Il nuovo governo e la gestione dell’emergenza Numeri alla mano
giovedì 25 Febbraio 2021 | Potere politico
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vedi il monitoraggio “Coronavirus, l’elenco completo degli atti”
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i provvedimenti presi a livello nazionale per fronteggiare la pandemia. La gestione della crisi sta coinvolgendo numerosi attori, su tutti il ministero della salute (168 atti), la protezione civile (95), il ministero dell’interno (41), la presidenza del consiglio dei ministri (39) e il commissario straordinario Arcuri (38). Vai al monitoraggio.
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gli atti Covid già pubblicati nel 2021. I primi mesi dello scorso anno sono stati i più intensi dal punto di vista della produzione normativa ma tuttora il numero di atti pubblicati ogni mese è molto rilevante. Nonostante la crisi di governo che ha caratterizzato l’inizio del nuovo anno, a gennaio 2021 sono stati pubblicati 36 atti Covid, un dato lievemente al di sotto della media mensile (37,3). Vai al grafico.
9,6%
gli atti con forza di legge pubblicati. Come noto, dallo scorso 31 gennaio nel nostro paese è in vigore lo stato di emergenza. In questo quadro normativo semplificato, è possibile agire con vincoli allentati sia sotto il punto di vista della gestione delle risorse che della trasparenza. Per questo è stato auspicato un maggiore coinvolgimento del parlamento, non solo come titolare del potere legislativo ma anche come organo di controllo a tutela dei cittadini. Tuttavia gli atti che hanno visto un coinvolgimento diretto delle camere sono stati fin qui una piccola parte. Vai al grafico.
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i Dpcm emanati dall’inizio dell’emergenza. Uno degli strumenti utilizzati in questi mesi maggiormente oggetto di critiche è il decreto del presidente del consiglio dei ministri. Un atto di carattere meramente amministrativo che per questo motivo non richiedeva (almeno in una prima fase) un coinvolgimento diretto del parlamento. Sarà interessante capire quale sarà l’atteggiamento del nuovo esecutivo nei confronti di questo strumento. Vai all’approfondimento.
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i decreti legge ancora in attesa di conversione. Per non perdere di efficacia, i Dl devono essere convertiti in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione. Qualora l’esecutivo Draghi decidesse di fare maggiore ricorso a questo strumento, il parlamento potrebbe trovarsi sovraccaricato di atti da approvare in breve tempo. Dall’inizio dell’emergenza infatti sono stati 11 i Dl non convertiti in tempo il cui contenuto è stato poi recuperato in decreti successivi. Vai alla scheda.