Il percorso dell’Italia verso l’energia pulita Innovazione

Le fonti rinnovabili consentono di ottenere energia con minori emissioni di Co2 rispetto ai combustibili fossili e permettono di colmare, anche solo in parte, la dipendenza energetica rispetto all’estero. Come ci poniamo oggi rispetto agli obiettivi europei?

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Garantire una maggiore produzione e un maggior consumo di energia da fonti rinnovabili è un obiettivo cruciale per ridurre le emissioni di gas serra. A maggior ragione oggi, con una crisi energetica in corso e il rischio di ricadere in un sistema produttivo ancora più inquinante con lo scopo di emanciparci dalle importazioni del gas russo.

L’Italia è un paese ricco di risorse naturali da cui si può trarre energia, come il sole, l’acqua e il vento. Difatti negli anni è gradualmente aumentata la quantità di energia prodotta a partire da fonti pulite. Tuttavia, se gli obiettivi per il 2020 sono stati raggiunti e superati, resta ancora molta strada da fare per arrivare a quelli fissati per il 2030.

L’importanza delle fonti rinnovabili

Moltissime attività umane, dagli spostamenti alla produzione industriale, dal riscaldamento degli ambienti all’agricoltura, sono fortemente basate sul consumo di energia, con conseguenti emissioni che vanno ad alterare il clima sia nella produzione energetica che nel consumo.

Le emissioni di origine energetica (combustione e fuggitive) rappresentano oltre l’80% delle emissioni totali nazionali.

Al fine di ridurre la quantità di gas serra, le opzioni a disposizione sono tre: in primo luogo, si possono ridurre i consumi. Una strategia che da sola non può bastare, soprattutto se consideriamo l’enorme sviluppo in chiave industriale e consumistica di alcuni paesi di medio reddito – tra il 1990 e il 2018 le emissioni di tali paesi sono aumentate del 141%. In secondo luogo, si possono sviluppare tecnologie per garantire una maggiore efficienza energetica. Infine, si può ricorrere alle fonti rinnovabili, o pulite.

È importante garantire una copertura capillare della rete energetica e una struttura in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici e demografici senza però inquinare troppo. Vai a "Come funzionano la produzione e il consumo di energia"

L’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), definisce le fonti rinnovabili come fonti naturali, “dotate di un potenziale energetico che si rinnova continuamente”. All’interno del sistema energetico, un ruolo di grande rilievo lo svolge in particolare il settore elettrico, che secondo Ispra rappresenta circa il 30% delle emissioni di origine energetica a livello nazionale.

+26,8% la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili tra 2012 e 2020, secondo i dati Gse (gestore servizi energetici).

I dati sono riferiti alla produzione totale di energia (non al consumo) e riguarda esclusivamente il settore elettrico. Con “produzione” si intende il passaggio che segue l’estrazione. L’unità di misura utilizzata è il chilotep (ktep), un multiplo della tonnellata equivalente di petrolio (tep). Un tep rappresenta l’energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Gse
(ultimo aggiornamento: martedì 27 Settembre 2022)

In Italia, l'apporto principale al settore elettrico è dato, tra le rinnovabili, dall'energia idraulica. Questa ha prodotto nel 2020 oltre 45mila ktep (tonnellate equivalenti di petrolio) di energia. Seguono quella solare (2.145 ktep) e quella eolica (1.706).

Insieme a quella geotermica, l'energia idraulica è però quella che ha visto l'aumento più contenuto negli ultimi anni (+8,7%). Mentre quello più marcato ha riguardato i biogas, passati da una produzione di meno di 400 ktep nel 2012 a 702 nel 2020 (+76,8%) e, tra le fonti principali, l'eolica (+60%).

Ma l'energia pulita non ha soltanto un evidente vantaggio di tipo ecologico. Un altro elemento da considerare è che, proprio per via della sua ricchezza di luce solare e acqua, le rinnovabili sono infatti la fonte energetica in cui l'Italia è meno dipendente dalle importazioni.

L'energia da fonti rinnovabili può aiutare a colmare il vuoto del gas russo.

A fronte di una dipendenza energetica che, nel 2018, era pari al 78%, nello specifico caso delle fonti rinnovabili essa scendeva infatti al 9%. Come rilevato anche dal parlamento europeo, le finalità ambientali si affiancano così con lo sforzo di rendersi autonomi da un punto di vista energetico. Un tema sentito in modo particolarmente forte da quando i paesi dell'Ue hanno imposto sanzioni sulla Russia (principale fornitore di gas all'Europa), in seguito all'invasione dell'Ucraina, e si sono trovati a dover supplire a questa improvvisa mancanza.

L'Italia e gli obiettivi sulle rinnovabili

Esistono numerosi obiettivi sulle energie rinnovabili, sia a livello europeo che nazionale che regionale. La direttiva 2009/28 del parlamento europeo e del consiglio sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili in particolare ha assegnato all'Italia due target nazionali sui consumi, da raggiungere entro il 2020. Il primo riguarda i consumi finali lordi nel loro complesso e si attesta al 17%. Mentre il secondo riguarda specificamente il settore dei trasporti, imponendo una soglia pari al 10%.

Rispetto al target generale, un decreto del ministero dello sviluppo economico del 15 marzo 2012, anche chiamato "burden sharing", ha stabilito il contributo delle singole regioni della penisola. Mentre l'obiettivo relativo ai trasporti è stato raggiunto con successo soltanto nel 2020 (10,7%), quello generale è stato raggiunto già nel 2014.

È indicata la quota di energia consumata (consumo lordo finale) che ha origine da fonti rinnovabili. L’obiettivo indicato è quello fissato dal parlamento e consiglio europei con la direttiva 2009/28. Secondo il Gse, a motivare il forte aumento tra 2019 (18,2%) e 2020 (20,4%) sarebbe stato l’aumento dei quantitativi di biocarburanti consumati, insieme alla contrazione dei consumi settoriali complessivi legata agli impatti della pandemia da Covid-19.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Gse
(ultimo aggiornamento: martedì 27 Settembre 2022)

Negli anni successivi al 2014, il dato è andato leggermente ma progressivamente aumentando, con qualche oscillazione, arrivando fino al 20,4% nel 2020. Un aumento significativo, di oltre due punti percentuali, rispetto all'anno precedente, quando si attestava al 18,2%. Secondo il Gse, a motivarlo sarebbe stato l’aumento dei quantitativi di biocarburanti consumati, insieme alla contrazione dei consumi settoriali complessivi legata agli impatti della pandemia da Covid-19.

Nel 2019 poi la commissione europea ha introdotto una nuova misura sul tema delle energie rinnovabili: il "Clean energy for all package". Il piano pone nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, fissati per il 2030. Tra questi anche incrementare l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili.

32,5% il consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, secondo il clean energy package.

Anche se l'Italia ha raggiunto i suoi obiettivi per il 2020, c'è ancora molta strada da fare e l'apporto del rinnovabile sul totale dei consumi energetici deve aumentare di oltre 10 punti percentuali.

 

Foto: Grzegorz Górniak - licenza

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