superata la stessa quota di componenti laici con un passato in politica.
Lo scorso 25 gennaio si sono insediati i nuovi componenti del consiglio superiore della magistratura (Csm). All’ordine del giorno, oltre alla verifica dei requisiti di eleggibilità dei componenti laici, si trovava l’elezione del nuovo vicepresidente. A questa carica è stato eletto l’avvocato Fabio Pinelli.
L’elezione dei membri laici e del vicepresidente
La nomina del vicepresidente è un passaggio particolarmente importante. La costituzione infatti stabilisce che la presidenza dell’organo spetti al capo dello stato (articolo 104). Questa funzione tuttavia, come tutte quelle attribuite al presidente della repubblica, ha una natura particolare. Il suo ruolo infatti è volto a garantire l’indipendenza dell’organo da eventuali ingerenze esterne, più che a dirigerlo operativamente. Per questa ragione il ruolo di vicepresidente è cruciale.
Dopo la riforma di giugno 2022 (legge 71/2022) la composizione dell’organo è tornata a contare 33 membri, di cui 3 di diritto (il capo dello stato, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione), 20 togati (eletti dai magistrati ordinari) e 10 laici (eletti dal parlamento in seduta comune). Ed è proprio tra questi ultimi che la legge stabilisce che debba essere eletto il vicepresidente.
L’elezione dei membri laici da parte del parlamento riunito in seduta comune è avvenuta nel corso di due votazioni che si sono tenute il 17 e 19 gennaio scorso. Tra i 10 componenti eletti in quei giorni, il candidato che ha ottenuto più voti è stato il professor Roberto Romboli (531 voti ovvero l’87,62% dei componenti dell’assemblea). Ma vari altri eletti hanno ricevuto un numero considerevole di voti. Tra questi il neo vicepresidente Fabio Pinelli (516 – 85,15%).
Solo pochi giorni dopo, il 25 gennaio, si è quindi insediato il nuovo plenum che, con 17 voti, ha eletto Fabio Pinelli vicepresidente.
17 su 32 i voti con cui Fabio Pinelli è stato eletto vice presidente del Csm.
Una maggioranza non schiacciante (53,1%) se si considera che il plenum è composto da 33 membri tra cui il presidente della repubblica che, per prassi, non partecipa alla votazione. In ogni caso un risultato superiore rispetto a quello ottenuto dall’ultimo vice presidente dell’organo David Ermini che nel 2018, alla terza votazione, era stato eletto con 13 voti su 26.
I consiglieri laici e la politica
Sul tema della politicizzazione del consiglio superiore della magistratura si discute da molti anni. Non c’è dunque da stupirsi che le fonti stampa abbiano attribuito a uno o più consiglieri eletti dal parlamento il sostegno da parte di uno specifico partito politico.
D’altronde anche in questa occasione, come in passato, sono diversi i membri laici del Csm che in precedenza avevano ricoperto incarichi politici.
4 su 10 dei nuovi componenti laici del Csm hanno ricoperto in passato incarichi politici.
Ad aver ricoperto più ruoli è l’avvocato Enrico Aimi che negli anni ha svolto 4 mandati come consigliere regionale dell’Emilia-Romagna (prima con Alleanza nazionale, poi con il Popolo delle libertà e poi con Forza Italia). Inoltre è stato senatore nella scorsa legislatura (FI) e si è candidato alle ultime elezioni nelle liste di FI al senato, non risultando però eletto.
Al secondo posto l’avvocato Isabella Bertolini, deputata con Forza Italia e con il Popolo delle libertà per 3 legislature. L’avvocato Rosanna Natoli invece è stata consigliera e assessore comunale di Paternò con una lista associata a Fratelli d’Italia (lista civica fratelli di Paternò) per poi essere candidata alla camera proprio con il partito della presidente del consiglio, senza risultare eletta.
Infine Ernesto Carbone: deputato del Partito democratico nel corso della XVII legislatura, membro della segreteria Renzi e candidato non eletto alle elezioni del 2018. Carbone in aggiunta in passato è stato anche componente del comitato scientifico della Fondazione Italia Usa, organizzazione che riunisce tra i suoi componenti molte figure politiche di diverso orientamento.
Gli incarichi politici pregressi dei nuovi consiglieri del Csm
I ruoli politici e le candidature in parlamento dei consiglieri laici del nuovo consiglio superiore della magistratura
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 1 Febbraio 2023)
Pur non avendo ricoperto incarichi politici anche il professor Felice Giuffrè è stato membro del comitato scientifico di una fondazione. In questo caso si tratta di Fare Futuro, organizzazione presieduta dal senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso.
Quanto al neo vicepresidente eletto Fabio Pinelli si rileva una situazione piuttosto particolare. Da fonti stampa infatti Pinelli è considerato come uno dei consiglieri eletti in quota Lega. E in effetti non mancano i rapporti pregressi tra il vicepresidente e il partito di Matteo Salvini. Negli scorsi anni infatti, nell’ambito della sua professione di avvocato, Pinelli è stato difensore di Luca Morisi (ex responsabile della comunicazione della Lega), di Armando Siri (ex sottosegretario e senatore della Lega) e della regione Veneto (al cui vertice siede un presiedente leghista, Luca Zaia).
Allo stesso tempo però Pinelli ha avuto rapporti anche con alcuni esponenti del centrosinistra. Sempre come avvocato infatti ha rappresentato il senato presso la corte costituzionale nel conflitto con la procura di Firenze relativo al caso Open in cui è stato coinvolto Matteo Renzi.
Inoltre Pinelli ha fatto parte di alcuni importanti think tank. In passato infatti è stato membro del comitato scientifico della fonazione Leonardo. Un’organizzazione che fa capo all’omonima azienda partecipata dal ministero delle finanze e che riunisce tra i suoi membri esponenti di diversi partiti politici. L’incarico di presidente della fondazione Leonardo inoltre è attualmente ricoperto da Luciano Violante, ex magistrato e successivamente esponente di spicco dei Democratici di sinistra e del Partito democratico con cui ha ricoperto anche il ruolo di presidente della camera. Sempre Violante poi è presidente onorario di un altro think tank che vede Pinelli tra i componenti del suo comitato scientifico: la fondazione Italia decide.
La politica e il Csm negli ultimi trent’anni
È innegabile dunque che il nuovo vicepresidente del Csm abbia coltivato negli anni rapporti con molti esponenti politici, anche di partiti diversi. Al contempo però, al contrario della maggior parte dei suoi predecessori, Fabio Pinelli non ha ricoperto in passato incarichi politici in prima persona.
11 su 20 il numero di vicepresidenti del Csm che, prima di essere eletti, avevano ricoperto incarichi politici.
D’altronde, come abbiamo visto, altri 4 degli attuali consiglieri laici hanno ricoperto incarichi di questo tipo, ovvero il 40%, uno dei valori più alti degli ultimi 30 anni.
I laici del Csm con un passato in politica
I componenti laici del consiglio superiore della magistratura che prima di diventare consiglieri hanno ricoperto ruoli politici dal 1990 ad oggi
Sono considerati solo i componenti laici del Csm presenti al momento dell’insediamento della loro consiliatura a partire dagli anni ’90. Non si tiene dunque conto di eventuali successive sostituzioni.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 1 Febbraio 2023)
A partire dagli anni ’90 infatti solo in altre 3 consiliature è stata raggiunta o superata questa quota di laici con un passato in politica: nell’ottava consiliatura, sempre il 40%, nella dodicesima, quando si raggiunse il 50%, e nella quattordicesima quando furono addirittura l’87,5%.